Capitolo 11

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Quando tornai alle poltroncine trovai Lele proprio dove lo avevo lasciato, con ancora il bicchiere in mano.
Rimasi a guardarlo un po' da lontano, mentre si passava la cannuccia tra le labbra nervosamente e mi chiesi come cazzo faceva ad essere così bello.

"Tanche sei tornato!" Si alzò nella mia direzione e mi abbracciò, parlandomi poi all'orecchio per sovrastare il suono della musica "Temevo che ti fossi trovato qualcuno con cui.." si bloccò proprio sul finire della frase ed io scoppiai a ridere "C'ero quasi" lui si fece improvvisamente serio, e si risedette, facendomi segno di appoggiarmi sulle sue gambe, così lo accontentai e lo guardai negli occhi "Che vordí che c'eri quasi?" Gli sistemai una ciocca di capelli, e gli accarezzai una guancia "Hai presente Giulia?" Lui annuí, mentre io continuai ad accarezzargli il viso tranquillamente, come se non ci trovassimo nel bel mezzo di una discoteca e come se non fossimo circondati da almeno altre dieci mila persone "Ha provato a farmi un.. lavoro di bocca" aggiunsi un tono interrogativo sull'ultima parte della frase, e lui trasalì "Ma tutto questo il tempo di andare a fare pipì?" Io lo guardai ancora una volta e scoppiai letteralmente a ridere "Quella è pazza Le. Mi voleva stuprare!" Mi strinse tra le sue braccia e si mise a ridere "Non ti farò più muovere da solo" mi disse sicuro di se, ed io lo guardai negli occhi, mentre rimasi praticamente a cavalcioni su di lui "Nemmeno se devo andare in bagno?" Gli chiesi deglutendo, con una strana sensazione in bocca, e lui negò con la testa avvicinandosi poi al mio orecchio, per sussurrarmi una frase"No. Ti ci accompagno io" sentii un brivido attraversarmi la schiena, e non capii nemmeno io il perché, fatto sta che le guance presero ad arrossirmi ed io nascosi il viso nell'incavo del suo collo.

Lele inizió ad accarezzarmi dolcemente la schiena, ma quando sentii una mano appoggiarsi sulla mia spalla mi resi conto che c'era qualcun altro "Scusate innamorati, ma Diego sta a sboccà pure l'anima" sollevai lo sguardo nella direzione di Valerio, e mi misi in piedi afferrando la mano di Lele "Non lo sopporto. Ma perché deve sempre ubriacarsi?" Dissi sbuffando, mentre mi trascinavo Lele dietro seguendo Valerio.
Quando fummo arrivati fuori dalla discoteca trovammo Diego accasciato a terra e Gian e Zoe al suo fianco che lo aiutavano "Sei sempre il solito ao" gli urlai e quando si voltò nella mia direzione ebbi un conato di vomito anch'io.
Era letteralmente disgustoso.

Mi allontanai leggermente e Lele mi venne dietro "Che hai?" Sollevai il pollice in su, come a fargli capire 'sta tranquillo va tutto bene' ma lui insistette e mi ripropose quella domanda.

"Niente Lè, ho lo stomaco sensibile tutto qui" riuscii finalmente a farlo andare dal suo migliore amico, che forse aveva finito di svuotarsi anche l'anima e gli altri tre mi guardarono "Credo sia ora di tornare a casa" ci disse poi Gian incamminandosi verso la macchina, ed io lo salutai scuotendo la mano "Non vieni in macchina con noi?" Mi chiese poi Zoe, e quando negai con la testa Valerio mi guardó interrogativo "Lo sai che si stenderà, e l'ultima volta ci ho guadagnato un calcio in faccia ed un occhio nero." Gli spiegai, e mi strinsi la giacca nelle spalle e mi preparai ad incamminarmi, mentre loro capendo il concetto si avvicinarono alla macchina.

"Hey!" Sentii un urlo alle mie spalle, e quando mi voltai mi trovai davanti il viso sorridente di Lele "Non vorrai mica camminare tutto solo soletto alle tre del mattino, no?" Mi morsi il labbro inferiore per nascondere il sorriso che mi stava nascendo sul viso, e ripresi a camminare, seguito da lui "Tanche" mi voltai nella sua direzione e lo guardai in faccia "Che c'è Lè?" Il freddo di quella notte si abbatteva su di noi, ma era quasi piacevole, e non so bene da cosa ma sentivo come se fosse attutito "Ti posso fare una domanda?" Mi sfregai le mani per scaldarle, ed annuii "Che hai sentito quando Giulia ha..Emh.." sorrisi istintivamente sentendo il suo imbarazzo, ma nonostante ciò gli risposi con tutta la calma del mondo "Niente" lui aveva il viso confuso, e gli occhi di chi non ci credeva minimamente "Non farmi scendere nei particolari Le, dai" trattenni a stento le risate, e lui avvampò.

Non eravamo troppo distanti da casa, eppure il freddo di quella sera mi stava letteralmente facendo congelare le mani e Lele se ne accorse, perché prima che potessi rendermene conto mi ritrovai con le mani strette tra le sue e con la sua testa appoggiata sulle mie spalle.
Mi resi conto solo qualche minuto dopo che ci stessimo abbracciando e sorrisi.
Era così dannatamente dolce.

Per il resto del tragitto non parlammo minimamente, capitava che ogni tanto mentre camminassimo lui mi lasciasse un bacio tra i capelli oppure sotto l'orecchio o ancora sotto il collo, ma oltre a questo e a qualche risata non successe di più.
Del resto: che sarebbe dovuto succedere?
Eravamo semplicemente io e Lele che tornavamo a casa insieme, a piedi, da soli, in piena notte dopo una bella serata passata insieme.

Appena chiudemmo il cancello di casa iniziammo a correre verso la porta, e quando lui si fermò di scatto io gli caddi addosso, finendo con il viso ad un palmo dal suo.
Lo guardai negli occhi, e lui fece lo stesso, poi con lo sguardo scesi più in basso: Sulle guance, sul naso ed infine sulle labbra.
Rosee, grosse, carnose. Così belle. Così.. perfette.
Ma quanto cazzo erano magnifiche quelle labbra?
Mi morsi la lingua per non dirglielo, e cercai di sollevare lo sguardo di nuovo verso i suoi occhi, ma quando lui iniziò a giocare con il piercing sentii un brivido immenso attraversarmi la schiena e mi venne voglia di staccarglielo con i miei denti quel dannato tongue, così presi ad avvicinarmi.

Un pochino, solo un centimetro e finalmente..
"Ao siete arrivati finalmente!" Sussultammo entrambi, e sbattemmo fronte contro fronte "Ma che stavate a fa?" Mi misi in piedi e mi toccai la testa dolorante "Eravamo caduti Gian! Che stavamo a fa secondo te?" Mentre continuavo a massaggiarmi le tempie mi diressi in camera mia, e dopo essermi cambiato mi infilai a letto, continuando a ripetermi una frase in mente.
Eravamo caduti. E basta.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora