十三

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La settimana era iniziata per tutti con la sua violenza che non aveva risparmiato nessuno, tutti camminavamo mezzi morti per i corridoi della scuola, e la mensa era l'unico spiraglio di libertà per gli studenti.

Tutti parlavano ancora della festa del sabato sera, ma sembrava che nessuno ricordasse cosa fosse successo, come Jisung e Felix, che stavano ripetutamente chiedendo spiegazioni al maggiore.

"Mi avete fatto uscire di testa" commentò esasperato. "Voi due ubriachi mai più"

I due soggetti continuavano a ridacchiare nel vedere la sua reazione, non si pentivano di nulla, soprattutto nel vederlo così esasperato.

"Con Minho è successo qualcosa?" chiese improvvisamente Changbin con un sorriso in volto.

"Niente di niente" rispose con tranquillità. "Ero ancora mezzo brillo, ma ero super lucido, è stato pure molto gentile"

Jisung ricordava bene quella serata, ovvero il ritorno a casa nella macchina dei fratelli Lee e doveva ammettere che era stato molto gentile.

"Allora perché ti sta fissando in quel modo?"

Si voltò subito alla ricerca di Minho, ed effettivamente lo stava guardando dal suo posto, con uno sguardo fin troppo strano. Non provava nemmeno a nasconderlo, lo fissava con un sguardo da pelle d'oca e lui non capiva neanche il perché.

Fu' in quel momento che si alzò, diretto proprio verso il minore, e quel gesto gli creò solo più disagio perché non aveva la minima idea di quello che stesse accadendo.

"Jisung"

Era lì, davanti a loro, con un'espressione indecifrabile.

"Posso parlarti un attimo?"

Jisung annuì nel timore, volgendo poi un'espressione disperata a quelli che erano i suoi amici, si alzò dal suo posto lasciando lì zaino e vassoio per poi seguire Minho. Uscirono dalla mensa da soli, il maggiore era poco più avanti, mentre il minore iniziava a pensare seriamente di correre via, andarsene, il suo istinto gli diceva di scappare. Entrarono in una classe vuota e mentre il maggiore si accomodava su uno dei banchi, l'altro rimase rigido vicino alla cattedra.

"Allora prima parlo io, voglio ringraziarti per sabato ser..."

"So tutto" partì spedito Minho, lasciando confuso Jisung.

"Di cosa parli?"

"So che sei J.one dei 3RACHA"

Jisung congelò sul posto a quella dichiarazione e sentì la tensione scorrere tra le sue vene.

"Che cazzo stai dic.."

"Ho visto le notifiche nel tuo telefono"

"Il mio telefono? HAI SPIATO NEL MIO TELEFONO?" urlò per la rabbia.

Non poteva crederci che si fosse fidato di lui, quando non aveva perso tempo a rovistare nelle sue cose senza un motivo valido.

"In mia discolpa posso dire che non era mia intenzione" parlò subito, ma questo non fece calmare Jisung.

"Ed ora che vuoi fare eh? Vantarti in giro?"

Il ragazzo non riusciva a credere con quale faccia tosta fosse venuto a cercarlo, se prima credeva che Minho fosse una persona gentile, in quel momento Jisung cambiò totalmente idea, provava solo disgusto.

"Sei felice? Conosci il vero J.One, vuoi appendere uno striscione fuori o vantartene?" parlò con disprezzo. "Anzi, sono sicuro che magari organizzerai una festa vantandomi e presentandomi"

Jisung non resistette più a quella pressione e uscì dalla classe sbattendo la porta con forza, sentiva quella poca fiducia nell'umanità sgretolarsi e l'odio per Minho nascere dentro di sé, non voleva tornare dai ragazzi avrebbero visto subito le sue lacrime.

Il maggiore di certo non stava meglio per quella piccola scena che era appena finita, pensava di fare la cosa giusta a dirglielo subito, ma doveva tenere in considerazione la reazione di Jisung, che fece crepare qualcosa dentro di lui.

Your Secret /Minsung/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora