One.

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Il primo giorno non era neanche passato e già mi stava stretto. Arrivato in camera scoprii, con poco entusiasmo, che oltre a me e Blaise la stanza doveva essere divisa con Theodore Nott. Neanche il tempo di mettere piede in stanza che lo vidi arrivare minaccioso verso di me, per poi prendermi per il colletto della mia divisa.

«Hai anche il coraggio di farti vedere?» ringhiò. Alzai gli occhi al cielo prendendo il suo polso per togliere bruscamente la mano dal mio colletto, facendolo di conseguenza allontanare. Era insopportabile, lo era sempre stato. Lo fissai, squadrandolo dalla testa ai piedi: anche lui, come Potter, era cambiato tantissimo dall'ultima volta che lo vidi. Era più largo di spalle rispetto a me, non che ci volesse molto a superarmi, ma lui aveva delle spalle veramente enormi. Era alto quanto me, forse qualche centimetro più basso. Lo fissai schifato, avvicinandomi successivamente a lui, avanzando lentamente.

«Si, Nott, ho anche il coraggio di farmi vedere. Non ti sei visto? Un cane farebbe più bella figura.» risposi, mantenendo il contatto visivo con lui. Aprì bocca per dire qualcosa ma lo bloccai, superandolo e tirandogli una spallata, raggiungendo il mio letto. Lui continuò a guardami, mentre tiravo fuori dalla valigia i vari vestiti.

«Che vuoi una autografo?» chiesi, ghignando. Percularlo era una delle cose che preferivo fare. Vederlo incazzato mentre io ero tranquillo era una delle cose più esilaranti al mondo. Mi guardò in cagnesco, prima di stringere i pugni.

«Non lo voglio l'autografo di un Mangiamorte.» ecco. Lo disse. In quel momento l'unica cosa che avrei voluto fare era prendere la bacchetta e schiantarlo a terra ma mi trattenni, girandomi e continuando a sistemare la mia roba. La rabbia ribolliva nelle vene e Blaise lo notò, perché mi vide stringere forzatamente la camicia che avevo in mano.

«Nott, fuori dai coglioni.» continuò Zabini, prendendolo per una spalla e buttandolo fuori dalla stanza per poi chiudere la porta. Una volta uscito provò a calmarmi ma non ci fu nulla da fare perché tirai un pugno sul muro, facendo così sanguinare le nocche.

Blaise si avvicinò a me, poggiandomi una mano sulla spalla. Mi girai verso di lui, scoppiando poi a piangere. L'essere un... Mangiamorte mi faceva schifo. L'essere cosciente che persone come ma hanno disintegrato vite ha iniziato a distruggermi da quando mi avevano marchiato. Marchiato davanti a tutti gli altri Mangiamorte, davanti a mia madre. La donna della mia vita.

Piansi, piansi sulla spalla del mio migliore amico che mi abbracciò comprensivo, accarezzandomi la schiena. Mi fece sedere sul letto portando poco dopo una scatola che lui usa chiamare "Cassetta che ti salva il culo".

Prese la mia mano iniziando a tamponare il sangue e le ferite con un cotone inzuppato di un liquido che faceva un male cane. Mi fasció successivamente la mano, dandomi una pacca sulla spalla.

«È un coglione, lascialo stare.» cercò di tirarmi su il morale il mio amico. Sorrisi a forza, ricevendo poco dopo addosso una camicia pulita.

«Tieni che sei sporco e dobbiamo andare a cena, se Pansy ti vede così sono fatti tuoi.» rise lui, riuscendo a strappare una risata anche a me. Mi cambiai il più velocemente possibile, cercando di tirarmi su il morale pensando che avrei rivisto Potter a cena.

«Cosa hai fatto?!» mi urlò contro Pansy, facendo girare molti verso di noi. Le tappai la bocca, tirandole uno sguardo omicida. Ci mancava solo che anche le altre Case sapessero cosa fosse successo.

«Pansy, te lo ripeto per l'ultima volta, io non ho fatto nulla è stato quel coglione a iniziare.» provai a giustificarmi, sapendo che tanto la mora non mi avrebbe ascoltato. Infatti così fu perchè iniziò a tartassarmi di domande e discorsi di cui non capii nulla visto che mi persi ad osservare Potter che stava ridendo con i suoi amici.

Il suo sorriso era qualcosa di fantastico, mi faceva perdere ogni volta che lo guardavo. Seguii ogni suo movimento; mentre si portava il calice alle labbra per bere, quando alzava il tovagliolo per pulirsi e quando si portò una mano tra i capelli per sistemarseli. Persi un battito, ero fottuto.

Sentii Blaise ridere e questo bastò per farmi ritornare con i piedi a terra, girandomi in direzione del ragazzo. Capii perché stesse ridendo: Pansy incazzata mi stava guardando con le braccia incrociate davanti al petto.

«Che c'è?» chiesi, ingoiando il groppo che avevo in gola. La mora mi rimproverò ma tanto non ascoltai nemmeno questo rimprovero perché continuai ad annuire a vuoto. Finalmente la cena finí e io potei alzarmi per dirigermi nei Sotterranei.

Mi lavai la faccia e sistemai il casino che avevo lasciato poco prima in camera per poi uscire prima che arrivasse Nott. Scendendo le scale incontrai Zabini che mi fermò.

«Dove pensi di andare?» chiese inarcando un sopracciglio. Lo guardai trattenendo una risata spiegandogli che sarei semplicemente andati a fare un giro, come ero solito fare prima della guerra. Annuì, poco convinto, lasciandomi andare.

Finalmente ero solo, pensai mentre percorrevo il corridoio deserto. Feci dei vari giri, passando davanti alla Sala Grande per poi arrivare davanti alle scale della Torre di Astronomia. L'unico posto dove sarei rimasto anche per sempre. Salii fino ad arrivare in cima, camminando per poi arrivare alla ringhiera.

Mi appoggiai con le mani, per poi osservare il cielo. Era limpido e riuscii ad intravedere alcune costellazioni: l'Orsa Minore, l'Orsa Maggiore e Andromeda. Quella costellazione mi aveva sempre affascinato, facendomi quasi piangere al ricordo di mia zia Andromeda. L'unica persona che non ho praticamente potuto conoscere perchè sposò mio zio, un nato-babbano e quindi fu cacciata dalla mia famiglia.

Finii di osservare il cielo, con il leggero venticello che mi colpiva il viso per poi tornare nel dormitorio, era ormai tardi. Scesi le scale e mentre camminavo passando davanti alla Sala Grande mi scontrai con qualcuno. E chi se non Potter.

«Sta attendo a dov- oh, Malfoy.» era la seconda volta che mi chiamava con quel tono. Mi squadrò, notando probabilmente che anche io ero parecchio cambiato.

«Potter. Il vizio di girare per i corridoi non ti è passato?» ridacchiai. Lui mi guardò male e capì che stesse per dire qualcosa contro di me, ma lo zittì.

«Oh, chiudi la bocca Potter. Risparmia i tuoi insulti, siamo solo al primo giorno.» risi e gli feci l'occhiolino prima di sorpassarlo mentre lui mi guardava con la faccia da pesce lesso.

Tornato in camerata mi accorsi che Blaise era ancora sveglio, probabilmente per farmi la ramanzina. Mi squadrò e poi mi buttò sul suo letto chiudendo le tende e silenziando la zona.

«Ma sei scemo? Ma ti sembra che ora come ora puoi girare e tornare a quest'ora? Voglio proprio sapere cosa ti ha trattenuto, dai racconta.» mi disse, incrociando le braccia e aspettando una risposta.

«Beh sono andato a vedere le stelle... Mh, poi passando davanti alla Sala Grande sono andato a sbattere contro qualcuno. Contro Potter.» dissi esasperato e sentendomi arrossire, ricevendo un'occhiata divertita da parte di Blaise. Lo presi a cuscinate, intimandogli di non dire nulla a Pansy il giorno dopo a colazione perché se no mi avrebbe tartassato di domande. Giurò con la mano sul cuore ma ridendo. Risi anche io, prima di infilarmi sotto le coperte, con il sorriso stampato in faccia.

Note autrice:
ehi! questo è il primo capito di questa storia, che ne pensate? al prossimo capitolo! <3

Together. || drarryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora