Prologo

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Venne svegliata nel bel mezzo della notte da un rumore proveniente dal piano di sotto.
La bambina si mise seduta sul letto ad ascoltare, per capire chi potesse aver fatto quel fracasso. Si stava alzando quando la madre entrò di corsa nella stanza, chiuse la porta a chiave e spinse la figlia in un angolo della camera.

"Mamma, che succede? Dov'è papà?" chiese spaventata la bambina.

"Amore, papà arriva subito, sta controllando lo scantinato"

La piccola si chiese subito cosa ci fosse nello scantinato e perché la madre sembrasse così spaventata. Non le era mai stato permesso di scendere in cantina, la porta era sempre chiusa a chiave e l'unica volta in cui aveva provato ad aprirla era stata punita severamente. Il suo piccolo cuoricino batteva a una velocità elevata e, come le aveva insegnato la mamma, per calmarsi iniziò a giocare con una scatoletta di cartone, facendola fluttuare nell'aria. Dalle sue mani si levarono dei bagliori rossi, piccoli concentrati di energia che si andarono a depositare sulla scatoletta e la levarono in aria con un movimento del dito della bambina. Si concentrò sul gioco per un po', mentre la madre la teneva fa le braccia e tendeva le orecchie per sentire qualunque suono proveniente dal piano inferiore. Non si sentì nulla per diverso tempo, ma all'improvviso la porta della camera si aprì e un uomo entrò di corsa. 

"Porta Athena via di qui" ordinò l'uomo alla moglie "scendi dalla finestra e vai da Melissa, li sarete al sicuro" 

"Non ti lascio" rispose risoluta la donna. 

"Devi proteggere nostra figlia" replicò l'altro. 

La bambina avvertì la presenza di un'altra persona in casa, ma non una persona qualunque. La sua aura era diversa dalle altre, qualcosa che Athena non aveva mai sentito prima. 

"C'è un'altra persona a casa. Chi è papà?" disse molto innocentemente. 

"Athena, tesoro, il papà ti vuole tanto bene" le rispose il padre "ricordati che il potere della mente può essere usato sia per il bene che per il male, sta a te decidere da che parte stare" 

"Magnus, ti prego" lo implorò la moglie con le lacrime agli occhi "devo aiutarti, sono io la più forte tra i due" 

"Non ho mai avuto dubbi su questo cara, ma è proprio per ciò che devi stare tu con lei" disse riferendosi alla figlia. 

Athena stava cominciando a piangere, riusciva a percepire le emozioni che emanavano i genitori. Rabbia, paura e tristezza, cose che una bambina di sei anni non dovrebbe provare così intensamente tutte insieme. Alla fine la madre la prese in braccio e lei lasciò andare il suo gioco, che cadde sul pavimento. Il padre aprì la finestra e la moglie uscì all'aperto, la brezza della notte d'estate accarezzava il viso della bambina. Erano sospese a dieci metri di altezza, come sostenute da un pavimento invisibile. Vide il padre afferrare  saldamente la sua arma d' argento, quella che le era proibito toccare, e rivolgere un triste sorriso a lei e alla mamma. 

"Tornerò" promise la madre, il marito fece un cenno di approvazione e lentamente scesero, fino a toccare terra. 

Dalla finestra aperta si udì un verso animale e poi rumori di oggetti che si infrangono. La madre la teneva ancora salda tra le braccia quando si mise a correre, Athena poteva sentire il cuore della madre battere a una velocità spropositata. Riconobbe la strada che facevano quando andavano da Melissa, l'amica della madre, e anche se poco capiva di quello che stava succedendo, era felice di star andando lì. Melissa le faceva sempre mangiare tantissimi biscotti deliziosi e le lasciava far fluttuare i soprammobili di casa. 'Dovrà imparare prima o poi Hekate' diceva sempre a sua madre. Quando arrivarono a casa della donna, la madre aveva il fiatone e i muscoli delle braccia le bruciavano per il peso della figlia. Suonò il campanello diverse volte e sbatté il pugno sulla porta, finché un'assonata Melissa McCall non venne ad aprirle. 

𝚃𝚘𝚘 𝙼𝚊𝚗𝚢 𝚅𝚘𝚒𝚌𝚎𝚜 // 𝐀 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐖𝐨𝐥𝐟 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora