Capitolo 14

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Per quanto fossi confuso da quella situazione non riuscivo a staccarmi da Lele, e non riuscivo a smettere di accompagnare le spinte che dava proprio contro il mio bacino.
Non sapevo bene da quanto tempo ci stessimo baciando, perchè era quello che stavamo facendo.

Ci stavamo baciando.
E che bacio ci stavamo dando.

Eppure ne io ne lui sembrava avessimo minimamente idea di staccarci, anzi, più tempo passava e più sentivo la sua lingua appropriarsi della mia, quasi come se gli appartenesse. Come se ci fosse scritto il suo nome sopra, ed in quel momento ero fin troppo eccitato per rendermi conto che quello che stavamo facendo era completamente sbagliato, ma non sembravo essere l'unico.

Per quanto avessi paura di fargli male, portai le mie mani sul suo viso e lo strinsi con forza, facendomi scappare un gemito quando strinse la presa sulla parte interiore della mia coscia "Sto impazzendo Tancredi. Fermami o non so cosa potrebbe succedere" ed io non so se fosse perché ultimamente mi ero immaginato quel momento un sacco di volte, o se si trattasse semplicemente dal tono affannato della sua voce, ma al contrario di quello che mi aveva appena chiesto mi strusciai su di lui con forza, facendolo gemere "Non mi importa Lele. Non. Mi. Importa" scandii bene le ultime tre parole, proprio contro il suo orecchio, ed iniziai a baciargli il collo.
Avevo voglia di lasciarci dei segni sopra, tanti segni, ma poi mi ricordai che gli altri li avrebbero visti.

E li avrebbe visti anche Aurora. Aurora.

Lei mi aveva confessato proprio quella mattina di provare dei sentimenti per Lele, e adesso io mi ci stavamo strusciando contro come una sedicenne in calore.
Ma che cazzo stavo facendo?

Lele appoggiò la mano sul bottone dei miei pantaloni, ma io lo spinsi leggermente e mi liberai dalla sua presa "Tu e io non abbiamo fatto niente. Niente Lele. Sono stato chiaro?" Scesi velocemente dalle sue braccia e mi allontanai il più possibile.

Lo guardai in faccia: Aveva le guance rosse, le labbra gonfie, gli occhi lucidi ed i capelli completamente spettinati.
Fui tentato di riassaporare quelle labbra, e di cercare una stupidissima scusa per giustificare l'irrefrenabile voglia che avevo di sentirlo contro di me, ma ancora una volta mi resi conto di quanto malsano fosse quel pensiero.

Lui mi guardò negli occhi e abbassò lo sguardo "Niente" si voltò di spalle ed uscì dal bagno.
Mi appoggiai alla porta e lasciai che il mio corpo scivolasse a terra.
Che cazzo avevo fatto?
Come avrei guardato in faccia Aurora il giorno dopo? Io non ne avevo idea.
Si era letteralmente confidata con me, ed io l'avevo tradita. Che amico di merda.

Eppure mi stupii di me stesso quando mi resi conto che il fatto che Lele fosse un ragazzo non contasse nulla.
In altre circostanze magari mi sarei posto qualche domanda, ma avevo deciso di ascoltare la parole che mio padre mi disse quando avevo sedici anni:

"L'amore non sboccia tra sessi Tanc. L'amore sboccia tra persone, indipendentemente dal fatto che siano maschi o femmine. Quindi se mai dovessi innamorarti di un ragazzo questo non cambierebbe te, non cambierebbe la tua vita e non cambierebbe l'affetto della tua famiglia nei tuoi confronti"

E mio padre aveva ragione quando diceva che l'amore non sbocciasse tra sessi, ma era vero anche che tra me e Lele l'unica cosa ad essere sbocciata era l'attrazione fisica, e probabilmente anche la curiosità di fare nuove esperienze.
Era quella l'età. Se non a vent'anni quando avremmo dovuto farle certe esperienze?

Mi passai una mano tra i capelli e con poca forza mi rimisi in piedi.
Avevo il bisogno urgente di farmi una doccia, e di togliermi di dosso il suo profumo, ma soprattutto speravo che lavandomi avrei lavato via anche il suo sapore dalle mie labbra e le immagini che non smettevano di girare nella mia testa.

Dovevo tenere in mente solo una cosa:
Lele era un amico, e aveva anche bevuto, quindi non era nemmeno in se e probabilmente il giorno dopo non ci avrebbe nemmeno pensato a quel bacio.
Quel bacio. Quel fottuttissimo bacio.

Sentii un esplosione di calore sul basso ventre, e mi spogliai velocemente.
Io dovevo muovermi a fare quella doccia, o rischiavo di morire per surriscaldamento del corpo.

Appena entrai in doccia lo schizzo d'acqua fredda mi colpì in pieno il viso, e se generalmente quel gesto mi avrebbe fatto male, quella volta non mi fece sentire nulla.
Niente di niente.

Mi appoggiai alle piastrelle fredde e chiusi gli occhi, lasciando che l'acqua mi percorresse il corpo, e per l'ennesima volta quella domanda mi si ripresentó davanti: Che avevo combinato?

Una cazzata. Una grossa cazzata.
E l'avrei rifatta, eccome se l'avrei rifatta.

E pensare che se ne avessi avuto la possibilità l'avrei rifatto, non faceva altro che farmi arrabbiare, perché mi facevo schifo.
Ma non potevo prendermi in giro da solo.
Non era da me.
Potevo prendere in giro chi volevo ma non me stesso. Era fin troppo difficile.

Quando chiusi il getto dell'acqua sentii la notifica di un messaggio, e dopo essermi infilato l'accappatoio uscii dalla doccia e afferrai il cellulare:
"Hey Tanche come sta Lele? L'hai già medicato?"
Lessi il messaggio di Aurora e mi guardai allo specchio imbarazzato.

Lei era preoccupata per lui, perchè aveva litigato per difendere me ed io lo avevo baciato praticamente contro la sua volontà.

Ma ero uno psicopatico o cosa?

No perché non riuscivo proprio a spiegarmi con che coraggio avessi fatto una cosa del genere.

Mi passai una mano tra i capelli bagnati, e mi resi conto di essere ancora in accappatoio, così uscii finalmente da quella stanza, che probabilmente non avrei più guardato allo stesso modo, e mi diressi in camera mia.
Volevo stare comodo. Avevo già la testa sottosopra e non mi andava di vestirmi con qualcosa di bello ma che non necessitasse troppe attenzioni, così semplicemente mi infilai i boxer, i pantaloni di una tuta grigia e una felpa bianca a caso.

Quella felpa bianca a caso però apparteneva a qualcuno di ben preciso, ed io me ne accorsi solo quando per sbaglio la odorai ed il profumo di Lele mi inondò le narici.
Una cosa era sicura: se stavo cercando di non pensarlo, quella felpa non mi sarebbe stata d'aiuto.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora