Capitolo 17

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La mattina seguente, mi  ritrovai sul divano con la testa poggiata sulla spalla di Juanmi che dormiva ancora e mi cingeva la schiena con un braccio. Qualcuno ci aveva coperto con plaid beige e aveva ripulito il salotto da tutta la sporcizia che avevamo prodotto la sera precedente. Mi tirai su tutta indolenzita e mi sgranchii la schiena tentando di fare più piano possibile, ma appena tolsi delicatamente il suo braccio dalla schiena, Juanmi si svegliò.
- Ragazzi,che mal di schiena mi è venuto...- disse facendo una smorfia di dolore.
- Non dirmelo...sono a pezzi. Ma quand’è che ci siamo addormentati? -
- Boh forse quando ci siamo messi a guardare il film. -
- Beh in effetti erano già le due passate. - conclusi alzandomi per andare a darmi una ripulita.
- Juanmi, mi cariño! Tu torni e non mi dici niente? - Disse irrompendo con foga Encarna.
- Ahahah sorpresa! - esclamò il ragazzo andando ad abbracciare la madre che lo prese sotto braccio e lo trascinò in cucina per farsi raccontare le ultime notizie dalla Bolivia.
Appena fui fuori portata dal loro campo visivo, salii di corsa le scale, arrivai in camera e sbattetti la porta con energia chiudendola a chiave. Presi velocemente dalla tasca posteriore dei jeans, la busta che mi aveva consegnato il gemello di José e tirai fuori un biglietto dell'aereo con destinazione...NAPOLI! Ancora non ci credevo, lo sbaciucchiai e cominciai a danzare sognante al centro della stanza...ero totalmente su di giri. Ma chi non lo sarebbe dopo aver scoperto che avrebbe passato il resto delle vacanze di Natale nella casa della persona di cui si è innamorata?! Ebbene sì,  Juanmi ieri sera mi ha comunicato l'invito di José a passare il capodanno a casa sua a Napoli e mi ha consegnato il biglietto dell'aereo. La partenza era tra qualche giorno ed io fremevo per la fretta di arrivare ma al contempo, ero terrorizzata e non sapevo davvero come comportarmi. Di getto chiamai Nekana e gli raccontai tutto con la voce che vibrava per l'eccitazione e la paura. Lei era tra un po', più esaltata di me alla notizia, ma poi capii il perché dato che anche lei avrebbe passato il capodanno col suo Manuel e anche se gli avessi detto che sarei stata felice di passare il primo dell'anno con una capra tibetana, mi avrebbe fatto le feste lo stesso; anche lei non capiva più niente. 

Il Natale fu meraviglioso, eravamo tutti uniti e sereni,in un clima festivo e felice. Per il pranzo del 25 venne così tanta gente che sembrava che Encarni e José avessero messo il ristorante a casa! Juanmi rimase fino al 27 e poi dovette tornare in Bolivia.  Era bravissimo con i bambini e vederlo giocare con Marta, Giulio e Nina, ti faceva sbellicare dalle risate.  Mi mancava la sua contagiosa allegria e la sua capacità di tirarti sempre su di morale e purtroppo non le avrei più riviste prima di Giugno.

Era mattina presto e come al solito il cielo sulle nostre teste era quasi totalmente notturno. Ero in uno stato di dormiveglia, quando improvvisamente suonò la sveglia ma non suonò solo per me suonò per tutti. Nella casa si diffuse un assordante insieme di canzoni e suonerie per ricordarci che erano le 6:30 e che dovevamo prendere il nostro culo e trasportarlo fuori di lì. Era giorno di partenza in casa Callejón!
Ci fu un gran viavai di gente che faceva colazione, si preparava, scendeva le valigie, ecc…
Verso le 8:00 sentimmo lo strombazzare di un'auto: era il minivan a 7 posti del marito di Vanessa che ci era venuto a prendere. Caricammo le valigie e salimmo in macchina, eravamo così tanti che Marta dovette stare in braccio a me per tutto il tragitto. Fortunatamente, io scendevo alla prima tappa. Sì,  perché mentre io ( con la scusa di andare dai miei nonni e cugini) andavo dal mio calciatore, loro avrebbero fatto una spedizione a Disney Land.
Arrivammo all'aeroporto di Granada dopo circa un'oretta ed il mio aereo atterrò a Napoli verso mezzogiorno.  Durante tutto il viaggio, tentai di dormire dato che quella notte non fui in grado di chiudere occhio per ovvi motivi. Era così strano che nello stesso aeroporto dove atterrai cominciando la mia avventura, avevo appena preso un aereo che mi avrebbe portato a viverne un'altra, probabilmente molto più bella. Non vedevo l'ora di rivedere la mia adorata città...
L'insegna di allacciare le cinture cominciò a lampeggiare sulle nostre teste ed il capitano ci confermò che stavamo per cominciare la discesa che ci avrebbe fatto atterrare sulla pista dell'aeroporto di Capodichino. Presi il cellulare e mandai un messaggio a José per informarlo, lui visualizzò ma non rispose. La cosa mi fece insospettire e cominciai a farmi mille trip mentali sul perché. Inoltre non mi disse ne dove mi avrebbe aspettato e ne che macchina avrebbe avuto ed io non avevo la benché minima idea di dove andare,  poiché non frequentavo con abitudine l'aeroporto. Uno scossone mi avvertì che l'aereo era atterrato, così mi avviai a prendere le mie cose e finalmente ci fecero uscire da quell'infernale scatoletta sottovuoto.
Dopo il check out e il recupero della mia valigia, mi incamminai verso l'esterno trascinandomi dietro il trolley. Probabilmente per chi mi vedeva da fuori, potevo sembrare come un cucciolo che ha perso la sua mamma. Ero vestita con dei jeans, una canottiera e una felpa giallo fluo, quindi dovevo essere anche abbastanza visibile ma nonostante ciò non si faceva vivo nessuno ed io mi sentivo ancora più smarrita.
Stavo per rassegnarmi e andare a sedermi su una panchina quando mi sentii tirare per un braccio. Mi aspettai di vederlo ed invece, quando mi voltai, davanti a me c'era una donna sulla 50ina. Incarnai le sopracciglia e la guardai stupita.
-Sei Claudia Esposito? - mi chiese con voce inespressiva.
- Sì, perché? -
- Sono stata mandata dal signor Callejón. Seguimi. - e mi prese per un polso trascinandomi. Io mi feci portare, ma ero abbastanza spaesata. Porca miseria, cos'è? Siamo in un film di 007?! Non avevo mai visto questa signora che sembrava avere origini Est europee. Non feci domande (anche se in realtà ne avevo almeno una decina) perché pensai che non ne avrei ricavato un solo ragno da quel buco.
La donna misteriosa era fredda in tutti sensi e aveva gli angoli della bocca piegati verso il basso e le sopracciglia aggrottate. Mi condusse all'esterno della struttura e mi fece infilare in un Suv nero con i vetri oscurati. Durante il viaggio mi distraetti e solo quando vidi il cartello con la scritta "Posillipo", capii che eravamo vicini al mio Calleti. Ci fermammo di fronte a una villa nei pressi del mare. Lei scese e mi ammonì di restare nell'auto. Tornò dopo 5 minuti, mi fece scendere e mi aiutò a scaricare la valigia. Infine mi fece cenno di entrare e sgommò via dentro al Suv. Nonostante rimasi abbastanza perplessa da quell'incontro, entrai nel portone della villa che era rimasto socchiuso, chiedendo permesso e prima che me ne potessi accorgere era davanti a me.

Spazio dell'autrice
Buonasera a tutte/i! Rieccomi con un nuovo capitolo della storia. Era quello che vi eravate immaginate oppure no? Secondo voi chi è che si ritrova davanti? :) Su forza voglio sapere secondo voi chi è e non pensate che la risposta sia così ovvia ;)
Basta altrimenti vi aiuto troppo u.u
Come al solito fatemi sapere se vi piace o meno perché per me è importantissimo e mi fa sempre piacere ♥
Non mi stancherò mai di ringraziarvi per la vostra presenza ♡
Per tutto Aprile sarò impegnata negli scambi culturali e quindi mi scuso per eventuali ritardi, ma non vi preoccupate, aggiorno presto! ;)
Buona lettura e buon fine settimana.
La vostra affezionata
Luna ♥  

Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora