5º Capitolo

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A svegliarmi in quella domenica fu il bussare forte alla porta di casa, mugolai non volendo alzarmi ma il rumore era troppo forte e così infastidita andai a passo spedito ad aprire.
Zac con solo un pantaloncino e una maglietta e tutto sudato mi guardò dalla testa ai piedi e così incrociai le braccia al petto guardandolo male e chiesi:
"Che ci fai qui?" Lui incatenò i suoi occhi nei miei e rispose con la sua voce apatica:
"I miei genitori ti stanno chiamando ma non rispondi e quindi mi hanno mandato a prenderti" inarcai un sopracciglio volendo capire il perché dovevo andare da loro ma lui non capì perché troppo stupido e così chiesi innervosendomi ancora di più:
"Perché mi stanno chiamando?"
"Lunedì mi trasferisco ufficialmente in quella cada e sono venuto a prendere delle cose, sono così felici che vogliono fare un pranzo"
Sgranai gli occhi felicissima.
Pensavo non tornasse più ma oramai era tornato manda lunedì non lo avrei più visto.
"Oddio! Ma allora mi vesto immediatamente!" Saltellai correndo in camera mia e mi cambiai velocemente.

Appena finito di cambiarmi scesi giù con un sorriso enorme sul volto e uscii di casa, stava fumando e così saltellai prendendo la sua sigaretta e me la fumai camminando, lui mi seguì con uno sguardo confuso ma non mi chiese niente.
"Sono così felice che te ne vai" ammisi.
"E chi ti porta a scuola?" Mi domandò accendendosi una sigaretta, saltellai come una bambina camminando.
"Adam, oramai sono fidanzata"
"Ma chi ti sopporta" mi rispose, ma non lo cagai, era solo geloso che io fossi felice.

Appena arrivammo a casa sua, Samuel mi corse incontro e mi abbracciò fortissimo.
"Ehi piccoletto, ti trovo bene"
"Anche tu sei bellissima" sorrisi e così andammo a tavola.

Cominciammo a parlare del più e del meno.
Il mio telefono mi avvisò che mi era arrivato un messaggio.
Adam❤️: Mi manchi, ma stasera non posso venire a trovarti
Io: Ah.. non vedevo l'ora di vederti
Adam❤️: Mi farò perdonare❤️

Sorrisi felicissima leggendo il messaggio.
"Fidanzato?" Chiese la mamma di Zac e Samu, così annuii mangiando e le raccontai di quanto fosse meraviglioso.
"Dove hai trovato la casa?" Domandò suo padre bevendo un sorso di vino.
Era strano che non sapessero dove aveva trovato la casa, ma non mi importava proprio niente di ciò che faceva quel coso.
"Non vi importa." Rispose alzando le spalle, lo guardai schifata.
Non vedevo l'ora che se ne andasse via per sempre e lasciasse quella famiglia perfetta, lui era solo la rovina di quella bellissima famiglia.
"Stai calmo ragazzino e rispondi bene."
"Perché? Cosa mi fate sennò? Mi fate dormire di nuovo nel capanno del nonno?"
Si meritava di dormire sotto ai ponti ma stetti zitta mangiando.
"Alla tua età io ero già sposato. Tu non vali niente, Zac" aveva ragione, non valeva niente di niente quel ragazzo, era solo un coso che respirava.
"Erano altri tempi, tesoro" disse la moglie cercando di far calmare la situazione.
"È solo un viziato che non merita nemmeno un soldo" esclamò nervoso.
Zacary faceva innervosire tutte le persone che lo circondavano, lui faceva male.
Era un sadico schifoso.
"Come se tu me li dassi. Mi pago tutto da solo con il mio lavoro." Per poco non scoppiai a ridere, chiamava quella cosa che faceva, lavoro.
Adam lavorava, non lui.
"Con il tuo lavoro? Quello lo chiami lavoro?" Sorrisi di sottecchi mangiando.
Amavo quando lo buttavano giù, quel viziato doveva abbassare la cresta.
"Vogliamo ricominciare?" Domandò Zac posando la forchetta sul tavolo e lo guardò malissimo incrociando le braccia muscolose al petto.
"Railey tu cosa ne pensi del lavoro di nostro figlio?" Mi affogai con l'acqua e tossii un paio di volte rispondendo:
"Non penso sia un lavoro, ma Zacary è troppo immaturo per capirlo" suo padre mi sorrise fiero della risposta e così continuammo a mangiare.

Rimasi lì tutto il giorno, parlai di tutto con la signora che consideravo una mia seconda mamma e mi diede dei consigli.
Mangiammo ridendo e scherzando e in pace perché Zac se ne era andato da qualche parte a cena.
La ascoltavo felice e a mezzanotte Samu mi disse:
"Buonanotte" gli baciai una guancia e lui andò in camera sua.
Mi alzai e salutai tutti e due, li ringrazierò ziai per la meravigliosa giornata ed uscii fuori.

Mi scontrai con Zac che si offrì di accompagnarmi a casa a piedi, lo guardai confusa ma non dissi niente.
Camminammo in silenzio per qualche secondo.
"Puoi andare. So tornare a casa da sola"
"Sono solo cento passi" mi disse alzando le spalle e lo guardai confusa.
"Come fai a sapere quanti passi sono?"
Lui si accese una sigaretta e mi rispose:
"Da casa mia alla vecchia capanna di mio nonno sono centoventi passi, casa tua è prima e quindi ho tirato ad indovinare, qualche passo prima ma siamo lì"
Era da malati contare i passi ma non dissi niente e camminammo in silenzio.
"Posso chiederti una cosa?" Scossi la testa e lui sbuffò facendomi lo stesso la domanda che voleva farmi.
"Perché mi odi così tanto, Bambinetta?"
"Sei un Idiota. Sono così felice che te ne vai da quella casa. Nessuno merita qualcuno come te nella propria vita." Stavo per aggiungere altro ma lui mi fermò rispondendo:
"Finito?"
"Smettila di dirmi se ho finito o meno! Mi fai solo innervosire, Zacary!" Ammisi infastidita, mi aveva detto lui di dirgli perché mi stava antipatico.
Avevo la lista.
"Anche tu mi fai solo innervosire."
"Non si direbbe. Hai sempre la faccia a schiaffi." Risposi guardandolo male.
"Mi stai dando della persona senza sentimenti per caso?" Chiese inarcando un sopracciglio, roteai gli occhi e urlai per farglielo capire meglio:
"TE LO DICO DA SEMPRE"
"Non urlare" gli sputai in faccia e me ne andai in casa per andare a dormire.
Angolo Autrice:
BUON NATALE ❤️🖤

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