Capitolo 3

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Sentii una strana presenza muoversi sul mio petto, e aprii leggermente gli occhi "Dormi" mi disse Zoe a bassa voce, mentre con una coperta copriva me e Lele che evidentemente c'eravamo addormentati sul divano dopo la fine del film.
Generalmente non mi piaceva che la gente dormisse appoggiata sul mio petto, ma quella sera mi sentii particolarmente rilassato.
Quasi quasi mi piaceva sentire le sue guance morbide a contatto con il mio busto.
L'ultima cosa che feci prima di riprendere sonno fu quella di portare una mano tra i suoi capelli arruffati, e stringerli delicatamente tra le mie dita.

Mi aveva sempre trasmesso tranquillità farlo con Lele.

Chiusi gli occhi beandomi di quel contatto, e li riaprii solo quando la luce che arrivava dalle finestre cominciò a brillarmi sul viso.
Con la mano libera mi sfregai un occhio, e con l'altra che era ancora tra i capelli di Lele cominciai ad accarezzargli lentamente le tempie "Hey.. svegliati" gli sussurrai vicino all'orecchio, dato che avendo la sua testa su di me mi venne più comodo fare così.
Sentii le sue mani stringermi i fianchi, mentre con dolcezza muoveva la testa "Un minuto" mi disse poi con la vocina impastata dal sonno, ed io annuii leggermente continuando a muovere la mano tra i suoi capelli.

Passarono letteralmente dieci minuti, e dopo di che sollevò lo sguardo nella mia direzione e lo trovai con le labbra leggermente schiuse, e la fronte corrucciata sulla quale subito lasciai un bacio leggero "Buongiorno Tanche" mi disse con un tono abbastanza felice, e dopo avergli sorriso lo salutai a mia volta "Buongiorno Lello" sentii le sue braccia stringermi intorno alla vita, e al contrario di come avrei fatto con Diego, Gian o Valerio, mi lasciai abbracciare.
Generalmente non ero molto fan di quelle manifestazioni d'affetto tra amici maschi, anzi a dirla tutte a volte mi infastidivano anche le ragazze, ma Lele era un'eccezione.
Senza un vero e proprio motivo.
Semplicemente sapevo che avesse il costante bisogno di sentirsi coccolato, o rischiava di crollare ripensando alle parole di quei maledetti bulletti che alle medie lo prendevano in giro.

Ricordai un giorno in cui dopo avermi abbracciato, io lo scansai via in malo modo e le parole di Diego presero a sbattermi in faccia "Sei proprio uno stronzo. Ma non lo capisci o no che fa così solo perché ha bisogno di sicurezza? No. Tu non capisci un cazzo perchè nessuno ti ha mai detto che sei un mostro orribile, o che se morissi il mondo sarebbe un posto migliore. Ma a Lele si. Glielo dicevano sempre, e per quanto lo neghi io lo so che ci sta male ancora" rimasi letteralmente sconvolto quel giorno, e senza nemmeno dargli una risposta subito corsi in cerca di Lele, e quando lo trovai gli saltai  addosso avvolgendogli braccia e gambe intorno al collo e alla vita.

"Hey? Ci sei ancora?" Tornai al presente, mentre Lele mi agitava una mano davanti agli occhi e annuii "Certo che si. Stavo solo pensando" lui mi accarezzò la guancia con dolcezza e mi guardò negli occhi "A cosa?" Mi chiese curioso, ed io nascosi un piccolo sorriso.
Un'altra cosa che di lui non mi infastidiva:
Era curioso.Tanto curioso. Forse anche troppo. Eppure se si trattava di Lele non mi creavo problemi.
Detestavo che la gente mi domandasse qualsiasi cosa, ma lui era un'eccezione anche per quello. Poteva chiedermi di tutto, e si, magari non gli avrei risposto, ma non mi sarei arrabbiato. Non con Lele.

"A nulla Lè. Non pensavo a niente" lui continuò a muovere la sua mano sul mio viso, e tracciò i contorni delle mie labbra "A chi?" Lo guardai fisso negli occhi, mentre continuava, in un certo senso, a disegnare sul mio volto "Come sei curioso" gli dissi in un sussurro, e lui sorrise "Non provare nemmeno a cambiare discorso. A chi pensavi Tancredi?" Sbuffai rassegnato ed iniziai a parlare "A te" vidi la sua espressione mutare da totalmente tranquilla a leggermente confusa "A me?" Mi chiese, spostando le mani dalla mia faccia, per appoggiarle sul mio collo mentre si accoccolava meglio sul mio petto "Si. Perché sei speciale" sentii il suo orecchio accarezzarmi delicatamente il petto, e istintivamente il mio cuore iniziò a battere più velocemente "Stavo riflettendo sul fatto che a te lascio fare cose che magari agli altri non farei fare mai." Senza spostarsi di un centimetro, dalla posizione in cui era mi afferrò una mano e la avvicinò alle sue labbra "Tipo cosa?" Lasciò un bacio sulle mie dita, ed io rabbrividì leggermente "Tipo stare così" gli spiegai con la voce così tanto bassa, che quasi credetti di essere rimasto in silenzio "Sei tu che hai bisogno di aprirti di più Tancredi" si passò le mie dita sul viso, ed istintivamente palpai le sue belle e morbide guance "O forse sei solo tu che hai bisogno d'affetto" sentii il petto tremare potentemente, mentre il mio cuore continuava a sbattere con forza.

Avevo appena corso una maratona e non me ne ero reso conto probabilmente.

Rimasi un po' in silenzio, mentre continuai ad accarezzare la faccia di Lele, e mi fermai solo quando sentii di stare toccando le sue labbra rosee e carnose, che senza nemmeno rendermi conto strinsi tra le mie dita con forza, finché lui non emise un leggero suono strozzato "Non ti volevo fare male. Scusami" gli dissi, ancora una volta a bassa voce, e lui fece spallucce "Fa nulla. Era quasi piacevole" rimasi colpito da quelle parole, e rimasi ancora più stupito quando mi riafferrò le mani e le riportò sulle sue labbra, ma quasi come niente fosse ripresi a stringerle tra le mie dita, e per un attimo immaginai di stringerle con i denti.

Aspetta. Aspetta. Aspetta.
Ma che cosa mi stava passando per la testa?
Ero forse impazzito o cosa?
Non avrei mai potuto ne pensare, e ne tanto meno fare una cosa del genere.
Stavamo parlando di Lele.
Emanuele Giaccari.
E in qualsiasi altro modo si fosse chiamato rimaneva il fatto che fosse un ragazzo.
Un ragazzo.
Non potevo avere simili pensieri su un ragazzo.
No. Non potevo proprio.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora