Capitolo12

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Ero seduta alla stazione della polizia, il mio piede batteva nervosamente il pavimento. Cosa succederebbe se chiamassero i miei genitori? Sarebbero furiosi, ma nessuno di loro sarebbe venuto a prendermi. Erano entrambi troppo impegnati con il loro lavoro. Feci correre la mia mano sui miei capelli in frustrazione.

"Avery Jefferson?" Una poliziotta fece sbucare la sua testa dall'angolo del muro prima di accogliermi con 5 parole, "Sei libera di andare."

Alzai gli occhi e curvai le sopracciglia, confusa.

La poliziotta sospirò, "Un giovanissimo, bellissimo ragazzo ha pagato la tua cauzione." Camminò verso di me e sciolse le mie manette. Non appena le mie mani tornarono libere iniziai a sentirmi meglio. Scossi la mia testa. La cauzione dovrà essere costata un centinaio di dollari. E di certo, Harry è venuto a salvarmi.. di nuovo.

Mi accompagnò verso la porta e, abbastanza sicura, Harry era seduto su una panca di legno mentre pressava le sue mani sulla sua bocca e batteva il piede come un maniaco.

"Un'ultima domanda prima che me ne vada," mi voltai verso la poliziotta, "Questa cosa rimarrà registrata?"

La donna scambiò un'occhiata tra Harry e me.

"Ha pagato anche questo." Piegò la testa all'indietro prima di tornare a sedersi dietro al suo computer.

Annuii lentamente. Bollii di rabbia.

"Andiamo." Harry si schiarì la gola prima di afferrare il mio braccio e accompagnarmi fuori verso la sua auto.

"Ma che diavolo!" Strillai una volta che la porta si chiuse dietro di noi.

Harry tirò fuori le chiavi e pressò il bottone per sbloccare l'auto. "Cosa?"

Feci correre la mia mano tra i miei capelli. "Quanto hai pagato?"

Harry derise, "Non dovresti fare alle persone domande come queste, Avery Grace."

Gli lanciai un'occhiata prima di dire in confusione, "Come conosci il mio secondo nome?"

Harry portò la sua testa all'indietro e rise. "Ho visto alcuni file lì dentro."

"Harry," cambiai argomento

"Quanto hai pagato?"

Harry strinse le sopracciglia. "Se te lo dirò starai zitta?"

Annuii.

"Cinquecento." Farfuglio, scivolando nel sedile del guidatore.

Il mio stomaco di chiuse in una morsa.

"Avrei potuto chiamare mia madre o qualcun altro, Harry. Non dovevi farlo." Scossi la testa.

Harry mi guardò come se fossi stupida e parlò.
"Okay, prima di tutto, Avery." Gridò, "Sappiamo tutti che non potresti sopravvivere un giorno in prigione e secondo, sicuro come la morte non potresti permettere che una cosa del genere sia sul tuo piccolo perfetto file."

La mia mascella si spalancò, "Non ti azzardare a parlare di me in questo modo!"

Harry fece retromarcia e poi uscì dal parcheggio.

"Non mi importa un cazzo di cosa dico. Posso dire quello che diavolo voglio!" Harry sputò, prendendo velocità.

"Ferma la macchina." Comandai con voce più bassa.

Harry tolse lo sguardo dalla strada con un espressione confusa, "Cosa? No."

Sospirai in frustrazione, "Harry, ho detto ferma la macchina."

Si fermò in un parcheggio e picchiettò le dita sul volante in pelle. "Fermata."

"Posso camminare per il resto della strada."

Harry afferrò il mio braccio riportando mi dentro la macchina.

"Pioverà stasera. Non camminerai." La voce di Harry era più bassa adesso e la tensione nella piccola area era diminuita.

Ci pensai su per alcuni secondi prima di lasciarmi accompagnare a casa.

"Riguardo i soldi. Ti ho messa io in questo casino e dovevo farti uscire." Harry si mise in strada e tornò verso il campus.

"Veramente," mossi le mie labbra, valutando il fatto di dirgli la verità, "Zoe è l'unica che mi ha messa in questo casino."

Harry diede una doppia occhiata.
"Cosa?"

Scossi la testa, "Mi ha buttata giù e ho sbattuto la testa nel cemento.."

Harry sbatté la mano sul volante spaventandomi. "Dio! Quella stronza!"

Appoggiai di nuovo la schiena sulla spalliera troppo scossa per parlare.

"Non mi è mai piaciuta. È una bambina viziata. Per una volta voglio una ragazza non viziata, che abbia buoni voti e un'unica personalità ma no. Ricevo solo stronze che mi vogliono per i miei soldi e per il sesso!" Pressò la sua fronte sul volante dopo aver fermato l'auto al segnale di stop.

Restai seduta al mio posto. "Dov'è lei adesso?"

"Chi lo sa." Harry borbottò, "Non voglio vederla di nuovo, comunque."

Iniziò di nuovo a guidare verso la sua casa della confraternita. Ero confusa non appena entrò nel via letto e parcheggiò la sua Audi.

"Cosa stiamo facendo?" Chiesi, uscendo dalla portiera del passeggero.

"Stai qui stasera." Harry insisté, prendendo il suo telefono e sbloccandolo.

"Perché?" Chiesi.

"Perché il preside ha la sicurezza tutta intorno al campus. Riguarda le feste nel campus. Sarah me l'ha detto." Harry aprì la porta ed entrammo dentro la buia casa. Diede un colpo all'interruttore con la sua mano libera mentre mi guidò al piano di sopra con l'altra mano appoggiata sulla parte bassa della mia schiena.

Mentre camminavamo verso la sua stanza passammo accanto ad alcuni ragazzi. Alcuni stavano andando a letto ed altri stavano facendo la doccia. Mi sentivo a disagio sapendo di essere l'unica ragazza in quella casa. Questo non era contro le regole?

"Chiuderò la porta a chiave." Harry interruppe i miei pensieri.

Annuii lentamente e mi sedetti sul bordo del letto. La sua stanza era scura, i muri di un colore marrone e le sue lenzuola erano nere. C'era uno scaffale su un lato della stanza ed un comò di legno dall'altro.

"Non ho vestiti o altro." Gli ricordai.

"Puoi prendere una mia maglietta dal mio armadio." Disse scomparendo nel bagno.

Annuii e camminai verso l'armadio. Lo aprii e presi una felpa della NY dall'appendiabiti.

Mi voltai per essere sicura che Harry non stesse guardando. Scivolai via dalle mie Toms e i miei jeans e poi tolsi il mio top. Velocemente entrai nell'enorme felpa e dopo feci uscire i miei capelli. Mi girai, Harry era fermo sullo stipite della porta del bagno con lo spazzolino da denti in bocca, sorridendo come un'idiota.

"Non sapevo usassi il pizzo." Harry incrociò le braccia e tenne lo spazzolino in una mano.

Cambiai argomento troppo imbarazzata per rispondere. "Dove dormirò stanotte?"

Harry si guardò intorno come se io fossi un'idiota. "Emh, non lo so.. Forse nel mio letto?"

Roteai gli occhi, "No. Non succederà."

Harry sogghignò prima di dire, "Dormirò sul pavimento, non ti preoccupare."

Tirai giù le coperte di Harry e mi ci infilai dentro. Profumavano di una costosa acqua di colonia e fragole. Una strana combinazione.

Sentii Harry afferrare alcune cose dal suo armadio e poi spegnere la luce. Mi distesi su un lato del letto e fissai il soffitto buio.

Sentii i miei occhi iniziarsi a chiudere mentre Harry si distendeva dall'altro lato del letto.

Pensai di dirgli di andare via, ma ero troppo stanca per discutere. Dopotutto, era il suo letto. Poteva dormire li se voleva..

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Frat Boy h.s. (italian traslation)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora