Arrivati al centro sportivo, José parcheggiò la sua macchina e venne ad aprirmi la portiera.
Ero affascinata dagli edifici che mi circondavano e li guardavo incuriosita. Ero talmente concentrata a guardarmi intorno che non mi accorsi quando José, che mi precedeva di pochi passi, si fermò di colpo e ci andai a sbattere contro.
- Ahia! Ma perché ti sei fermato così di colpo?! -dissi massaggiandomi il naso per poi scorgere dietro la sua schiena alcuni dei suoi compagni di squadra arrivati prima, intenti ad allenarsi nel campo.
- OH MIO DIO! Non ci credo, sono loro! - dissi correndo entusiasta verso la rete che delimitava il campo.
- Ma si può sapere che hai da urlare tanto? - disse José un po' stizzito.
- Me li presenti vero? - continuai io come una bambina che aveva appena visto i suoi supereroi preferiti.
- Vedremo...- disse scomparendo nello spogliatoio. Mi andai a sedere sulle gradinate e mi misi ad osservare i giocatori. Dopo poco vidi ricomparire José che si mise a correre lungo la linea bianca. Rimasi lì per più di due ore e non riuscivo a distogliere lo sguardo. Le giocate, i tiri, le parate...tutte perfette.
Ad un certo punto il Mister fischió e li fece rientrare negli spogliatoi, così mi alzai ed andai ad aspettarlo fuori alla porta. Pochi minuti dopo riapparve davanti a me, fu il primo ad uscire.
- Che fai lì impalata? Andiamo? -
- Eddai José, avevi detto mi avresti fatto conoscere qualcuno...-
Lui sospirò rumorosamente e mi afferrò per un polso.
- Siete tutti vestiti? - urlò infilando la testa nella porta.
- Si perché? - disse Dries spalancando la porta mentre si frizionava la testa con un asciugamano.
- C'e qualcuno che vuole conoscervi. - disse scaraventandomi dentro quella stanza piena di ragazzi a torso nudo.
- Hai capito, Calleti si è fatto la ragazza! - esordì Walter scoppiando a ridere e provocando l'ilarità di tutti.
- Fai presto a rimpiazzarle eh? - proseguì Raúl.
- Non è un po' piccola? - contestò Gokhan. Ma prima che uno dei due potesse replicare, il capitano Marek mi si avvicinò e mi disse:
- Lasciali stare questi cafonacci, io sono Marek! -
- Ehi a chi hai detto cafoni? - si intromise Gonzalo
- Guardate che non è la mia ragazza! - si oppose José innervosito.
Tutte le voci si sovrapposero dando vita ad un caos fatto da insulti, scherzi, battutte e chi più ne ha più ne metta. E così feci la conoscenza della rosa del Napoli. Riuscii a parlare con tutti, uno per uno. Erano troppo simpatici e la scena che si era appena consumata mi aveva messo di ottimo umore.
Era già arrivato il 30, la vigilia del grande giorno. Dormii fino alle undici, dato che la sera prima eravamo usciti con Gonzalo e Dries a mangiare una pizza. Ero riuscita ad approfondirli molto quei due. Sono ragazzi veramente dolci e divertenti anche se, il primo è una vera testa calda rispetto al secondo che è più tranquillo.Fu una serata divertentissima!
Appena svegliata, trovai José che russava sul divano con, in una mano un joypad e l'altra che cadeva giù a penzoloni. Che occasione! Il mio animo da bambina si svegliò e mi fece correre in giro per casa a cambiare tutti gli orologi e i calendari mettendoli alle 3 del pomeriggio del primo dell'anno ed infine lo svegliai.
- Buongiorno! - lo salutai io.
- Mmmm... buongiorno. - biascicò lui. - Ma che ore sono? -
- Le tre. - gli risposi io.
- Le tre?! Oh Dio ma è tardissimo, dobbiamo andare a fare i regali! Perché non mi hai svegliato prima?! - strillò lo spagnolo.
- Regali? Quali regali? Oggi è il primo, i negozi sono chiusi. -
- COSAAA???!!! Ma come il primo?!?! Non è possibile, mi sono perso qualcosa. -
- Forse hai un po' di febbre eh? Stai delirando come un pazzo. Dai vatti a mettere a letto, ti accompagno e poi ti faccio qualcosa di caldo. - dissi gentilmente sforzandomi di non ridere.
- Eh?!?! Ma quale letto e letto! Oh Dio ma cosa dovevo fare? Mi sono scordato...-
A quel punto, sarà stata la faccia incredula e sbigottita, gi urletti isterici che ogni tanto tirava, il fatto di sembrare un bambino spaesato, ma non ce la feci più e scoppiai a ridere beccandomi una sua occhiata stupita.
- Sto...sto...sto scherzando...- cercai di balbettare mentre mi piegavo in due per le risate.
- Cioè? - mi chiese lui ancora più confuso.
- Sono le 11 di mattina del 30...era uno scherzo...- Continuai io ormai con le lacrime agli occhi.
- Ma sarai stronza?! Mi hai fatto cagare addosso e rincoglionire del tutto. Dai adesso vatti a prepararti che usciamo. - disse in tono serio.
- Va bene. - sospirai io pensando se la fosse presa. Appena però, mi girai e feci per salire le scale, lui mi afferrò dalla vita e mi scaraventò sul divano iniziando a farmi il solletico. Cacciai un urlo divertito ma sorpreso.
- José ti prego basta. - dissi con la voce spezzata dalle risate.
- Questa è la mia vendetta cariñosa! - replicò lui con fare beffardo.
Era in questi momenti che capivo che il mio amore per lui era vero e puro. Non avevo mai incontrato nessuno così.
Alla fine mi lasciò libera ed entrambi andammo a prepararci per uscire. Quando fummo entrambi sull'uscio si era già fatta ora di pranzo ed il mio stomaco reclamava a gran voce nutrimento. Così José mi portò a mangiare pesce in un ristorante sul lungomare. Mi sentii osservata per tutto il tempo con gente che non faceva altro che chiedergli autografi e foto insieme, ma ne valse la pena perché mangiammo benissimo. Il resto del pomeriggio lo trascorremmo comprando regali per i suoi amici che lo avrebbero ospitato a capodanno (che altri non erano che Dries e la sua fidanzata Katrin) e la sera ordinammo una pizza e guardammo un film sul divano. Il giorno dopo mi ritrovai abbracciata a lui avvolta in una calda coperta e distesa sul divano; dovevamo esserci addormentati così la sera prima. Avevo la testa poggiata sul suo petto e da quella posizione potevo sentire il suo respiro regolare, il suo possente petto abbassarsi ed alzarsi e la frequenza dei suoi battiti. Il tutto contribuiva a creare l'armonia di quell'atmosfera, in nostri corpi erano intrecciati in un tenero abbraccio ed io non riuscivo più a capire dove iniziava lui e dove finivo io. Mi sentivo protetta e al sicuro dai mali del mondo nelle braccia forti del mio principe. Ed eccola che tornava quella strana sensazione, come un vuoto d'aria che si propagava nel mio stomaco, come se mi mancasse il terreno da sotto i piedi, come se fossi in groppa ad un selvaggio stallone che galoppa in qualche selvaggia prateria, percorrendo la scia del vento e con la criniera illuminata da tiepidi raggi solari schermati da candide e soffici nuvole. Cose tutto ciò? Non lo so spiegare ma noi umani di solito lo chiamiamo amore!
Spazio dell'autrice
Salve a tutti! Spero di esservi mancata almeno un pochino ahahah. Sono appena tornata da un fantastico scambio culturale con gli USA ed è per questo che mi sono assentata per tutto questo tempo. Non per dilungarmi su questo argomento, perchè penso che non ve ne importi nulla, però volevo condividere con voi quello che questa esperienza mi ha lasciato. Forse è stata una delle più belle della mia vita e la porterò per sempre nel mio cuore. La mentalità, la cultura, i luoghi, ma sopratutto le persone mi hanno lasciato dentro qualcosa che adesso fa parte di me. La consiglio a tutti come esperienza e nonostante qualche incomprensione o la nostalgia di casa, quello che vi porterete dietro saranno i ricordi di una splendida esperienza. Detto questo, spero che il capitolo vi sia piaciuto e non temete che presto arriverà quello nuovo.
Ehehehe Josè sta diventando geloso... ;)
Un bacio carissimi <3
Luna
Ps. Scusatemi eventuali errori ma purtroppo sono molto di fretta!
STAI LEGGENDO
Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón
FanficClaudia è una ragazza messa a dura prova dal destino a cui verrà tolto tutto fino a quando non vedrà il suo sorriso, quello dell'unico uomo che l'ha sempre fatta sognare con i suoi gol e che ora la farà sentire finalmente amata! Nota dell'autrice: S...