Dimmi se non devo essere incazzata. Dimmi se non ne ho il diritto - oppure sì? Te ne rendi conto solo adesso, che sono Donna, che sono viva.
Dimmi se non devo essere incazzata, che ogni mese perdo sangue tra le cosce e subisco i peggiori aghi nei reni. Dimmi se fa male - ah, non lo puoi capire?
Ridimi in faccia, su. Ridi di me che mi lamento del dolore, di tutti questi tremori, solo perché in qualche modo è l'unico modo che ho per sopravvivere alla mia natura. Dimmi se non sono egoista, che sputo sangue per poter fare un figlio.
Dimmi se non devo essere incazzata, che nel mondo sono milioni le persone che vorrebbero appartenere al mio stesso sesso; persone che darebbero tutto pur di soffrire questi crampi, il calore vivido del liquido che scende dall'organo, i muscoli contratti, l'emicrania che mi fa urlare.
Dimmi se non ho ragione. Dimmi se mi capisci, che sono incazzata col mondo per i suoi pregiudizi, mentre soffro questa esperienza che è un dono. Dimmi se, secondo te, ne vale la pena di ridermi addosso perché sono Donna.
No, non sono incazzata perché ho il ciclo. Sono fortunata, anzi. Sono incazzata perché sono svalutata, perché sono Donna ma sono anche invisibile - e se qualcuno mi vede, in mezzo c'è solo foschia.
Dimmi se sai chi sono davvero. Dimmi se ci credi, a quello che dici; agli insulti, allo scherno per le mie grida e al divertimento che provi nel vedermi soffrire.
Ma ti chiedo di fare una cosa, prima: smetti di ridere, usa quel cazzo di neurone che hai - l'unico, a quanto pare - e pensa a quanto tu sia fortunato, privilegiato. Perché non è la società a darti la vita, ma questo cazzo di calore che sento, questi dolori che mi rendono Donna; è il mio corpo a farti nascere, a darti l'esistenza. Ed è quello che cerchi per tutta la vita, voluttuoso bastardo.
Sono io, Donna, a nome di tutte le altre, che ti dico questo: senza il sangue che verso ogni mese, voi sareste nulla. Senza la mia carne, che tanto ti piace, tu non avresti piacere. Non penseresti neanche. Non respireresti.
Nell'aria, solo un ricordo. Sono incazzata, sì, perché dopotutto sono fiera di questo male. Sono fiera di poter dare la vita, di soffrire. Sono umana, e tu questo non lo capisci. Ridi, e butti così tutto il senso della riproduzione umana nel cesso. Un po' come quel neurone che non stai usando.
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Diario affilato
RandomI miei pensieri, le mie paure; qui dimorano i lati della mia profondità e tutto quello che nessuno vede quando mi fissa dritto negli occhi. Il velo opaco si sposta, io mi presento: sono duplice, sono folle, malata, appassionata, distrutta. E meglio...