二十四

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I due ragazzi corsero per quelli che sembravano chilometri, mano nella mano, ma si allontanarono semplicemente dal caos della piazza, per arrivare in un posto più isolato, al margine del parco.
Appena si fermarono a riprendere fiato, si guardarono negli occhi e scoppiarono a ridere.

"Tu sei pazzo" disse senza fiato Minho, godendosi la risata melodiosa dell'altro.

"Dovevo salvarti, era gentile, ma sapevo che non ne avevi voglia"

Rimasero fermi ancora per un po', intendi a calmare le risate e l'affanno dovuti a quella breve corsa, nel mentre si osservano con occhiate fugaci, due giorni erano troppi senza vedersi.

Jisung osservava il maggiore, i capelli ormai scombinati per la corsa, ma così soffici da ricadere morbidi sulla fronte, i cargo neri che indossava, la maglietta a maniche corte e la giacca di pelle nera, che gli donava quel look da bad boy. Era bellissimo.
Minho studiava Jisung, la solita felpa oversize marroncina della nike, gli skinny neri e un paio di occhiali dalla montatura rotonda posati dolcemente sul naso. Era bellissimo.

"Su andiamo, vieni con me" disse improvvisamente il minore con un cenno della testa.

Minho non fece domande, prese a camminare insieme a lui, curioso della loro destinazione, si fidava così tanto da non sentire il bisogno di chiedere dove stessero andando.
Nel mentre si stavano avviando, una domanda gli nacque spontanea.

"Sei un bravo attore" si complimentò. "Sei pure riuscito a piangere a comando?"

"Oh no" ripose subito. "Magari ci riuscissi. Avevo una mezza idea sul come venire a disturbarti, ma dovevo essere convincente, quindi potrei aver dato qualche pugno all'albero che avevo accanto per farmi un po' male"

Il maggiore sgranò gli occhi e afferrò subito la mano di Jisung più vicina a sé, la studiò con attenzione, data la poco illuminazione, ma riuscì benissimo a notare le nocche più rosse del normale e leggermente spaccate.
Qualcosa si accese dentro Minho, il cuore gli uscì fuori dal petto, aveva fatto tutto quello per lui, solo per lui.

"Sei uno stupido, dopo le medico io" disse con voce dolce, che tradiva la sua finta incazzatura per il gesto.

Lasciò la mano del ragazzo, ignorando quel senso di vuoto che si impossessò del suo corpo, doveva ignorare tutto quello e viversi la sua compagnia.

Minho notò che erano troppo lontani da casa del minore, segnò che anche lui fosse in giro, si ricordava bene la telefonata e sapeva che stava lavorando, quindi lo stava portando con lui?
Jisung ovviamente non rispose, intento a fare una sorpresa al ragazzo, sapeva di star rischiando nel portarlo con lui, ma non gli importava di niente.

Camminarono in silenzio, per altri cinque minuti, finché Jisung non girò improvvisamente a destra, aggrappandosi alla manica del giubbotto di Minho e tirandolo con sè. Il vicoletto era ben illuminato, ma al maggiore non piaceva, infatti si stringe maggiormente a Jisung, per non perderlo d'occhio.

"Eccoci qui"

Il ragazzo si fermò davanti ad una porta metallica, molta spessa e grossa, estrasse delle chiavi dalla sua tasca e aprì l'ingresso, entrarono all'interno, ritrovandosi in un enorme corridoio pieno di quadri appesi, Minho cercò di farci attenzione, ma non ne ebbe il tempo che Jisung lo trascinò in un ulteriore stanza.

In poco tempo capì che si trovava in uno studio di registrazione, osservò la piccola saletta con un divano a muro ed un tavolino posizionato davanti ad esso, per poi notare la console enorme, piena di tasti e luci che lo confondevano, c'era una stanza collegata, separata da una porta e uno specchio trasparente, piena di strumenti e microfoni.

"Scusami se ti porto qui, ma stavo registrando" spiegò con calma. "Devi incidere le mie seconde voci ed ho finito, spero non ti dia fastidio aiutarmi"

Minho negò con la testa emozionato, un luccichio negli occhi e un sorriso da ebete in volto, emozionato nel poter aiutare Jisung in quella che era la sua postazione.
Il minore gli sorrise, facendolo accomodare nella sedia davanti alla console, e spiegandogli velocemente come premere i tasti di registrazione e altri , adorava vedere il maggiore così coinvolto nella sua vita.

Si scambiarono un altro sguardo di intesa, e Jisung entrò all'interno dello studio insonorizzato posizionandosi davanti al microfono, per fare un cenno a Minho.

La base che partì era calma e rilassante, altre voci stavano cantando, ma Minho rimase sconvolto dalla voce che si aggiunse, ovvero quella di Jisung. Stava solo aggiungendo piccoli dettagli, armonizzando con la sua stessa voce, ma il maggiore ne rimase rapito.
Recuperò addirittura il suo telefono per cercare la fotocamera, che puntò verso il minore.

Sentiva il bisogno di riprendere quel momento, voleva conservarlo con sé per sempre.

In realtà, voleva solo che il minore stesse con lui per sempre, ed in quel momento se ne rese conto definitivamente.

Your Secret /Minsung/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora