Il sonno e le persone cattive

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Esistono due tipi di persone, di notte: quelle che dormono male per via dei problemi – perché cercano soluzioni inarrivabili, stratagemmi per bucare il velo della vita –, e persone che dormono benissimo. Molte volte queste ultime sono la causa dei problemi delle prime.

In un mondo parallelo esistono due famiglie. Anzi... Una e mezzo. Adulti che giocano a fare i giovani, donne di mezza età che vivono per i drammi (guardano troppe telenovele), e giovani aitanti che buttano la loro vita nella droga. Poi c'è una persona che scrive storie come questa, e che non sa definire il suo sonno: a volte dorme bene, altre malissimo. Alcune notti le passa a scrivere – le dita frenetiche sulla tastiera tengono sveglia la gatta arrotolata sul divano, nella penombra di un silenzio troppo fitto.

Mettiamo caso che gli adulti siano di svariato genere: un uomo di cinquant'anni che ha scoperto troppo tardi la sua vocazione, superbo, a volte un po' buffone – di lui ci si può fidare a periodi; una donna che sviene sul divano dopo due ore di lavoro al mattino – poveraccia, ha mosso troppo i suoi neuroni. Poi c'è un'altra persona della loro generazione, una donna forte, forse un po' ansiosa, ma che vive per la libertà di pensiero e la giustizia (non per altro è del segno del Toro).

Ebbene, il primo uomo è stato lasciato qualche anno prima dalla donna forte, e di certo ha dormito male per qualche notte. Come dargli torto! Non per forza di cose l'ex moglie ha fatto sogni limpidi dopo aver visto le macerie del suo matrimonio.

In amore è tutto al cinquanta per cento, no?

Il bello viene ora, caro lettore. Siediti, magari bevi una tisana (così eviterai la tachicardia che hanno le persone qui rappresentate nel vedere i loro segreti messi a nudo).

Dunque: la donna stanca per le poche ore di lavoro si adagia ogni pomeriggio sul divano, accende la TV sulla prima telenovela spagnola e si immerge così tanto da volerne creare a sua volta nella vita degli altri.

Questa misteriosa ameba di mezza età è ora la compagna del primo uomo, che dopo il matrimonio è rimasto solo e annoiato.

Quando però la ex moglie torna in città – e qui, attenzione: con la figlia al seguito! – la donna senza nervi salta sul cuscino del divano e comincia a scrivere una sceneggiatura senza grammatica, un dramma senza atti, un'idea senza fondamenta.

Dopotutto è una povera ignorante!

Ecco cosa succede: la figlia dei due primi sposi si innamora per sbaglio del figlio dell'ameba. Che delitto, direte.

In gergo civile, se la nuova coppia di adulti fosse sposata, i ragazzini sarebbero fratellastri. Non sarebbe divertente vivere in un incesto morale, no?

Ma il peggio non è questo; si può sfuggire alla legge, ma fino a un certo punto.

Si dà il caso che la figlia dorma poco e male. Il ragazzo, invece, dorme benissimo – forse per via di tutta l'erba che fuma. I due si trovano bene, nonostante gli intrighi delle madri siano fastidiosi e a volte troppo forzati per essere descritti da una Mano Superiore (l'autore di questa vita sarebbe schifato dalle scelte dei suoi personaggi).

Dopo un po' di tempo, la giovane coppia... scoppia. Ci sono molti motivi per cui due giovani possano smettere di amarsi – magari non hanno mai iniziato a farlo – ma poche vere motivazioni perché questi smettano di dormire in egual modo.

Lei dorme malissimo, a volte nemmeno lo fa; lui dorme ancora bene, ma c'è del cinismo nelle sue parole, nei suoi gesti...

Come sanno in che modo dorme l'altro?

Vivono ancora insieme. Nella stessa casa c'è anche la madre della ragazza.

Il dunque arriva ora: il rapporto di fiducia è qualcosa di inestimabile. Forse anche più dell'amore. Gli intrighi da telenovela interessano solo lo scheletro di merluzzo del divano, ma quando diventano un testo di bassa categoria – e per giunta viene messo in scena – le cose cambiano.

La famiglia "e mezzo" si rompe.

La ex moglie si fida dell'uomo solo, lui indossa più maschere. Entrambi hanno segreti che si confessano di nascosto, per non destare la vecchia isterica, ma quando il tutto viene a galla, nessuno può più contare sull'altro.

La figlia smette di credere al padre per mezzo di parole nocive del ragazzo – "forse è troppo fatto", pensa lei, ma la verità prima o poi viene a galla.

E per una volta il bamboccio ha ragione: il padre di lei ha voltato lo sguardo dalla donna forte e ragionevole all'ameba.

"Ci siamo fatti due risate", dice a proposito di una conversazione segreta condivisa con la stratega di telenovele.

"Non ci parlo più!" Sono le parole della madre della ragazza, che viene a scoprire di essere stata tradita e pugnalata.

Gli equilibri cambiano, e con un paio di messaggi e una telefonata l'inchiostro della verità inquina la bella sceneggiatura della vecchiaccia.

Alla fine di tutto, la teoria del sonno ha senso: la donna forte piange, e dorme male, trema nel lenzuolo; l'uomo falso dorme bene, crea problemi di cui lamentarsi solo "perché ha bisogno di sentirsi adulto". Dei due giovani non se ne parla neppure: lui vive la sua vita tra canne e spasso videoludico, lei dorme sul divano all'ombra di una abat-jour.

Per finire, l'ameba stanca dalla vita – che appena sale le scale di casa si scioglie sul divano, pronta alla nuova puntata de Il Segreto – non dorme né bene né male.

Non dorme e basta. Forse perché ha i suoi problemi, e sa bene di averne creati troppi agli altri.

Non c'è redenzione per chi scrive sceneggiature scadenti.

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