Le cattiverie

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Anche il mondo, se lo si guarda in linea d'aria in ogni distanza, può essere piccolo quanto un pensiero malvagio. La bassezza di una cosa del genere non vale un'ora di una vita per una scalata di un colle, te lo posso giurare. Ho visto sorrisi attraversare un oceano in cinque minuti contati, e quelli sono immensi. Possono tutto.

***

Ho digitato queste parole a una persona, una volta, ma non ho mai inviato il messaggio. Non lo avrebbe capito - e non perché mi sento superiore a qualcuno, ma perché non è poi così scontata la cattiveria. Fa male, certo, ci si immedesima in un dolore univoco e poi se ne esce dicendo "va così, va bene, è andata male".

Eppure a volte ci si può rialzare da certe esperienze.

Quando ho mal di denti o l'emicrania penso: "io non avrò male così tutta la vita, ora mi passa. Succederà altre volte che io senta questo dolore, ma tanto passa, e la vita è lunga per pensare solo a questo male".

Non so se è il modo giusto di affrontare le cose, ma è così che inglobo anche le cattiverie che sento sulla mia persona. Ed è anche la cosa che avrei voluto dire a qualcun altro, forse a troppe altre persone nella mia vita.

Sorridi, sii presente, e accetta che ora hai male, e che in futuro potresti sentire ancora male - ma tra due dolori c'è sempre un intervallo di pace, di gioia; no?

A volte è meglio pensarla così.


Fluisci.

Sii come l'acqua, che anche se continua a scorrere senza motivo non teme il futuro spreco, ma spera di tornare alla sorgente e scorrere ancora.


La forza per evitare o accettare c'è sempre. La mente può fare molte cose, tra le quali anche inglobare il dolore e renderlo uno scudo - che in qualche modo potrebbe proteggerci da altro dolore. A volte penso serva solo a nascondermi dalla felicità, invece.

E non è giusto in entrambi i casi.

Uno scudo, che sia di metallo o di vetro, può sempre essere infranto da qualcos'altro. Forse: una speranza. Forse: un respiro profondo e la consapevolezza di essere qui, ora, e che di domani non c'è certezza.

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