Capitolo 13

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Erano passati due giorni dall'arrivo delle ragazze, eppure io non riuscivo a smettere di pensare a quello strano momento che si era creato con Lele, anche se il suo comportamento tranquillo mi fece pensare più e più volte che quel avvicinamento fosse semplicemente frutto della mia immaginazione, e forse magari lo era stato davvero.

Fatto sta che mi ero allontanato leggermente da lui, senza sapere bene nemmeno il perché di questo mio gesto, ma mi ero concentrato sul passare del tempo con Zoe, Aurora e Peia.
In quel momento infatti ci trovavamo tutti e quattro nel giardino, distesi sulle sdraio, con gli occhiali da sole per provare ad abbronzarci.
Capitava che di tanto in tanto Zoe e Peia si mettessero a ridere tra di loro, mentre io e Aurora stavamo parlando da ormai quindici minuti pieni, di relazioni amorose e di sentimenti.

"Tanche: ma a te piace qualcuno?"Aurora se ne uscì dal nulla con quella domanda, ma io subito negai con la testa.

"Non credo Auro" Le dissi sincero, e mi tolsi un attimo gli occhiali per guardarla in viso, prima di porle quella domanda "A te invece?" E io lo sapevo, ero certo di conoscere già la sua risposta, ma ne volevo una conferma. Perché? Perché le volevo bene e nonostante tra lei e Lele non ci fosse chissà cosa, sapevo che lui non era certo di provare un vero sentimento nei suoi confronti, e non volevo vederla soffrire.

Quando capí la mia domanda subito le comparse un sorriso enorme sul volto, e cominciò a giocare distrattamente con le mani "Si Tanche. Si." Riuscivo a vedere il luccichio nei suoi occhi nonostante portasse quegli enormi occhiali, e per un attimo sentii uno strano fastidio allo stomaco.

Lei era invaghita. Era palese che le piacesse.
Ma Lele? Lui era un minimo interessato?
O magari aveva qualcun altro?

"Tanc? Va tutto bene?" Scosse la sua mano davanti al mio volto, ed io sobbalzai, uscendo da quella specie di bolla in cui mi ero intrappolato "Si" Le dissi secco, e mi misi in piedi per andare a farmi una doccia, ma quando mi voltai andai a sbattere sul petto di qualcuno. Qualcuno più alto di me.
E chi poteva essere se non lui?
Ovviamente nessuno.

"Stasera Valeria e Jody fanno una festa per i loro sei mesi insieme. Siamo stati invitati" ci informò Lele, e mentre Zoe e Peia esultarono contente, Aurora rimase a guardarlo confusa "Anche io?" Gli chiese poi, e subito lui annuí.

Io mi appoggiai una mano in testa e mi scompigliai i capelli. Ero sicuro che ci sarebbe stata pure Giulia a quella festa, e non avevo intenzione di respingerla una volta ancora, quindi presi la decisione più veloce che mi venne in mente "Io non vengo regà" e prima che potessero chiedermi qualcosa rientrai in casa e mi buttai sul mio letto.

Avevo bisogno di pace e tranquillità, ed ero quasi certo che rimanendo da solo a casa ci sarei riuscito, così chiusi gli occhi e mi addormentai.

Non sapevo bene che ora fosse quando presi sonno, ma quando mi risvegliai erano già le 21:30 ed ero certo che gli altri fossero già usciti, così afferrai il telefono in mano e appena vidi la quantità di messaggi che mi avevano scritto, e le chiamate perse rimasi sconvolto.

Vivevamo nella stessa casa, che bisogno c'era di mandarmi 178 messaggi, e di chiamarmi 49 volte? Non bastava aprire la porta e chiamarmi?

Certo, se avessi evitato di chiudere la porta a chiave magari sarebbe stato meglio..

Ad ogni modo, mi stropicciai gli occhi e lessi i primi messaggi che erano quelli di Zoe
"Tanche mi apri?"
"Eddai tanche non ho tutto il giorno"
Ed erano tutti così. Una lista di quaranta messaggi tutti così, ma poi evidentemente si era stancata ed aveva lasciato l'incarico a Peia
"Hey, che ne pensi di uscire da quella stanza?"
Tutto ciò seguito da almeno altri ottanta messaggi, in cui mi esortava gentilmente ad aprire la porta per parlare.
Ed infine c'erano i messaggi di Aurora
"Io non ti costringo ad aprire"
"Se vuoi parlare sono qui."
"Ti voglio bene"
Rimasi colpito. Solo tre messaggi.
Brevi ed intensi. Ci sapeva fare.

Poi guardai la cronologia delle chiamate, e notai che erano tutte da parte di Lele,
cosi gli scrissi un messaggio veloce.

"sappi che se non vi ho risposto prima è perché dormivo"

Dopo di che riposi il telefono sul comodino posto di fianco a me, e accessi il computer scegliendo un film da vedere su Disney Plus.

Mi gustai per bene toy story, ma quando partirono i titoli di coda, sentii un suono provenire dal piano di sotto, e nonostante non mi sentissi completamente sicuro scesi le scale.
Ma quello che mi trovai davanti mi fece raggelare.

"Che hai combinato Lele?" Subito corsi nella sua direzione, e gli toccai la guancia destra che continuava a sanguinare, proprio come il suo labbro, e come le nocche delle sue mani.
Lui non mi rispose, ma io lo trascinai in bagno e lo feci sedere sul bordo della vasca da bagno, per poi cominciare a disinfettargli tutte le ferite.

Quando la sua guancia fu ripulita gli feci di nuovo quella domanda "Che hai combinato?"

Lui mi guardò negli occhi e mi accarezzò una guancia "Ho dato una lezione ad un coglione" gli massaggiai con delicatezza le mani, mentre ancora ci guardavamo "Chi? Perché?" Mi resi conto di stare sussurrando preoccupato, e gli accarezzai delicatamente il labbro inferiore ancora sporco da qualche goccia di sangue "Il cugino di Giulia. Lui.. ha detto che sei un frocio. Io non ci ho più visto Tancredi. L'ho preso a pugni" continuai a muovere delicatamente il mio dito sul suo labbro, e mi avvicinai di più al suo viso "Lascialo parlare Le. Che ti frega?" Ci ritrovammo naso contro naso, a sussurrarci sulle labbra "Non è vero che lo sei Tanche." a quell'ennesimo sussurro sentii letteralmente le farfalle allo stomaco, e prima che potessi rendermene conto, le sue labbra si scontrarono con le mie, e mi ritrovai attaccato al muro mentre le sue mani vagavano sui miei fianchi.

In un momento di eccitazione schiusi le labbra, e gli infilai le mani tra i capelli per tirarmelo più vicino possibile, e finalmente le nostre lingue si toccarono.
Il mio bacino sbatteva contro il suo, e quando si strusciò su di me per l'ennesima volta gemetti contro la sua bocca, e questo sembrò piacergli, dato che subito dopo si staccò dalle mie labbra per scendere sul mio collo dove cominciò a leccare e succhiare gran parte della mia pelle.
Quando mi afferrò le cosce e me le fece legare alla sua vita, sentii la testa girare.

Che cosa stavamo facendo?
Come si poteva definire quel momento li?

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora