Ma te lo ricordi per cosa stai combattendo?
Per cosa morirei?
Hai perso la strada, ma sei ancora in piedi.
Guarda in alto, quel sole esiste per te.
Ma tu non sorridi più, stringi la lama tra le mani, hai voglia di sangue.
Hai bisogno di punire chi ti ha fatto male.
Io e te non c'entriamo più nulla, insieme. Eppure ci pensiamo.
Ho perso il controllo più volte...
Ma ti ricordi per cosa hai combattuto fino a oggi?
No, non ci pensi più. Hai solo voglia di sparire.
Eppure ti sbagli.
Abbassa la tua arma. Non puoi lasciare le cose a metà.
Hai ancora un senso, qui. Hai ancora bisogno di esistere per dare qualcosa a questo mondo molesto.
Smettila di mentire. Lo sai bene che ti odi, ma che al tempo stesso sei piena di amore.
Lo devi sperperare così come fai con i soldi che guadagni. Dallo a qualcuno, tutto quell'amore incondizionato. Regalalo, spargilo.
Se muori, nessuno avrà quel Bene che nascondi dentro di te.
Dovrei amare e andare via, finché non lo esaurisco?
Forse è la scelta giusta. Ma andare via non è quello che devi fare. Puoi anche restare, una volta.
Nessuno resta per me. E io sono troppo abituata a scappare.
Non farlo. Non buttare quello che senti.
Troppe persone sentono questo. Non servo più di tanto.
Servi al mondo perché sei tu. Ricordati per cosa hai combattuto finora. Per cosa?
Per la libertà. Per poter amare senza fare altro. Per sentirmi parte di qualcosa.
Continua a camminare. Hai ritrovato la via.
Ho le gambe stanche.
Butta quella lama.
No, mi serve.
Buttala.
Ti odio.
E io ti amo. Tu mi ami. Ti ami.
Non sono capace.
Invece sì, perché ora non saresti ancora qui se così non fosse. Tu sai bene perché continui a esistere. Sai bene che puoi farlo. Non devi correre, ti basterà fare un passo per volta.
Non ho pazienza.
Lo so.
Addio.
Io ci ho provato.
E hai fallito.
Una volta eri una brava persona. Eri felice con delle piccole cose. Ora vuoi il mondo, ma questo è troppo piccolo per te. Non ti capisco.
Se non mi capisci non puoi dirmi che devo vivere.
Hai ragione.
Cado. Ancora.
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Diario affilato
RandomI miei pensieri, le mie paure; qui dimorano i lati della mia profondità e tutto quello che nessuno vede quando mi fissa dritto negli occhi. Il velo opaco si sposta, io mi presento: sono duplice, sono folle, malata, appassionata, distrutta. E meglio...