Capitolo 9

736 44 40
                                    

Avevamo da poco finito di pranzare, ed io avevo deciso di disegnare un po', ma prima volevo parlare con Lele per capire cosa gli stesse succedendo ed infatti lo invitai in camera mia, dove mi raggiunse pochi istanti dopo.

Mi sedetti sul letto e gli feci cenno di mettersi al mio fianco "Va tutto bene Lele?" Lui mi sorrise e annuí "Ti ho già detto che sono felice che domani vengano P e Auri no?" Io annuii e gli afferrai le mani "Mi stai dicendo tutto?" Lo guardai dritto negli occhi, per cercare una conferma che però non arrivò "Parlami Le" strinsi le sue mani con forza, e me le avvicinai alle labbra per lasciarci un bacio sopra in modo da incoraggiarlo, e quel mio gesto sembrò funzionare dato che pochissimi istanti dopo lui iniziò a parlare "Sono un po' in ansia" fece una pausa e prese un bel respiro "Non vedo Aurora da tanto, e non so che fare. Dovrei baciarla? Dovrei trattarla come una semplice amica? Ho paura di fare cazzate Tanche" gli accarezzai una guancia e sorrisi.

Quella sua inesperienza mi aveva sempre affascinato. Ai miei occhi lo rendeva molto più tenero di quanto non fosse già di suo.

"Come ti ho già detto: Segui questo" gli appoggiai due dita sul petto, proprio dove si trovava il cuore, e lo sentii tremare leggermente "E se sbagliassi?" Mi chiese trattenendo il fiato, ed io toccai di nuovo il suo bellissimo viso "Il cuore non sbaglia mai" lui annuì, mi sorrise e subito allargò le braccia trascinandomi tra di esse "Grazie" ignorai quell'inutile parola e lo strinsi a mia volta.

"Bro stasera andiamo in disco te devi.."Valerio si bloccò sul uscio della porta senza nemmeno aver finito la sua frase, ed io e Lele ci staccammo dal nostro abbraccio "Sei proprio infame lo sai?"

Lo guardai confuso e mi sistemai i capelli "Che voi Valè?" Gli chiesi alzandomi dal letto, per sedermi alla scrivania "Volevo dirti che stasera annammo in disco, e te ti fai trovare abbracciato a Lele, dopo che quando ti ho chiesto un abbraccio mi hai detto che ti faceva schifo il contatto fisico" sbadigliai senza prestare troppa attenzione a quella sua stupida lamentela, e afferrai un foglio e delle matite dal mio cassetto "Lo sai che Lele ha bisogno di affetto" cominciai a tracciare delle linee sul foglio e Valerio si mise al mio fianco "E io no?" Appoggiai la matita sul tavolo e mi voltai nella sua direzione scocciato "Sei una pop star. Le pop star non hanno bisogno d'affetto, e ora levati dal cazzo che voglio disegnare" sbuffai e mi voltai di nuovo verso il mio foglio, riprendendo a disegnare, mentre lui se ne andava indignato.

Quando Valerio fu uscito, Lele si sollevò dal letto sul quale era rimasto durante quella conversazione, e si mise al mio fianco "Mi spieghi una cosa?" Senza voltarmi annuii, e continuai a disegnare "Che significa che ho bisogno di affetto?" Sbuffai leggermente, afferrai gli occhiali che avevo proprio di fronte e posai la matita sul bordo del foglio "Non significa un cazzo, ma potevo mica dirgli che in realtà sei il mio preferito?" Gli dissi senza nemmeno pensarci, mentre cominciavo a colorare, e quando lui mi avvolse le braccia intorno al collo io sussultai.

La verità era quella. Non era che Lele avesse bisogno d'affetto e Valerio no. Semplicemente Lele era il mio preferito, quello per cui avrei fatto di tutto, incluso le stupidissime manifestazioni d'affetto che generalmente detestavo.

"Sei proprio speciale Tanc" mi diede un bacio tra i capelli, ed io mi morsi un sorriso "Adesso staccati su. Devo finire" lui annuì e si staccò "Vado a prendere un succo, lo vuoi?" Mi sistemai gli occhiali sul naso e gli mostrai un'enorme sorriso "Grazie mille Lello" mi lasciò un bacio leggero sul naso e mi sorrise, uscendo poi dalla mia stanza.

Io ripresi con calma a colorare il mio disegno, e mi soffermai a pensare a quanto speciale fosse Lele per me. E lo era tanto, tantissimo.
Mai avrei pensato di volere così bene ad un amico, perché si infondo c'era Gian che era praticamente mio fratello, ma quando faceva quel genere di gesti tipo portarmi la merenda per me non c'era bisogno di ringraziarlo, invece quando lo faceva Lele io mi sentivo estremamente grato.

Eppure non riuscivo a capire come quel ragazzetto così appiccicoso e smielato, che all'inizio mi stava anche abbastanza sulle palle, fosse diventato così.... elementare, primario, vitale, sostanziale, fondamentale, necessario. La mia cazzo di vita.
Ecco cos'era diventato: semplicemente la mia vita.

Ed era strano per me pensare cose simili su un amico, ma ormai quando si parlava di lui avevo persino smesso di chiedermi cosa fosse strano e cosa no. Lele aveva qualcosa di speciale, e nonostante non sapessi ancora bene cosa, sapevo per certo che ce l'avesse.

"Lil, ci sei?" Sentii la voce di Zoe rimbombarmi nelle orecchie e sussultai "Ma Zozzi mi metti paura così" le dissi poi, cambiando il pennarello, anche se non mi ero minimamente reso conto di aver già finito di colorare "Volevo solo chiederti se stasera vuoi venire con me e i ragazzi in disco" nonostante usasse la vocetta da bambina sapeva perfettamente che questo non mi avrebbe minimamente fatto cambiare idea, perche infatti se mi fossi messo in testa di restare a casa, lo avrei fatto anche rischiando di essere fucilato, e Zoe lo sapeva, ma quel pomeriggio mi limitai solo ad una semplice domanda: "Lele che fa? Viene o resta a casa?" E Zoe mi guardò e fece spallucce "Non lo so. Glielo devo chiedere" Finii di usare anche il secondo colore e misi apposto la scrivania "Sta per arrivare, é andato a prendere qualcosa da bere." Sistemai i fogli puliti del mio album al loro posto, e riposi il disegno appena finito tra dei vestiti nell'armadio, sotto gli occhi curiosi di Zoe che mi scrutavano.

"Io ti avviso nana, se lui non viene non vengo nemmeno io" la guardai e notai che stava per controbattere, ma una voce la precedette "Chi deve venire dove?" Lele fece il suo ingresso in stanza ed io sorrisi.

"It will be our secret"~ Tancredi Galli Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora