三十二

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Vederlo dopo una settimana fu una boccata di aria fresca, gli era mancato tutto, anche solo la sua presenza vicino a lui, osservava ogni suo minimo particolare come se ne fosse dipendente, la felpa morbida che indossa, i jeans che gli fasciavano le gambe, i capelli scuri che gli ricadevano delicatamente e quegli occhi così vivi che gli leggevano l'anima.

Neanche Minho si risparmiò, osservava con urgenza la figura del minore a pochi metri da lui, si lasciò andare in un piccolo sorriso non riuscendo a trattenere la felicità di vederlo, ma lo sguardo di Jisung divenne duro e severo.

"Spostati"

Fu la prima cosa che disse il minore avvicinandosi alla porta, provò ad aprirla, ma ovviamente era chiusa a chiave, ci riprovò usando più forza, ma niente, erano chiusi lì dentro.

"Jisung" parlò finalmente Minho. "Ho bisogno di parlarti"

Il diretto interessato non voleva ascoltare, lo ignorò avvicinandosi allo specchio per studiare la situazione dall'altra parte della stanza, nella speranza che ci fosse almeno il tecnico del suono.

"Per favore, Jisung, non ci apriranno finché non parliamo"

"Non ti è sfiorata l'idea che io non voglia avere a che fare con te?"

Si voltò improvvisamente il ragazzo, lanciando uno sguardo di fuoco al maggiore, il cuore gli doleva per il suo stesso atteggiamento, voleva mandare tutto a fanculo e buttarsi tra le sue braccia, ma l'orgoglio stava lottando contro il resto, e stava vincendo.

"Se mi lasci parlare, possiamo sistemare tutto"

"Certo, ora vuoi sistemare, ma qualche giorno fa non ci hai pensato due volte a diffondere quel video"

Minho riusciva ad avvertire la rabbia di Jisung, avrebbe voluto chiarire subito e fargli capire come stavano le cose, ma il suo atteggiamento non aiutava e sapeva che si sarebbe dovuto sfogare. Il ragazzo teneva così tante cose dentro di sé da così tanto tempo, erano accadute troppe cose e troppo velocemente, chiunque avrebbe perso la ragione.

"Mio padre mi ha cacciato di casa per colpa della tua cazzata" spiegò con rabbia, facendo sgranare gli occhi a Minho dalla sorpresa. "Sto a casa di Chan hyung, e sono un peso anche per lui ora, sai?"

Jisung ormai parlava a vanvera, diceva tutto quello che gli passava per la testa, senza ragionare se fosse giusto o sbagliato, senza pensare a quelle piccole lacrime che avevano preso a cadere sulle sue guance.

"Io mi fidavo di te Minho. Ti consideravo la persona più vicina a me di chiunque altro, eri più importante di chiunque" parlò scemando col tono di voce, ormai i singhiozzi avevano sostituito tutta la forza e il coraggio che aveva poco prima. "Io provo qualcosa per te, non come un semplice amico" sbottò. "Per questo fa così male, Minho"

Il silenzio avvolse i due ragazzi, Minho era troppo scioccato dalle parole dell'altro, sentiva il cuore martellare nel petto come una furia, e se prima pensava solo a risolvere, in quel momento ebbe la conferma a tutti i suoi dubbi.

"Jisung" lo chiamò con tono dolce. "Secondo te perché sono qui? I tuoi hyung mi hanno fatto incontrare con te sapendo che sono colpevole? Ti avrebbero mai fatto incontrare con me se pensano che io abbia rovinato tutto"

Minho si avvicinava piano piano al minore, ancora appoggiato contro il vetro trasparente dello studio, i suoi occhi erano più vispi e attivi, segno che il cervello andava ormai a tremila, sapeva bene che non era il modo migliore per iniziare il suo discorso, ma doveva convincere che se era lì, era perché i suoi hyung si fidano.

"Sono loro che mi hanno dato l'opportunità di stare qui con te, di chiarire"

"Pazzi"

"Si, pazzi, o sanno che io non centro niente con quella storia"

Tutta l'attenzione di Jisung era concentrata su Minho, era riuscito a prendere in mano la parola e non avrebbe sprecato l'occasione. In modo automatico iniziò ad azzerare la loro distanza.

"Non sono stato io Jisung, non ti avrei mai fatto un torto del genere, la mia priorità era quella di farti stare bene, e la cosa non è cambiata, riesci solo ad immaginare come sia stato affrontare una settimana senza tue notizie?! Non sapevo come comportarmi, come reagire, e nel mentre pensavo in continuazione a te"

Era arrivato il momento di Minho di parlare, di raccontare tutto, e Jisung era lì inerme ad ascoltare quelle parole che desiderava sentire da tempo.

"Si, mi hanno contattato i tuoi hyung e mi hanno ascoltato, sono qui grazie a loro, significa che credono in me e hanno fiducia, quindi ho solo bisogno che mi ascolti, che ti fidi di me, che provi a darmi una seconda occasione"

"Mi devo fidare?" parlò il minore con un filo di voce.

"Non ti farei mai de male Jisung-ie"

Ormai erano l'uno di fronte all'altro, pochi centimetri a separarli e nessuno dei due voleva tirarsi indietro, desiderosi di altro contatto fisico. Minho appoggiò le mani sulle sue guance, pulendo con i pollici quelle lacrime ormai secche, osservò con cura il suo viso, impazzendo ogni secondo di più per quella lontananza.

"Non sei stato tu?"

Jisung sembra essere sempre più confuso, si era lasciato andare ai suoi pensieri, pensava che il maggiore fosse colpevole, ma in quella situazione non poteva che pensare il contrario, di sicuro Chan e Changbin avevano verificato le parole di Minho per farli incontrare.

Le sue mani andarono a stringere la felpa del maggiore, per poi tirarlo a sé e stringerlo in un abbraccio. In automatico Minho strinse le braccia e avvolse il minore che gli era mancato così tanto, dovevano ancora dirsi tante cose, ma già quello era un passo in avanti.

"Mi dispiace averti allontanato" disse contro la sua spalla il minore, sentendo i sensi di colpa per tutto quello che era successo in quei giorni.

"Non ti preoccupare" rispose con un sorriso. "Adesso abbiamo tante cose di cui parlare"

Minho allontanò il minore da sé, per poi guardarlo intensamente negli occhi, sembrava riuscire a leggere l'anima, ma a Jisung andava bene così. In quel momento realizzò del perché Minho avesse usato quelle parole, neanche cinque minuti prima aveva, poco delicatamente, urlato che provava qualcosa di diverso per il maggiore.

"Minho, per poco fa.."

"Non provare a rimangiarti quello che hai detto" disse subito l'altro ragazzo. "Parleremo di questo, e puoi stare tranquillo, provo qualcosa pure io"

Il sorriso sul volto di Jisung finì solo per aumentare a quelle parole, non gli serviva saper altro. Si sentiva male per come si era comportato, per averlo ignorato, ma non gli importava più di nulla.

Erano finalmente insieme.





-1👀Neeeid

Your Secret /Minsung/Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora