20 Capitolo

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Quando aprii gli occhi per il suono insistente della sveglia mi stiracchiai sbadigliando e me ne andai in bagno dato che ero ancora tutta truccata e vestita per bene e avevo bisogno di una doccia veloce dato che sarei dovuta andare con il bus e non potevo assolutamente perderlo dato che i miei genitori ancora non erano rientrati e quindi dopo essermi fatta una doccia corsi velocemente in camera mia per scegliere i vestiti e dato che ero in ritardo optai per le prime cose che mi erano capitate in mano.
Un pantalone ed un maglione, non era una bellissima accoppiata ma non avevo voglia di cercare altro e così corsi fuori casa e mi scontrai con Adam che mi stava aspettando sul portico di casa.
Deglutii, ero arrabbiata con lui ma dovevo ammettere che mi era mancato tantissimo e che volevo che mi prendesse e mi baciasse.
"Ehi" mi salutò facendomi un sorriso.
"Vattene" risposi andando verso la fermata del bus ma lui mi prese per mano e così lo guardai malissimo e lui sospirando esclamò:
"Ti prego Riley, ieri ero pieno di lavoro"
"Dovevi avvertirmi."
"Lo so ma non ci ho pensato" e lì mi si chiude la vena, strinsi i denti infastidita e non era perché era a lavoro ma perché venivo dopo, sempre dopo. Volevo solo essere avvertita.
Un messaggio non gli costava un bel niente.Vengo sempre dopo. Sono stata a casa tutto il tempo ad aspettarti"
"Stasera ci rifacciamo" rispose velocemente ma non volevo nemmeno stare con lui, doveva soffrire come avevo sofferto io e così dissi:
"Stasera ho da fare."
"Che cosa?"
"Non sono affari tuoi, vai via"
"Riley per favore. È lavoro"
"Potevi starci pure fino alle tre di stanotte! Ma sono arrabbiata perché non hai trovato nemmeno un secondo del tuo momento per dirmi che non avevi ancora finito" risposi con tutto l'odio che stavo provando in quel momento e lui abbassò il viso mordendosi il labbro inferiore e annuì sospirando.
"Vai via Adam. Ci sentiamo domani"
"Ma perché fai così?" Chiese prendendomi per un braccio così lo guardai malissimo e ringhiai.
"Faccio come hai fatto tu, ora devo andare"
"Per favore Riley" sussurrò piano, mi si spezzava il cuore ma non ero la sua bambolina.
"Vai via Adam" e lui se ne andò via e così mi passai le mani tra i capelli e mi avviai verso la fermata del bus ma una macchina mi tagliò la strada facendomi urlare dallo spavento.
"Ehi, guarda chi c'è!" Esclamò Zacary, mi aveva spaventato a morte!
"Non mettertici anche tu e stai attento!" Urlai facendolo scoppiare a ridere.
"Arrabbiata oggi eh, eccitante. Vuoi un passaggio?" Domandò divertito, non volevo un passaggio anche se ero in ritardo così scossi la testa avviandomi ma lui mi seguì con l'auto.
"E dai, salta su. Devo passare dalla tua scuola
per parlare con la preside di una cosa"
"Non voglio lo stesso parlare con te" ammisi.
"Non parleremo, ma sali che sennò fai ritardo e faccio ritardo pure io per colpa tua" Sbuffai e salii in auto mettendomi la cintura di sicurezza.

Mise un po' di musica e così mi mordicchiai il labbro inferiore pensando a quanto mi avesse fatto arrabbiare Adam, non sapevo cosa fare con lui ma volevo stare con lui perché sapevo che fosse quello giusto per me.
"Quindi stavate litigando eh?" Non volevo assolutamente parlarne con Zac, sapevo che fosse uno stronzo di merda che voleva solo che la mia relazione finisse nel peggiore dei casi.
"Devi solo rispondere sì o no"
"Non sono affari tuoi" Risposi infastidita.
Okay okay, la tua amica?
La devi lasciare stare.
Sto solo chiedendo come stia
Sta, le hai rovinato la vita
Non sono io che le ho rovinato la vita
Le hai spezzato il cuore.
Non sta male per colpa mia
Che?
"Quando era ubriaca fradicia mi disse che una persona la stesse importunando e le stesse facendo fare cose che le non voleva fare e ho provato a chiedere chi ma.." sgranai gli occhi sconvolta e non lo feci finire di parlare che urlai in preda ad un attacco di ansia:
"CHE COSA?! FERMA LA MACCHINA! OH DIO MIO! NON È POSSIBILE" lui mi guardò confuso e fermando l'auto disse per farmi calmare che forse aveva capito male.
"NO! LEI NON MENTE MAI SU QUESTE COSE!" Mi disse di calmarmi ma non potevo assolutamente calmarmi in quella situazione.
"Non dirmi di calmarmi. Portami a casa sua"
"Non sono il tuo tassista personale" disse arrabbiato, lo guardai negli occhi.
Lo pregai con lo sguardo.
Hayley aveva bisogno di me.
"Per favore Zac... ha bisogno di me"
"Okay ma non ti aspetto" mi disse mettendo di nuovo in moto borbottando cose senza senso tipo che non mi avrebbe assolutamente aspettato e che non era il mio tassista ma dopo qualche minuto si calmò e chiese piano:
"Chi è quello che le sta dando fastidio?" Non risposi, dovevo metabolizzare la notizia, non me ne ero accorta dei suoi segnali, non voleva che andassi a casa sua, non voleva vedermi.
La vedevo si e no solo a scuola ma evitava sempre di parlarmi.
"Suo zio... abita con lui da due mesi e una volta lo vidi che ci stava spiando mentre ci stavamo cambiando ma lei non mi credette ma sapevo di aver ragione e ... oddio che amica che sono.."
"E ne sei sicura?" Domandò preoccupato.
"Si, ne sono sicura"
"Allora non posso farti entrare da sola" disse velocemente stringendo il volante, lo guardai malissimo ed esclamai:
"So cavarmela"
"Non mi interessa, entro con te"
"Non voglio che tu lo faccia"
"Riley può essere pericoloso" Esclamò infastidito non ammettendo repliche ma non volevo che entrasse con me e così scossi la testa scendendo dalla macchina e corsi alla porta.
Appena suo zio mi aprii deglutii, non sapevo cosa dire e non sapevo cosa fare.
Da una parte avevo una paura assurda che potesse prendermi e violentarmi ma dovevo salvare la mia migliore amica.
"Salve, cerco Hayley"
"Non c'è" disse solamente, ma non gli credevo.
"Si invece che c'è, dov'è?" Non volevo che mi mentisse perché non ero stupida dato che sapevo che Hayley era in casa.
"Ho detto che non c'è ragazzina, vai via su"
"Voglio vedere Hayley" risposi infastidita ma lui mi guardò schifato e si leccò le labbra.
"Ascoltami insolente di una ragazzina. Non c'è quella cagna" gli tirai uno schiaffo e così lui mi prese per un braccio guardandomi con odio.
"Vai via."
"Mi lasci stare che sennò la denuncio" esclamai e lui scoppiò a ridere scuotendo la testa e disse:
"Che paura. Sono nella polizia. Non ti crederebbe nessuno"
"La lasci stare" Zacary , ero contenta che non se ne fosse andato dato che sennò mi sarei messa nei guai da sola ma lo zio di Hayley guardò Zac come per chiedergli cosa volesse.
"E tu chi sei?"
"Uno che se non la lasci stare ti ammazza di botte e ti fa vedere le stelle"
"Oh oh, che paura" e in un secondo Zac stringeva il collo dello zio di Hayley guardandolo negli occhi con ira.
"Ora chiedi scusa alla ragazza e ci dici dove si trova Hayley" ma non collaborò, anzi gli sputò in faccia e così Zac gli tirò una testata sul naso spaccandoglielo e così urlò dal dolore.
Rabbrividii di spavento.
Forse aveva ragione la madre di Zac ad avere paura di lui, non era una brava persona ma comunque mi stava aiutando.
"Riley vai a cercare la tua amica" e così corsi in camera di Hayley che appena entrai la vidi sul letto piena di lividi e nuda.
Deglutii andando verso di lei che sgranò gli occhi sconvolta scoppiando a piangere.
"Che cazzo ci fai qui?" Mi misi seduta sul letto.
"È ora di andare a scuola"
"Non posso, sei in pericolo qui" esclamò sconvolta guardandosi intorno come se avesse davvero paura che quel pervertito entrasse.
Mi sentivo una nullità.
Mi dispiaceva per lei.
Volevo che non si sentisse così.
"Non preoccuparti, andiamo"
"Non dici niente..? Sono nuda ..." non volevo dirle niente, era la mia migliore amica e io ci sarei stata per sempre per lei perché le volevo bene, un bene assurdo.
Lei era mia sorella, la mia piccola.
"Vestiti e andiamo okay? Sono qui Hayley. Sei la mia migliore amica e non me ne andrò mai" lei mi abbracciò fortissimo piangendo.

C'era una pattuglia di polizia che stavano interrogando Zac che se ne stava lì tranquillo a rispondere alle domande mentre invece lo zio di Hayley era in un auto.
Strinsi la mano alla mia migliore amica.
"Sono qui, sempre" ammisi sorridendo.
Le dissero di andare in centrale per rispondere a qualche domanda, così la salutai dicendole che se avesse avuto bisogno ci sarei stata e se ne andò mentre Zac mi guardò mettendosi le mani nelle tasche dei jeans.
"Menomale non sono andato via allora eh"
Roteai gli occhi facendolo ridere.
"Sei stato molto gentile e credevo te ne saresti andato immediatamente" ammisi salendo in auto e mettendomi la cintura di sicurezza.
"Avevo detto che rimanevo e che volevo scendere con te perché era pericoloso"
"Lo so ma ..." non sapevo come continuare la frase perché era brutto dire a qualcuno che i genitori pensassero che fosse una persona cattiva e che lo pensavo anche io, ma lui mi guardò negli occhi e rispose:
"Ma mia madre dice che sono un pervertito e quindi ovviamente dovevo approfittare"
"Perché lo dice se non è vero allora?" Chiesi come se stesse dicendo una cosa stupida e secondo me era così ma non mi rispose.

Ero appena arrivata a casa ed ero stanchissima, la giornata a scuola era stata stressante e le parole di Zac mi stavano ronzando in testa come un nido di api, ma non volevo sentirmi così confusa perché sapevo che fosse cattivo e non dovevo confondermi solo perché era stato carino e gentile con me qualche volta.

Verso mezzanotte mi arrivò un messaggio e così bloccai velocemente la serie che stavo guardando e corsi a vedere chi fosse sperando in Adam ma era solamente Zac.
Stupido idiota maschilista: Domani ceniamo insieme e non accetto un no come risposta. Notte.

Hayley mi aveva scritto che sarebbe andata a letto, si era fermata a dormire da sua nonna che l'aveva ospitata ed ero contenta che stesse meglio e che comunque volesse parlare con me.
Adam non mi aveva scritto nemmeno un messaggio come se la colpa fosse stata mia ma non ci sarei cascata, non ero stata io a sbagliare e se voleva fare pace sapeva dove trovarmi.

Angolo Autrice
Buonasera! Scusate se non ho aggiornato ma ci sono, non preoccupatevi, mi avete chiesto quando uscirà il mio primo romanzo in cartaceo e sinceramente non lo so, dovrebbe uscire in questi giorni e chiederò conferma domani infatti ma per ora se volete leggerlo lo trovate in eBook su Amazon, in Kindle! Il libro si chiama: love is not a game, di Maria C. Malaspina
Grazie per il supporto

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