Capitolo 6

405 23 1
                                    

Quella giornata iniziò nel modo più brutto possibile per Athena.
La notte non era riuscita a dormire e la cosa la irritava molto. Andò in bagno e quando si guardò allo specchio aveva delle occhiaie violacee sotto gli occhi. Si svestì ed entrò in doccia, per cercare di rilassarsi. L'acqua calda le scorreva sul corpo e i muscoli tesi iniziarono pian piano ad allentarsi, cominciò ad accusare tutto il sonno perso e non vedeva l'ora di stendersi sul divano.
In quel momento chiuse gli occhi e si ritrovò catapultata in una radura. I peschi che circondavano il prato erano in fiore e i loro petali cadevano con leggerezza sull'erba. Alla destra di Athena c'era una cascata non troppo alta, l'acqua cadeva sulle rocce bianche illuminate dal sole, creando un gioco di luci e bagliori di ogni sfumatura di colore. Si incamminò nella radura e scorse alcuni animali tra gli alberi, ma non badarono molto a lei. Il tempo passava lentamente, pensò di star camminando da ore quando, al centro del prato, vide un vecchio tronco tagliato. Si avvicinò e una figura vi era seduta sopra, a gambe incrociate. La donna era magra, quasi scheletrica, i capelli grigi le cadevano morbidi sulle spalle e l'espressione che aveva sul viso era di pura tranquillità. Indosso aveva dei vecchi stracci, un tempo dovevano essere rossi ma ora il colore era talmente sbiadito da sembrare quasi bianco. Sembrava più vecchia di quanto fosse in realtà.

"Ti piace?" le chiese, ancora con gli occhi chiusi.

"Mi scusi?" disse impreparata la ragazza.

"Il mio piccolo angolo di paradiso, ti piace?"

"Ehm.." Athena si guardò in giro "sì, sì è molto bello qui"

"Ognuno di noi dovrebbe avere un piccolo angolo di paradiso personale, non credi?"

"Io... penso di si"

La donna aprì gli occhi. Non c'era traccia delle pupille o delle iridi, il bianco contornava un barlume acceso che danzava come il fuoco, passando dal giallo ocra al rosso bordeaux.
Athena restò incantata da quello sguardo, le sembrava così famigliare.

"Non mi conosci" disse "ma la tua magia sì"

"Tu sei..." si ricordò di aver letto nel suo Darkhold un'intera pagina scritta su quella donna "Scarlet Witch"

La donna annuì e accennò un piccolo sorriso. Poi però sospirò e si sollevò in aria. Atterrò seduta sull'erba accanto ad Athena. Le fece cenno di accomodarsi e un cuscino comparve davanti a lei. La ragazza si sedette e incrociò anch'essa le gambe.

"Io sono la vecchia Scarlet Witch. Sono morta nel 1645, durante la caccia alle streghe" iniziò a raccontare la donna.

Intorno a loro il paesaggio cambiò. Gli alberi si tramutarono in case, gli animali in persone. La cascata diventò una fontana e alcuni bambini si divertivano a schizzarsi con l'acqua. Il vecchio tronco tagliato si allungò fino a diventare un piccolo palco. Sopra di esso c'era un palo, in legno, e Athena intuì subito a cosa servisse.
La donna indicò una ragazza incappucciata che camminava furtivamente tra tutte le altre persone. Quella ragazza le passò accanto e nonostante fosse solo un'illusione, le vennero comunque i brividi.

"Eccola!" udì il grido di un uomo.

Tra la folla si fecero largo delle guardie reali, o almeno così pensò Athena, e i cittadini si voltarono verso la ragazza con un'espressione di disgusto sul volto.

"Prendete la strega!" ordinò un altro uomo.

La ragazza si mise a correre e le guardie iniziarono a rincorrerla.
Il paesaggio mutò ancora, man mano che la strega scappava le case tornarono ad essere alberi e le persone tornarono animali. Le guardie reali continuavano a inseguirla, ma la ragazza non si fermò.
L'albero tagliato tornò ad essere un vero e proprio albero, talmente grande che i rami toccavano terra. Non aveva fogliame, ma la forza e magia che emanava oscuravano quel piccolo dettaglio.
La ragazza si fermò davanti ad esso e si voltò. Le guardie dietro di lei ghignarono, gustandosi il momento.

𝚃𝚘𝚘 𝙼𝚊𝚗𝚢 𝚅𝚘𝚒𝚌𝚎𝚜 // 𝐀 𝐓𝐞𝐞𝐧 𝐖𝐨𝐥𝐟 𝐒𝐭𝐨𝐫𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora