Capitolo 40

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Rimasi in camera mia da solo, a piangere, per un tempo indeterminato, finché stufo di quella sensazione afferrai un blocco e cominciai a disegnare.

Come sempre quando disegnavo qualsiasi emozione negativa abbandonava il mio corpo, ed io mi sentivo bene. Come quando facevo l'amore con Lele.

Smettila di pensarci.

Mi morsi la lingua e mi diedi un colpo di matita in testa "Non credo che quello sia il modo giusto" mi voltai verso la porta di camera mia, e trovai Zoe a fissarmi, con un sorriso enorme "Dici?" Le chiesi ironicamente, e lei si avvicinò per abbracciarmi.

"Come stai Lil? É molto che non parliamo" io le avvolsi le braccia intorno alle spalle, e poi la feci sedere sulla scrivania di fronte a me "Sto bene. Com'era Roma?" Decisi di non stressarla con tutti i miei problemi, io volevo solo parlare con la mia amica che non vedevo da due settimane per un viaggio.

"Roma é Roma Tanche. Casa nostra. Dove siamo nati e cresciuti, non la puoi spiegá in altri modi" le sorrisi sincero. Ero felice di sentirla parlare in quel modo.

"Con il libro?" A quella mia domanda i suoi occhi divennero luccicanti "A questo proposito.." scese dalla scrivania e si allontanò verso la porta "Torno subito" corse nell'altra stanza come una bimba davvero felice, ed io sorrisi, riavvicinandomi alla scrivania per riprendere a disegnare.

Quando sentii la porta sbattere, stra convinto che fosse Zoe, non persi nemmeno tempo a voltarmi "Ciao!" Mi urlò invece Aurora, avvolgendomi il collo tra le sue braccia "Ciao" le dissi io trattenendo a stento le risate per quel gesto così buffo.

"Quanto ti sono mancata?" Approfittai delle ruote della mia sedia, e mi allontanai dalla scrivania per guardarla bene in volto "Un po. Solo poco poco" Lei mise su un broncio tenero e mi abbracciò "Tu tanto invece!" Mi lasciò un bacio sulla guancia, e si sedette sul mio letto.

Notai i suoi occhi cambiare leggermente, così istintivamente le presi la mano "Che succede?"  Lei mi guardò negli occhi, e cercò di scrutarmi in viso.
Ti prego: non dirmi che lo sai.
Potrei piangere Aurora. Non farlo..

Lo meriteresti.

Maledii il mio subconscio, e strinsi leggermente la presa sulla mia mano, cominciando ad avere paura sul serio.

"TANCHE!" Zoe fece il suo ingresso nella mia stanza, con un sorriso enorme, e un libro tra le mani "Ecco a te, la seconda copia ufficiale di 'libera come le stelle'." Cercai di non farle capire quanto fossi nervoso, afferrando il suo libro tra le mani e fingendomi offeso "Perché la seconda? Chi ha la prima?" Lei mi diede un abbraccio "Mamma!" È solo allora si rese conto di Aurora alle nostre spalle e corse a salutarla.

Rimase un po' con noi, a parlarci del suo libro, ed entrambi ci complimentammo con lei perché davvero si meritava il mondo, poi il suo telefono squillò e lei scappó via di corsa dicendoci che aveva degli importanti impegni lavorativi.

La mia ansia, che non se n'era andata nemmeno un secondo, riprese il sopravvento mentre io e Aurora ci guardavamo in viso stando in silenzio.

"Tanche..." la guardai, già pronto a chiederle scusa in ginocchio "Ti ricordi di quel ragazzo che ho conosciuto al matrimonio, di cui ti parlai?" Tirai un'enorme sospiro di sollievo, e lei mi guardò interrogativa, ma io le feci cenno di continuare.

"Mi ha scritto su Instagram, e abbiamo parlato tanto.." l'espressione seria sul suo viso mi metteva quasi paura, per questo prima di parlare ci pensavo non una, ma ben tre volte "Vi state sentendo" e quella non era una domanda. Era un'affermazione e lei lo aveva capito, infatti subito mi rispose "Siamo amici. Io sto con Lele, e non penso di tradirlo. Lo amo davvero Tanche.. e credo che anche lui provi qualcosa per me" no.

No.No.No.No.

"Certo. Non starebbe con te altrimenti no?" Sbuffai internamente, con una voglia matta di uscire da quella stanza, e andare da quel deficiente per prenderlo a calci sui denti.

"Quindi tu e questo..." Lei mi guardò e parlò a bassa voce "Davide" annuii con il capo "Tu e questo Davide, vi scrivete solo. É solo un'amicizia e non vi siete nemmeno più visti no?" A quella domanda la vidi sbiancare un po' "Ci..siamo visti" spalancai la bocca " Solo tre volte." Rimasi ancora più sconvolto "NON ABBIAMO FATTO NULLA!"

Mi morsi le labbra, e pensai a Lele.
Quanto sarebbe stato bello che il karma gli facesse una cosa simile.

"Non ci credo Auro. Che avete fatto?" Lei sorrise e poi parlò "La prima volta mi ha chiesto di accompagnarlo a provare un nuovo ristorante giapponese. Una volta siamo stati al cinema, e l'ultima volta siamo andati a vedere una mostra di fotografia. Lui è un fotografo" io annuii e sorrisi.

Infondo ero felice per lei. Nonostante si ostinasse a dire che quello fosse solo un amico, secondo me non lo era per davvero, però quello lo avrei scoperto con il tempo.

"Te? Come stai messo in amore?" Mi accarezzai la fronte e presi un bel respiro "Non ho tempo" le dissi semplicemente, ma lei non volle saperne di credermi, e mi appoggiò un dito nel collo "E questo cos'è?" Dovetti fare appello a tutto il mio buonsenso per non risponderle qualcosa tipo: "No, nulla di che:me l'ha fatto il tuo ragazzo, mentre facevamo la nostra solita scopata di routine"

Ma alla fine riuscii a trattenermi, non so nemmeno come, e poi inventai la prima scusa stupida che credevo avesse un senso "sono lividì aurora. Siccome ho la pelle delicata, ogni volta che faccio qualcosa divento rosso" Lei annuì poco convita e poi mi abbracciò "Sei stra delicato allora. Ce l'hai pure qui" toccò un punto un po' più  alto della spalla, ed io pensai che Emanuele fosse un vero bastardo.

Ma perché doveva essere così fanatico da riempirmi di segni addosso, praticamente il giorno prima che la sua ragazza tornasse a Milano.

Ad ogni modo feci spallucce e mi voltai verso la porta con la speranza che qualcuno mi salvasse

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora