二十五

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Jisung era preoccupato, ma non bastava per descrivere come realmente stesse, stava correndo verso casa del maggiore, di Chan Hyung, dopo un suo messaggio non molto rassicurante. 
Non capiva cosa fosse accaduto, e perché avesse bisogno di lui ad un orario così insolito, a quell'orario era a lavoro, ma non si fece troppe domande, continuò a correre.

In breve tempo arrivò sotto il palazzo e, con autonomia, entrò nel portico e salì i gradini due a due, per poter arrivare il prima possibile.

Arrivato al pianerottolo del piano, notò la porta di casa leggermene aperta e quello non era un segno rassicurante, qualcuno stava urlando, e poteva chiaramente distinguere le voci dei suoi due hyung. Stavano litigando?

Entrò all'interno chiudendo la porta alle sue spalle, due giacche erano abbandonate all'ingresso, le scarpe non erano sistemate, fece qualche passo e notò troppe cose fuori posto.

"NON MI INTERESSA SE E' SICURO DI QUELLO CHE FA, VOLEVO SOLO SAPERLO"

Chris stava urlando a squarciagola, non l'aveva mai visto raggiungere un tono così elevato, di sicuro era successo qualcosa.

"Chan, cerca di capire"

"Io capisco, MA COSI' MI SEMBRA DI ESSERE ESCLUSO, SONO UN ESTRANEO?"

Changbin era lì con lui, segno che non avrebbe dovuto affrontare tutto quello da solo, segui semplicemente le loro voci e li ritrovò in cucina, con il tavolo a separarli.
Il maggiore sembrava frustrato, stanco, con gli occhi rossi, e riusciva a scorgere l'espressione di stanchezza nel viso di Changbin, oltre alla rassegnazione.

"Jisung" lo chiamò debolmente.

"Mi ha chiamato lo studio di registrazione" interruppe improvvisamente il maggiore dei tre. "Mi hanno detto che due giorni fa sei tornato insieme ad un'altra persona, e volevano il supplemento per la mezz'ora in più.

Un brivido attraverso la schiena di Jisung, rendendosi conto di quello che stava succedendo, non credeva di dover dare un supplemento e di sicuro non pensava che Chan lo scoprisse così.

"Scusami hyung, dovevo sistemare due cose, e ho chiesto se potevo rimanere un'altra mezz'ora" spiegò subito sentendo il cuore in gola.

"Non sono i soldi Jisung, quelli li avrei messi io, tutto per non fermare la tua vena creativa quando sente il bisogno di uscire" disse subito, chiarendo la situazione. "Quindi ho chiamato Changbin, per chiedere come mai non mi avesse avvisato, o per sapere cosa aveste prodotto. Ma, a quanto pare, lui non ne sapeva niente"

Changbin aveva uno sguardo dispiaciuto in volto, era rimasto sorpreso anche lui dalla chiamata del maggiore, fallendo nel coprire il minore, di sicuro non voleva neanche lui dirlo così a Chan.

"Quindi Jisung, chi c'era con te?"

Un silenzio inquietante si fece largo in quella stanza, Chan non aveva uno sguardo cattivo in volto, era ferito nel non sapere cosa stesse succedendo, ferito di tutti quei segreti che si stavano nascondendo proprio a lui.

"E' un amico" spiegò subito, sentendo tutto il coraggio abbandonare il suo corpo.

"Un amico?" 

"Si"

"Questo amico sa..?"

"Si"

Chan prese un grosso respiro, passò una mano tra i capelli scombinati e si voltò in modo tale che i ragazzi non potessero vedere i suoi occhi lucidi, si sentiva ferito da quella notizia, non perché qualcuno sapesse, ma perché proprio lui non sapeva cosa stesse succedendo, chiuse gli occhi, continuando a respirare per tranquillizzarsi.

"Chan hyung, fidati, è un bravo ragazzo" parlò improvvisamente Changbin. "Viene a scuola con noi, e tranquillissimo"

"Da quanto sa?" domandò non curante del discorso.

"Ti ricordi la festa a cui siamo andati?" disse con calma il minore, troppo impaurito di dire qualcosa di sbagliato.

"Quella di due mesi fa.."

Il tono del maggiore era un sussurro, ma abbastanza alto da far capire le sue parole, appoggiò le mani sul piano della cucina, sentendo i muscoli tendersi per la posizione. Prese un altro respiro profondo, nella speranza di non scoppiare davanti ai due ragazzi, di piangere, o dire cose che non pensava realmente.

"Voglio stare solo" disse soltanto, non voltandosi verso i due.

Jisung non era di sicuro messo meglio, tremava e sentiva tutti i sensi di colpa soffocarlo, fece qualche passo in avanti, ma venne fermato prontamente da Changbin, sapevano benissimo che in quel momento costringere a far parlare Chan sarebbe stato un suicidio. Afferrò il minore e lo portò gentilmente con sé fuori dalla stanza, e, dopo aver recuperato le sue cose uscirono dall'appartamento.

Al rumore della porta chiusa, Chris scoppiò in un singhiozzo, seguiti da numerosi altri, a lui non importava che qualcuno sapesse, avevano deciso di mantenere quel segreto appunto per preservare l'adolescenza dei due ragazzi, ma sapere che gli avevano tenuto nascosto qualcosa di così importante da mesi, non aiutò.

Si appoggiò contro il mobile della cucina e si sedette sul pavimento freddo, nella speranza di calmarsi un attimo.

A pochi metri di distanza, le lacrime riempivano il volto di Jisung, mentre Changbin provava a consolarlo nelle scale del palazzo.

"Ha solo bisogno di stare solo" spiegava con calma il maggiore.

"E' arrabbiato con me" provava a dire in mezzo ai singhiozzi.

"Si risolverà tutto, stai tranquillo, andrà tutto bene"

E nelle scale di quel palazzo, un piccolo Jisung stretto al petto di Changbin sperava solo che tutto quello finisse, pensava che peggio di così non potesse andare.
Purtroppo per Jisung, il destino non era d'accordo.

Your Secret /Minsung/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora