Fine.

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A volte c'è la quiete.
Quel silenzio mi fa schifo. Non riesco a pensare.

Lo hai detto troppe volte che faccio schifo.
Lo hai detto troppe volte che mi vuoi, ma che non vuoi cambiare.
Allora cambio io.
Sto lontana da te, mi associo al miglior futuro possibile - e lì, no, non ci sei mai stato.

Mi avvinghio all'idea di una qualche anima che mi vorrà, al pensiero che tu possa capire cosa significa volere davvero una persona.
Hai perso il tuo tempo, e hai rovinato il mio.

No, non posso pensarti ancora.
Mi hai fatto odiare questa città ancora più di prima, questo mondo. Ho quasi odiato la mia arte per te.
Avrei abbandonato tutto pur di essere felice senza stare sola.
Sola in una stanza.
Con una penna.

L'unica cosa che riesco a fare è scrivere ancora di te, delle altre persone.
È come se ogni cosa che mi sia mai successa faccia parte della storia degli altri.
Volevo essere io la protagonista della mia vita.
Volevo essere io a esistere.

Forse regalo troppe colpe a persone ormai opache sul fronte del mio futuro.
Forse sono io che sbaglio.

Ma tu... Quelle urla, quel fuoco negli occhi. Come puoi guardare piangere, annaspare nel respiro, la persona che dici di amare?
Come puoi pensare di possedere chi stai distruggendo?

Hai voluto uccidere la mia luce, e io sono scappata. Non è da vigliacchi fuggire dal dolore... Non lo credo più possibile.

E sono qui, con la disperazione addosso, pronta a buttarmi tra le braccia di un'altra persona che non mi vuole e mai lo farà.
Solo per non sentire il silenzio. Anche a costo di parlare da sola.

Ti rendi conto di quanto faccia male sapere che potevamo essere qualcosa? Che non è andata bene perché pensavi di cambiarmi?

A ora tutti, intorno a me, sembrano ridere sotto i baffi. Non mi fido nemmeno della mia famiglia.
Non mi fido di me.

Non so cosa sono, eppure so cosa non voglio essere.
Ripeto: odio questa terra su cui cammino, ripenso a quanta strada abbiamo percorso insieme e mi viene voglia di saltare e non tornare più al suolo.

Tutto questo perché ho una rabbia addosso che mi fa pensare solo a chi ti somiglia.
Ho così tanto dolore represso che giuro: quella cosa dell'urlare a squarciagola in un parcheggio, sto per farla.

Ti facevo schifo ma elogiavi il mio corpo.
Ti facevo schifo ma hai desiderato di non perdermi.
Ti facevo schifo ma volevi essere la mia famiglia.

Non perderò altro tempo con te. Non perderò tempo con altri.
Il silenzio fa schifo davvero, ora lo so - forse più di me - ma è l'unica soluzione.
Il mio cuore è a pezzi, e tu lo calpesti ancora da lontano.

Trattengo il respiro solo per potermi illudere di sparire. Tu dormi bene, su, te lo auguro.
Ti auguro di sentirti uno schifo.

Diario affilatoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora