Ten.

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Passarono un paio di giorni da quella scopata con Potter e non facevo che pensare solo a quello. Il mio desiderio di averlo solo per me cresceva giorno dopo giorno e averlo intorno non aiutava per nulla.

Durante quei giorni, non ci vedemmo. Non tanto perché lui mi evitava ma perché io cercavo di evitarlo. Se lo vedevo in un corridoio tornavo indietro, in classe cercavo sempre di stargli lontano. Non lo stavo evitando perché mi aveva fatto qualcosa, o meglio aveva fatto, ma penso che sarebbe stato piuttosto imbarazzante.

Riuscii ad evitarlo fino ad oggi. Era appena finita l'ora di Difesa Contro le Arti Oscure e come sempre stetti fuori dalla classe per vederlo uscire, cercando di passare il meno osservato possibile. Ma oggi ci mise più del previsto.

Aspettai minuti interi, vedendolo poi uscire: aveva la camicia sfatta, i capelli più scompigliati del solito... come il professore. Sentii la gelosia e la rabbia ribollirmi nelle vene, chiusi i pungi, stringendoli tanto da far diventare bianche le mie nocche. Lanciai un'occhiata a Potter, che mi guardò interrogativo, prima che prendessi e corressi nel bagno più vicino; il bagno di Mirtilla Malcontenta.

Tirai un pugno allo specchio, rompendolo in mille pezzi e facendomi sanguinare il dorso della mano. Poi mi sedetti a terra, scoppiando a piangere. Non ci potevo fare nulla. La gelosia nei suoi confronti era molto forte, più di quella che provavo verso Pansy o Blaise o mia madre. Piansi per forse venti minuti fino a che non sentii dei passi.

Trattenni il respiro, asciugandomi con il bordo della toga il viso; sentii i passi farsi sempre più vicini, ma non accennai ad alzare la testa. Sentii una mano sulla mia spalla, prima di sentire qualcuno stringermi in un abbraccio.

Un odore di manico di scopa e torta alla melassa mi investe le narici, riuscirei a riconoscere quella persona a metri di distanza: Potter. Continuai a piangere, con la testa sulla sua spalla, mentre lui mi accarezzava la schiena. Si tirò su, sedendosi davanti a me. Non lo guardai in faccia, sarei crollato. Era la seconda volta che piangevo davanti a lui.

«Che succede?» mi chiese in un sussurro, rimanendo lo stesso a distanza, forse per non starmi troppo addosso e per lasciarmi lo spazio necessario per riprendermi. Mi prese la mano, iniziando a mormorare qualche incantesimo per far bloccare il sangue, aspettando una mia risposta. Presi un respiro profondo, giocherellando con il bordo della toga.

«I-io... è che... sono dannatamene geloso e vederti uscire conciato in quel modo dalla classe m-mi ha fatto imbestialire.» dissi tutto d'un fiato. Non parlò per secondo infiniti, poi prese un respiro.

«Malfoy, non devi essere geloso, non stiamo insieme e io posso fare quello che voglio. È vero, abbiamo scopato più volte, ma non significa nulla.» rispose, con un tono di voce strano, nuovo per me. Mi si fermò il cuore. Quella frase mi distrusse completamente. Sapevo che non stavamo insieme, certo, ma quella frase mi ferì più di quello che dovesse veramente fare. Non parlai, ricominciando a piangere silenziosamente.

Non disse nulla neanche lui, limitandosi a guardarmi. Ormai non sapevo che fare, non sapevo che dire. Aveva ragione e io dovevo mettermi in pace l'anima. Continuai a piangere, portandomi le ginocchia al petto, singhiozzando pesantemente. Lui, però, rimase lì.

Alzai la testa, guardandolo con gli occhi pieni di lacrime. Ingoiai il groppo che avevo in gola.

«Vai via... Harry, ti prego, vai via...» dissi in un sussurro. Lui spalancò gli occhi, annuendo semplicemente. Non poteva restare, mi avrebbe fatto più male. Continuai a piangere, sentendolo alzarsi per poi fermarsi sulla soglia.

«Mi dispiace, Malfoy, ma non posso farci nulla.» disse prima di abbandonare il bagno. Anche se qualcuno avrebbe potuto sentirmi continuai a singhiozzare e sprecare tutte le mie lacrime.
Saltai tutte le ore di scuola, non avrei retto.

Saltai anche il pranzo, non riuscendo neanche ad alzarmi dal pavimento sul quale ero stato per tutto il giorno. Decisi di alzarmi solo quando fu penso ora di cena, trascinandomi in Sala Comune.

Mi buttai sul letto, non riuscendo a trattenere le lacrime e mi dovetti portare le ginocchia al petto per placare il dolore che il mio stomaco mi procurava visto che non avevo mangiato. Mi costrinsi ad alzarmi quando non riuscii più a stare fermo.

Camminai verso le Cucine, solleticai la pera ed entrai. Chiesi del pane, non sarei riuscito a mangiare altro, e me ne andai. Nessun elfo proferì parola.
Mentre camminavo vidi una figura familiare, molto familiare che evitai come la peste.

Non potei fermare le lacrime che iniziarono ancora a scorrere copiosamente, tracciando delle linee spezzate sulle mie guance. Provò a fermarmi ma fui più veloce di lui, passandogli di fianco. Sentii un: «Malfoy...» sussurrato a malapena ma non gli diedi retta. Non fece nulla per fermarmi.

Tornai in camera ma vomitai tutto quello che mangiavo. Merda. Se Blaise mi avesse visto così avrebbe menato a sangue Potter.

Decisi allora di farmi una doccia calda ma sotto l'acqua i pensieri si fecero più prepotenti e forti, portandomi a piangere ancora. Tornai in camera e appena toccai il letto crollai, non riuscendo nemmeno a sistemarmi sotto le coperte.

Passarono penso settimane e le giornate sembravano sempre le stesse: mi alzavo, andavo a lezione, seguivo e studiavo poco, non pranzavo per evitare di vomitare tutto, ancora lezioni, cena e poi la sera mi riducevo sempre a piangere. Iniziai anche a distaccarmi da tutto e tutti, creandomi come una specie di campana di vetro dove nessuno poteva entrare e io non potevo uscire. Nè Blaise nè Pansy era più abituati a vedermi di giorno e se mi chiedevano qualcosa finivo con il piangere.

Sembravo un robot, non facevo altro che questo e vedere Potter in giro mi distruggeva sempre di più.

Mi aveva distrutto. Potter mi aveva distrutto ancora, era la seconda volta che lo faceva e io ci ero cascato ancora. Mi stava sgretolando giorno dopo giorno e io non stavo facendo nulla per uscire da quella situazione. Oltre che distrutto psicologicamente era anche distrutto fisicamente perché il non mangiare e il non dormire mi portarono a dimagrire ancora di più e ad avere delle occhiaie profondissime.

In queste settimane volevo solo sparire, andarmene lontano da qualsiasi tipo di essere vivente e piangere ancora e ancora. Stavo malissimo, ma non facevo nulla per risolvere, non ne avevo le forze.

Che anno di merda.

Note autrice:
ehi! oggi capitolo un po' sad ma ogni tanto ci sta dai. ci sentiamo al prossimo aggiornamento! <3

Together. || drarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora