8• Capitolo

286 20 3
                                    

Erano passate due settimane da quando stavo con Adam ed ero la ragazza più felice del pianeta, era dolce, era simpatico ed era una meraviglia in tutti i sensi.
Erano già due sabati che andavo a mangiare dai genitori di Zac e amavo il fatto che non ci fosse e nessuno parlasse di lui dato che era un Idiota di merda che non meritava un bel niente.
A Samu mancava moltissimo e mi dispiaceva così tanto che avesse un fratello maggiore di merda.
Parlai con i suoi genitori ridendo e scherzando mentre offendevamo Zac.
"Il suo lavoro è una merda" mi disse suo padre, aveva ragione anche perché considerare lavoro ciò che facesse era proprio strano.
"Almeno si è tolto da qui" risposi ridendo.
"Non capisco come abbia fatto ad uscire da scuola con un 95, secondo me ha copiato tutto" esclamò sconvolto suo padre, aveva ragione.
Non era possibile che fosse uscito con 95, dato che era un demente che non aveva mai studiato in vita sua.

Stavo lavando i piatti mentre canticchiavo, mi ero offerta di farlo.
"Railey... mi accompagni da mio fratello?"
Sobbalzai sentendo Samu, non volevo vedere per niente quel coso.
Stavo da Dio non vedendolo.
"Non penso che sia il caso, tesoro"
"A me lui manca moltissimo" non me ne capacitavo, non era possibile che a qualcuno mancasse una persona del genere, sospirai mordendomi il labbro inferiore e guardai il piccolo.
"Tesoro non so nemmeno dove abita e non penso che ora voglia vederci" ammisi e lui scosse la testa cominciando a piangere, lo abbracciai fortissimo e gli diedi un bacio sulla fronte.
Odiavo vedere Samu piangere, così annuii e mi guardò negli occhi.
Gli accarezzai le guance e mormorai:
"Lo chiamo e vediamo se può vederci"
"Sono sicuro che gli manchiamo" trattenni una risata, a lui non mancavano per niente perché non provava emozioni.
Gli sorrisi senza dire niente e corse via.

Finii di lavare i piatti.
Mi asciugai le mani e poi presi il telefono dalla tasca dei miei jeans.
Cercai il suo numero e lo chiamai, sperai non rispondesse ma invece lo fece.
"Pronto?" La sua voce era confusa.
"Ciao" lo salutai quasi ringhiando.
"Ciao bambinetta, che c'è? Ti manco?" Scoppiai a ridere e mi misi seduta su una sedia, accavallai le gambe e risposi:
"No. Sto bene senza di te. Ma a tuo fratello manchi molto anche se sei una Merda di fratello" lo sentii sospirare.
"Anche lui mi manca." Non era possibile.
"Non hai emozioni, non può mancarti."
"Se okay, quindi? Lo vuoi portare qui? Ti dico il mio indirizzo?" Domandò velocemente, mi passai la lingua sul labbro inferiore pensando ma poi risposi:
"Non ho l'auto Idiota del cazzo. Come faccio ad arrivare?"
"Venite al parco" mi disse, aveva voglia di chiudere ma non volevo che mi staccasse in faccia perché dovevo farlo io.
"Quale?" Domandai confusa.
"L'unico che c'è." Rispose come se fosse una cosa ovvia, mi diede fastidito.
"Ok."
"Ciao, a dopo bambinetta" mi salutò.
"Mi tocca, a dopo" risposi alzando le spalle mettendo fine alla chiamata, andai da Samu che stava giocando con le macchinine e gli sorrisi.
"Possiamo andare a fare una passeggiata io e Samu?" Chiesi ai suoi genitori.
"Se non ti crea disturbo, volentieri!" Esclamò sua madre sorridendo, scossi la testa ricambiando il sorriso e quindi Samu mi abbracciò fortissimo e si mise il cappotto, la sciarpa e un cappello di lana.
Lo presi per mano e cominciammo a camminare, lui saltellò per tutto il tempo.
Era felice di vedere suo fratello.
"Perché gli vuoi bene?" Domandai curiosa e lui mi sorrise guardandomi.
"Perché lui è il mio fratellone e mi vuole bene. Farebbe tutto per me e mi fa sempre ridere quando sono triste" alzai le spalle, non volevo che ci rimanesse male per ciò che avrei detto e così sorrisi.

Arrivammo al parco e ci mettemmo seduti sulla panchina celeste, mi guardai intorno ma non lo vidi.
"Tu vuoi bene a tato?" Domandò curioso.
Scossi la testa mordendomi il labbro inferiore e lui mi guardò con gli occhioni.
"Perché non vuoi bene a tato?"
"Non siamo amici, ma stai tranquillo" lui alzò le spalle e si guardò intorno.
"Sei sicura che viene?" Chiese preoccupato, annuii accarezzandogli i capelli, lui mi strinse forte.
"Aveva detto di sì, quindi presumo" risposi.
"Ma forse abbiamo sbagliato posto" disse.
"Non abbiamo sbagliato posto, Samu. Stai tranquillo" lui abbassò il viso.
"Mio fratello non verrà ?"
"Non lo so tesoro" ammisi guardandomi intorno, non era possibile che mi avesse mentito e come una scema ci fossi cascata.
Non doveva venire per me ma per il fratello e non si era nemmeno degnato di chiamarmi per avvertire che non fosse venuto o che avrebbe fatto ritardo e mi stavo innervosendo per il freddo.
Samu andò verso lo scivolo, così chiamai immediatamente quel coso.
"Mi spieghi dove cazzo sei, idiota?"
"Stai calma, sto arrivando. Ti manco così tanto che non vedi l'ora di vedermi?" Chiede in modo apatico, per poco non vomitai per la cosa più stupida che avessi mai sentito in vita mia.
"No, a me non manchi per niente e avrei preferito starmene a casa con i tuoi genitori a parlare male di te ma non ho potuto perché io ci tengo a Samu" ammisi accavallando le gambe.
"Ci tengo anche io a Samu, è mio fratello."
"Allora perché ci stai facendo aspettare da mezz'ora? Dovevi scoparti qualche troia per caso?" Per poco non urlai.
"No, ero a lavoro"
"Chiamarlo lavoro mi sembra troppo, potevi uscire prima dato che non fai un bel niente dalla mattina alla sera" esclamai passandomi una mano tra i capelli.
"Tra cinque minuti sono lì, dove siete seduti?" Chiese non rispondendo a nessuna delle mie frecciatine, sospirai.
"Siamo sulla panchina celeste" lui staccò.
Ringhiai e lo chiamai nuovamente, non doveva permettersi di staccarmi il telefono in faccia, solo io potevo farlo.
"Dimmi" esclamò irritato, gli feci il verso.
"Posso solo io staccarti il telefono in faccia, non tu" esclamai come una bambina, lo sentii ridacchiare.
"Okay, allora stacca pure, bambinetta" roteai gli occhi infastidita e staccai la chiamata sentendomi sollevata.

Le cose che mi fai provare Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora