Eighteen.

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Passarono giorni da quando Harry mi aveva detto che ero la sua persona e ogni giorno mi sentivo sempre più felice. Ci vedevamo ancora ma stavolta era tutto diverso, più dolce e tranquillo. La maggior parte degli incontri erano più che altro scambi di baci, segni dolci, effusioni amorose e tenere.

Harry cambiò radicalmente: era più tenero, sembrava più preoccupato per mio benessere e mi stava affianco sempre e comunque. Durante le ore scolastiche i battibecchi erano diminuiti ma stuzzicarci era sempre uno dei miei obbiettivi.

Vederlo andare su tutte le furie per poi ricordarsi che era il mio ragazzo e quindi di conseguenza fermarsi, era esilarante.

Harry Potter era il mio ragazzo. Ero dannatamente felice e mentre nella mia mente si formavano dei sogni ad occhi aperti, non mi accorsi che ero in classe. Vidi Blaise di fianco a me ridere, per poi tirarmi una gomitata.

«Draco, svegliati, se il professore ti vede sono fatti tuoi.» rise e io lo fulminai con uno sguardo. Cercai di riprendermi guardandomi poi in giro, per vedere se qualcuno avesse visto la scena. Vidi Weasley dormire sul banco, la Granger prendere appunti su un argomento che non sapevo neanche quale fosse, Pansy che stava disegnando su un foglio e... Potter. Vidi Potter. Era girato verso la finestra alla mia destra, intento a distrarsi per non sentire la noiosa lezione. Sorrisi, iniziando a scarabocchiare su un foglio.

Mentre scrivevo e disegnavo mi venne in mente una domanda che era meglio non mi fosse mai passata per la mente: ma quindi io e lui siamo qualcosa? Cioè siamo fidanzati? Si, in teoria si, mi ha detto di amarmi... Mentre altri pensieri si affollano nella mia testa sento una voce schiarirsi dietro di me: il professore Scrimgeour.

«Signor Malfoy, vedo che disegnare per lei risulti più interessante che seguire la mia lezione. La invito a prestare attenzione, visto che gli esami sono alle porte.» finí, allontanandosi da mio banco. Arrossii sentendo lo sguardo della classe su di me. Ma lo sguardo degli altri non mi interessava, mi interessava il suo: mi girai, vedendolo sorridere verso di me. Avvampai, alzando gli occhi al cielo, mentre diportavo lo sguardo sul libro. Seguii la lezione a fatica, cercando di prendere appunti su un dannatissimo contro incantesimo.

Finalmente finí l'ora con una lentezza allucinante e svogliato mi misi a riordinare i miei fogli e penne nella borsa, non avendo voglia neanche di fare questo. Delle mani sui fianchi mi risvegliarono da quello stato di trance. Sorrisi, appena vidi il viso di Harry sorridermi. Mi poggiò una mano su un fianco, tirandomi verso di lui.

«Ti va se più tardi ci vediamo?» disse, inclinando la testa verso destra, continuando a guardarmi. Gli accarezzai una guancia, vedendolo sorridere leggermente. Annuii, facendo combaciare le nostre labbra in un tenero contatto. Mi solleticò un fianco, allontanandosi poi dalle mie labbra. Poggiai la fronte sulla sua, accarezzandogli ancora la guancia.

«Ti aspetto al quinto piano allora.» disse, prima di far strofinare i nostri nasi in un gesto dolce, prima di andare verso la porta . Lo salutai, facendogli un cenno.

Il pensiero "quindi io e lui siamo qualcosa?" mi rimbombò in testa per tutto il giorno, anche dopo pranzo. Mangiai poco, parlando con Blaise e Pansy. Loro non sapevano ancora nulla, non volevo per adesso dirgli nulla. Ero intenzionato, ma dopo quella domanda che mi ero posto volevo prima aspettare.

Le lezioni pomeridiane passarono lentissime e il caldo primaverile di Aprile non aiutava. Eh già, perché era passato tantissimo tempo e gli esami erano vicinissimi. Mi venne in mentre quell'anno, il quinto, quando i gemelli Weasley fecero esplodere tutto durante i G.U.F.O. Un po' mi mancavano, non li avevo mai considerati cattiva gente. Tra ricordi e ricordi, si fece l'ora di andare da Harry così mi diressi verso il quinto piano.

Vidi in lontananza una chioma arruffata camminare e sorrisi, seguendola.

«Harry.» gemetti appena sentii le labbra del ragazzo tracciare una linea sul mio collo. Alla fine il moro mi aveva portato nel Bagno dei Prefetti, del quale aveva la parola segreta, per farci un "bagno". Si... facemmo tutto tranne che quello. Eravamo nell'enorme vasca profumata, post-orgasmo, mentre stavamo facendo le, penso, classiche coccole post-sesso. Harry, alle mie spalle, tracciava delle linee con le labbra e la lingua sul mio collo, fermandosi poi sulle spalle, per baciarle. Mi teneva i fianchi con le mani, facendole andare ogni tanto sul ventre.

Mi girai tra le bolle, sorridendogli appena vidi il suo viso con le guance tinte di rosso e i capelli bagnati. E per quanto potesse essere tenero in quel momento, lo consideravo sempre un qualcosa che faceva scoppiare un fuoco dentro di me. Mi avvicinai, baciandolo teneramente e sentendo le sue mani tra i miei capelli. Li tiravano, ci giocherellavano e io gemevo sulle sue labbra.

Mi staccai da lui, appoggiandomi al suo petto con la testa. Lo sentii ridere prima di circondami il corpo con un braccio, posando una mano sulla vita, facendola scendere poi per la mia natica e coscia nude. Risi, alzando lo sguardo verso di lui. Poi la fatidica domanda si fece strada nella mia mente. Mi alzai, sentendo uno sbuffo da parte di Harry. Sorrisi, arrossendo leggermente.

«Harry... io volevo chiederti una cosa... ma quindi n-noi siamo qualcosa? Non prendermi per stupido ma non so se siamo seriamente qualcosa. Cioè forse lo siamo, non lo so io-» la mia raffica di parole venne interrotta da Harry che scoppiò a ridere. Mi avvicinò a se, mentre lo guardavo interrogativo, prendendomi per un fianco e facendomi finire praticamente a cavalcioni sulle sue gambe. Rabbrividii e arrossii, torturandomi le mani e fissando la schiuma intorno a noi.

«Vorresti che fossimo qualcosa?» mi chiese, alzandomi il viso con due dita. I suoi occhi si incatenarono ai miei e io non potei che non arrossire. Annuii impercettibilmente, vedendolo sorridere. Mi avvicinò ancora a lui, arpionandomi per le cosce, e facendo toccare le nostre fronti.

«Bene, allora, se vuoi sentirtelo dire per essere più tranquillo, io e te stiamo insieme. Sei la mia persona. Sei il mio ragazzo...» disse leccandosi le labbra per poi baciarmi. Le sue labbra erano droga e io mi sentii completamente leggero. Ero felicissimo e mi aggrappai ai suoi capelli. Mi staccai dalle sue labbra per abbracciarlo, portando le mani intorno al suo collo. Lui rise, baciandomi la spalla e ricambiando l'abbraccio.

«Posso dirlo a Blaise e Pansy?» chiesi con voce ovattata. Sentii la sua risata pervadermi le orecchie e sciolsi l'abbraccio. Ero ancora seduto sulle sue gambe ma questo non mi metteva in imbarazzo. Lo guardai interrogativo.

«Certo, puoi dirlo a chi vuoi, stiamo insieme, non stiamo uccidendo mica qualcuno.» sussurrò ancora sorridente, facendo strofinare i nostri nasi. Continuammo a coccolarci per non so quanto tempo ma sapevo che ero felice. Per la prima volta mi sentivo amato. Il moro era dolcissimo con me, non me lo sarei mai aspettato. Era come un carico di dolcezza enorme e io non potei che esserne più felice.

Grazie Harry, ti amo.

Note autrice:
ehi! si, manca davvero davvero poco alla fine, i nostri due signori si sono messi insieme e nulla, ci sentiamo al prossimo capitolo! <3

Together. || drarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora