Capitolo 13

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- Claudia Esposito? -
- Sì?! - dissi io scattando dalla sedia dopo che la bidella entrata in classe, pronunciò il mio nome.
- C'è una chiamata per te!...Dall'ospedale... -
Non finì neanche di pronunciare la frase, che presi tutta la mia roba e uscii fuori dalla classe sotto lo sguardo incredulo di tutti. Sapevo benissimo di cosa si trattava...
Arrivammo giusto in tempo per sentirgli pronunciare le sue ultime parole.
- Abbiate cura di voi stessi, non fatevi sconfiggere dalla vita. Alzatevi, reagite e lottate. Fare le vittime non vi servirà a niente piccoli miei, anche se avrete le migliori ragioni per lamentarvi. Siate guerrieri e non servi del dolore. Siete la mia vita, vi amerò sempre... - riuscì a sussurrare solo questo e poi spirò. Rimanemmo tutti in silenzio fino a quando non sentii un urlo straziante salire su dalla gola della mia sorellina. Fu lei la prima a crollare... Si avvinghiò al quel corpo livido, singhiozzava violentemente, in preda alle convulsioni. Poi vidi mio fratello cadere in ginocchio e piangere. Con le mani si aggrappò alle candide lenzuola dell'ospedale e premette il viso sul materasso per soffocare il più possibile i suoi gemiti, pieni di angoscia e dolore. Non riuscivo a vederli così ed il fatto di non poter far nulla per loro mi distruggeva. Mi era sfuggito tutto il controllo che avevo: sui miei fratelli, sulla mia vita e persino su me stessa. La mia mente si era fermata a quel momento ed  il mio corpo cominciò a muoversi da solo. Sentivo le lacrime scendere dagli angoli degli occhi e le mie gambe cominciare a correre. Non so per quanto tempo corsi e fin dove arrivai, ma mi fermai solo al raggiungimento di  un luogo sicuro e isolato. Era una zona periferica da quello che riuscivo a vedere e c'erano parecchi edifici abbandonati e fatiscenti. Non ero mai stata in lì poiché, probabilmente quel luogo, si trovava dall'altra parte della città. Una leggera pioggia autunnale cominciò a scendere dalle nuvole grigie nel cielo, rimasi ferma per un po' a sentire le gocce d'acqua che scivolavano sul mio corpo e si infiltravano nei miei vestiti bagnandoli. Mi sembrava di trovarmi in una dimensione di pace, percepii uno strano profumo nell'aria; non saprei dire a chi appartenesse ma mi diede la sensazione di qualcosa di candido e puro. I miei occhi smisero di lacrimare ed improvvisamente mi sentii avvolta da un'aurea luminosa e limpida che mi sollevò , facendomi sentire come se fossi su una soffice nuvola vaporosa. La mia mamma era lì, ne ero più che sicura! Purtroppo però la magia si interruppe e fui ridestata dallo strombazzare di un'auto che mi avvertiva che ero in mezzo alla strada e stavo bloccando il passaggio. Mi scostai subito e cercai un luogo per potermi riparare dalla pioggia che era diventata più intensa. Mi accasciai in un angolino di quello che doveva essere un umido sottopassaggio e ricominciai piangere. Stavolta però, era un pianto più composto e silenzioso, di un dolore interno ma intenso. Rimasi lì tutto il pomeriggio e tutta la notte, madida di pioggia e con il vento gelido di fine ottobre a bruciarmi la pelle. Strinsi le ginocchia sul mio petto, avrei tanto voluto l'abbraccio di qualcuno ma al contempo volevo restare da sola e pregai che nessuno scendesse quelle scale. Ripercorsi piano piano alcuni momenti la mia vita e rivivetti ad alternanza gli istanti più incantevoli e speciali che custodivo gelosamente nel mio cuore e  i momenti peggiori e dolorosi, alcuni dei quali avevo cercato di cancellare, perché nessun essere umano avrebbe mai dovuto provarli. Ripensai anche Josè e provai una fitta al cuore, come se fossi stata pugnalata con un coltello affilato. Il riscorrere quegli attimi e la sofferenza per la perdita, mi provocarono un tremendo dolore che mi avvolse trascinandomi giù in una cupa depressione e allora gemetti due parole: sono...sola! Con la stupida speranza che qualcuno potesse sentirle e venisse da me a donarmi un po' di amore, l'unica cosa di cui avevo davvero bisogno in quel momento. E quando ammisi che una delle mie più grandi paure si era avverata, chiusi le palpebre e mi addormentai.

- Nanà eccoti finalmente! - esclamò qualcuno.
- Tesoro mio, perché ti sei allontanata tanto?! -
Non capivo, chi parlava? Stavo sognando? Delle manine appiccicose mi stavano accarezzando una guancia e un raggio di sole voleva per forza farmi aprire gli occhi. No, non stavo sognando. Annusai l'aria ancora impregnata dell'odore della pioggia e aprii lentamente le palpebre. Davanti a me c'erano la mia sorellina Marta e mio nonno materno Antonio, colui che si era preso cura di noi insieme a mia nonna Anna, nel primo periodo della malattia di mia madre. Entrambi mi sorridevano, ma il dolore si leggeva benissimo nei loro occhi.
- Ti abbiamo cercato ovunque per tutta la notte! - esordì lui.
- Avevo paura che te ne andassi via per sempre... - disse Marta mentre mi abbracciava per poi scoppiare a piangere. L'abbracciai forte e poi mi rivolsi a mio nonno.
- Mi dispiace, non volevo farvi impensierire, ma sentivo il bisogno di restare da sola. -
- Non preoccuparti, l'importante è che ci siamo ritrovati. - disse stringendo me e mia sorella in un abbraccio. Prese il cellulare dalla tasca e chiamò mia nonna per avvertirla che mi aveva ritrovato.
- Abbiamo organizzato un vero squadrone di ricerca. - disse lui abbozzando un mezzo sorriso.
- Si, è vero! C'erano tutti. - confermò mia sorella.
- Uà, per così poco? Ma chi avete chiamato? -
- Allora c'erano diverse squadre e ci siamo divisi per tutta Motril. Eravamo io e il nonno e Nina che poi si è spostata nella squadra di sua madre quando l'abbiamo incontrata poco fa. Poi c'erano Vanessa e Nina, appunto insieme a Josè Sr. e infine, la nonna, abuela Encarni, insieme a Giulio e Nekana. - mi rispose Marta.
Rimasi di stucco, tutte queste persone preoccupate per me? Non potevo davvero crederci! Allora mi sbagliavo, non ero del tutto sola... Avevo ancora i nonni, Encarni e Josè che insieme a Nina e Vanessa erano diventati una seconda famiglia e la mia migliore amica Neka. Una piccola fiammella di speranza si accese nel mio cuore, come se fossi pronta per una nuova vita. Sorrisi ed insieme a mio nonno e mia sorella raggiungemmo gli altri. Appena mi videro mi abbracciarono tutti e fu una delle rare volte nella mia vita che mi sentii veramente amata.
Al funerale piansi poco, perché ormai avevo capito che mia mamma era in un posto molto più bello, dove non avrebbe più sofferto ed era egoista da parte mia cercare di trattenerla qui nel mondo dei vivi. Durante tutta la funzione, mi si avvicinarono i genitori dei migliori amici dei miei fratelli e persone sconosciute che si presentarono come vecchi amici di mia madre e tutti mi dissero che di qualunque cosa avessimo avuto bisogno, loro ci avrebbero aiutato.
Alla fine delle esequie, rimanemmo  solo io, i miei fratelli ed i miei nonni materni davanti alla sua lapide.
- Nonno, - chiesi io - perché ha scelto di farsi seppellire qui e non in Italia? -
- Vedi, dovete sapere che vostra madre era molto legata a questo posto perché ci aveva passato gli anni più belli della sua gioventù dopo la laurea. Ecco perché c'era tanta gente erano tutti amici suoi. Ha scelto di morire qui. La storia delle cure speciali era falsa, lei sapeva che era destinata a morire fin dall'inizio per questo è venuta a fare la terapia del dolore qui in Spagna e, appena è riuscita a sistemarsi ha voluto che andaste pure voi, sia perché vi voleva accanto e sia perché voleva che voi passaste anche voi del tempo qui. -
- Noi eravamo contrari, - intervenì mia nonna - come ve la sareste cavata? Ma lei fu irremovibile. Disse che i suoi figli erano troppo forti per lasciarsi abbattere da sciocchezze simili. - Ci scappò a tutti un sorriso. Rividi la sua immagine nella mia mente, avevo paura di dimenticarla. Non mi sarei mai immaginata tutto questo. Che lei non ci avesse detto niente del fatto che era terminale lì per lì mi aveva fatto arrabbiare da morire, ma infondo gliene ero grata.
- Comunque lei avrebbe voluto che dopo la sua morte, voi rimaneste qui almeno fino al compiere dei 18 anni. - proseguì mio nonno.
- Per noi è una cosa utopica da fare, ci dovremmo trasferire in  un nuovo paese, e conoscendo si e no 2/3 parole di spagnolo. Quindi non sapremmo veramente come fare. - concluse mia nonna. Mi girai e vidi lo sguardo triste dei miei fratelli.
- Nonna, io non me ne voglio andare! - disse Marta con la voce rotta dal pianto.
- Neanch'io. - proseguì Giulio
- Oh andiamo! Non fate gli egoisti, loro non ci devono nulla e ci hanno dato già tanto. Non potete chiedergli una cosa simile. Questo è il volere di una persona morta e i morti appartengono al passato. - dissi in tono duro girandomi dall'altra parte per nascondere le lacrime che mi scendevano sulle guance. Non so perché mi uscirono di bocca quelle parole, anche io sarei voluta rimanere un altro po' qui ma non volevo pesare su quei due poveri anziani. Toccherebbe a nostro padre prendersi cura di noi ma dato che è come se fosse morto, non voglio pesare su nessuno, tanto meno costringere a cambiare vita i miei due poveri nonni. Ad un cero punto sentii un singhiozzo, mi girai e vidi che pure Marta si era girata dall'altro lato a piangere, persino Giulio era rimasto completamente a bocca aperta.
- Claudia... - sussurrò mia nonna stupita. Grugnii e mi girai di nuovo dall'altro lato, finché non sentii qualcuno abbracciarmi da dietro.
- Scusa Nanà, non volevo essere egoista! - disse Marta trai singhiozzi.
La sua dolcezza avvolse il mio cuore rompendo la dura crosta che lo avvolgeva, tanto da farmi cominciare a piangere. Mi girai e la abbracciai fortissimo.
- Scusami tesoro, non volevo farti del male. - singhiozzai. Ci un unimmo tutti in un forte abbraccio finché non sentimmo parlare.
- Se volete rimanere a Motril non avete nulla da temere, che problema c'è?! - disse la voce in modo dolce e premuroso, ma con un pizzico di entusiasmo. La riconobbi subito: era quella di Encarni.

Spazio dell'autrice:

Ok, diciamo che era un capitolo un po' triste questo, ma vedrete che piano piano torneremo alla solita allegria e ci saranno molti colpi di scena. Per il resto, che dire, grazie a tutte/i voi che mi seguite, leggete e commentate. Grazie di cuore sia alle "veterane" che alle "novelline" <3 <3
Abbiamo superato le 1600 visualizazioni e i cento voti, io non mi sarei mai aspettata tutto questo e davvero non so come ringraziarvi <3
Vi mando un bacio e vi auguro buona lettura!
Ps: se avete voglia di fare un po' di amicizia, mandatemi un messaggio privato ;)

Luna980

Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora