Ripiego Umanistico #1

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In certi gesti degli altri ci trovo il mio nervosismo. È come se le persone fingessero di capirmi solo perché non ne hanno voglia.

È frustrante.

Io sono piccola come un granello di sabbia, ma quando urlo sento di poter spostare l'intero deserto.
Le mie parole non sono vane,
lo so. Lo sento.

Avrei bisogno di comprensione, o di un minimo di cortesia - cosa che io tendo a porgere agli altri, uff. Ma non conto nulla. Non mi sente nessuno.

Posso scalare una montagna o ammazzarmi davanti a una piazza. Loro non mi vedranno. Nessuno sentirà questo mio dolore.

Che poi non è tanto un pessimistico senso della vita, no. È solo che sono piena di rabbia, così colma che il mio metro e mezzo scarso non può contenere nient'altro.

Avrei voluto affogare in un bagno d'amore,
ma mi trovo ad amare il mio silenzio, a covare la mia rabbia; io odio essere incazzata.
Se così non facessi, quel maledetto treno non me lo toglierebbe nessuno.

Ma ho preso troppi treni in questa vita ormai smorta. Ho attraversato centinaia di chilometri solo perché speravo di arrivare alla meta.
Ma la gioia non c'era, l'amore non aveva ombra lì.

Mi sono chiusa in me stessa, e ora mi ritrovo sola - fiera dei miei progressi, confusa sul da farsi.
Avrei voluto l'amore, ma la sensibilità non va più di moda.
Avrei voluto sposare davvero una brava persona.
Avrei voluto diventare mamma.

Io lo voglio ancora.
Voglio scrivere e fare la madre, la moglie, la sorella. Voglio bere fino a cadere svenuta in una pozzanghera, fumare l'erba buona a basso costo e ridere tutta la notte.
Con le persone giuste.
Con le persone che sanno ascoltarmi come io faccio con loro.
Con chi crede in me almeno la metà di quanto faccia già io.

Sì, perché io credo nel mio progetto. So che è possibile, la vita me lo dimostra.

Ma se da una parte c'è questa rabbia, questo dolore, dall'altra ci sono le soddisfazioni, le parole rubate - come baci d'estate.
Ah, quanto mi manca l'estate.
L'acqua, il caldo.
Gli amori che nascono ad agosto e muoiono a Natale.

Esperienze.

Gestazione di una storia, perché ogni persona che incontro diventa personaggio nel mio limbo fantastico.
Anche chi mi ha usata.
Anche chi mi ha tradita.
Anche chi ha abusato del mio corpo e ha riso.
Tutti, soprattutto i peggiori, sono parte della mia inventiva. Li ucciderò tutti in qualche romanzetto fantasy, e allora mi sentirò libera.

Ma ora non devo sforare.
Parlavo di rabbia.
Sto ascoltando le opening di JoJo mentre scrivo. E ne vado fiera.
La mia rabbia bene si addice ai toni dark di un buon anime.

E poi io amo Jotaro.
Ecco, voglio qualcuno come lui: sensibile, piccato quando serve, rispettoso, carismatico, incazzati con la vita come me.

L'unica differenza tra noi è che lui spreca le sigarette, mentre io le fumo fino alla fine.

Ah, a proposito: vado a girarmene una. Ora taccio, spero di non affogare in questi pensieri nel frattempo.

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