Capitolo 23

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Di punto in bianco la porta si aprì ed entrarono intenti ad abbracciarsi e a baciarsi José ed un'altra donna, sotto il mio sguardo attonito. Lei era alta quanto lui, un fisico scolpito e messo in risalto dall'aderente vestito a sirena rosso con le lunghe gambe che terminavano in eleganti sandali neri allacciati alla caviglia e con un vertiginoso tacco a spillo. Il seno prosperoso premeva contro il petto di José...il MIO José e le lunghe unghie laccate di rosso della stessa tonalità del vestito si avvinghiavano alla sua maglietta. Lui invece la teneva stretta in vita dove le ricadevano i lunghi e meravigliosi capelli neri. La sua carnagione ambrata si intonava perfettamente ai suoi occhi nocciola con sfumature verdi e al rossetto che le copriva le labbra, era davvero bellissima e la maturità che traspariva dal suo corpo lasciava intendere che fosse addirittura più grande di José. Perfetto, non c'era paragone!
Il loro bacio ricco di eros si concluse in fretta dato che Joy arrivò a interromperli per fargli le feste.
- Ah, stupida bestia! - disse la donna stizzita, poi si accorse di me e nonostante per qualche istante vidi uno sguardo carico d'ira e odio nei suoi occhi, subito le si stampò sulla faccia un sorriso, uno di quelli falsi e collaudati per le situazioni imbarazzanti. José finite le carezze a Joy, ripercorse lo sguardo della donna e appena mi vide ebbe quasi un sussulto di sorpresa. Lo guardai con aria interrogativa e indispettita, ma lui si riprese subito e per smorzare l'imbarazzo è la tensione, cominciò a presentarci.
- Maria, lei è la ragazzina che sto ospitando per conto dei miei genitori. - disse rivolgendosi a Maria mentre mi indicava. Ragazzina? Che colpo basso, questo voleva proprio dire ferire nell'orgoglio.
- Claudia, ti presento Maria la mia ex...ehm...fidanzata. - aggiunse lui mentre continuava a tenere lo sguardo fisso su di lei. Ah, ecco chi era Maria Reyes!
- Piacere di fare la tua conoscenza. - dissi mentre anche io sfoggiavo uno di quei famosi sorrisi. - Bene allora io vi lascio soli...- dissi mentre sgattaiolai al piano di sopra. Ma che cazzo José, allora ci trovi proprio gusto a giocare con i sentimenti altrui!
- Una verginella adolescente José? Davvero? Ma che diavolo ti salta in mente? Come credi che riusciremo a mettere su famiglia se fai ancora queste bravate del liceo? - urlò lei spazientita. Cosa?! Verginella adolescente a me? Ma che cazzo di problemi ha? Famiglia poi? Tutto il mio orgoglio mi stava spingendo giù per le scale per andargliele a cantare di brutto ma il buonsenso mi fermò in tempo...che speranze avevo di riuscire a mettere al proprio posto quella vipera?
- Sshh che ti sente! E poi ti ho già detto 1000 volte che non ci ho fatto nulla, mi ha obbligato mia madre...- Cristo ma allora è proprio un vizio! Quel bacio, quei baci allora? Erano tutti finti? Ma poi sul serio José, di nuovo con la storia della balia? Mi chiusi in camera, ormai non valeva nemmeno più la pena ascoltare.
Mi sedetti sul pavimento con la schiena appoggiata al muro con Joy vicino e col il suo testone appoggiato sulle mie cosce. Mi aveva seguito fino in camera e mugolava, quasi a voler dire che non la sopportava neanche lui. Rimasi per un po' li a pensare e ad accarezzare quel enorme e dolcissimo cane peloso. Poi ad un certo punto sentii il cellulare vibrare all'interno della tasca, era un messaggio di Nekana che mi chiedeva se ero disponibile ad una chiamata veloce. Non me lo feci ripetere due volte che già la stavo chiamando.
- Ehi...- disse lei mogia.
- Ehi...- risposi io con lo stesso tono.
- È successo qualcosa? - ci chiedemmo contemporaneamente.
- Ahahah prima tu Neka.-
- Ahahaha ok, io e Manuel ci siamo lasciati.- sospirò lei.
- Cosaaaa?! - dissi io incredula. - Come?Quando?...Perché?! - domandai apprensiva.
- Oggi o meglio stanotte durante il veglione, l'ho beccato a fare il cretino con un'altra. L'ho ammonito ma dopo un oretta li ho trovati in bagno a limonare e forse anche qualcosa in più. I miei amici mi hanno dovuto portare a casa trascinandomi, lui ha rovinato il capodanno a me ed io l'ho rovinato a loro. - disse lei quasi piangendo.
- Oddio amore, vorrei poter essere lì con te...Ma che grandissimo stronzo! - ma allora lo fanno apposta, maledetti ragazzi creati solo per metterci le corna.
- Mi spiace lamentarmi con te, non ti vorrei rovinare le cose con José, però...-
- No tranquilla, tanto anche lui si è comportato una merda. - dissi io amareggiata.
- Cioè? - chiese Neka preoccupata, così le raccontai l'intera storia dal "sei bellissima", a Maria passando per la serata di ieri.
- Io non ho parole...vabbè fortunatamente abbiamo la nostra amicizia e questa è la più importante. - disse lei affettuosamente.
- Concordo a pieno. - replicai io.
Dopo esserci depresse e aver cazzeggiato insieme un'altro po' concludemmo la telefonata promettendo di risentirci i seguenti giorni. Certo che a noi le disgrazie e le gioie ci capitano sempre in contemporanea eh...
Continuai a riflettere sul comportamento di José tentando di arrivare ad una spiegazione razionale ma non riuscii a trovarla e quando mi rassegnai ad andare a dormire, sentii strani rumori e gemiti provenire dalla stanza accanto.
- Dio che schifo! Pure questo mi tocca sopportare? - dissi mentre mi premevo il cuscino sulle orecchie. Lacrime di rabbia e di delusione cominciarono a colarmi sulle guance e al primo singhiozzo Joy salì sul letto e si accoccolò vicino a me, il calore del suo corpo fu terapeutico e mi calmò facendomi addormentare in poco tempo: è proprio vero che i cani sono creature speciali.
I giorni successivi chiamai i miei vecchi amici per passare le restanti giornate insieme in giro per la città, fu bello rivederli e grazie a loro trascorsi dei momenti fantastici, divertendomi da morire e dimenticandomi di lui. Mi ritiravo la sera tardi, tanto avevo le chiavi e poi in questo modo ci dovevamo parlare solo per cose essenziali e di primaria necessità e infatti non intavolammo mai una vera conversazione, anche perché la serpe era sempre li a sorvegliarlo e in agguato. L'ultima sera per avergli chiesto un passaggio all'aeroporto per il giorno seguente mi stava quasi fulminando con lo sguardo.
Ero sollevata di dover ripartire anche se mi dispiaceva da morire lasciare la mia bellissima città, i miei amici e quella dolcissima palla di pelo di Joy ma pur di togliermi quei due dalla vista...
Quando fummo vicino al gate in aeroporto, neanche lo abbracciai per salutarlo. Vidi trasparire della delusione dai sui occhi quando mi voltai per andarmene e quando lo richiamai per riconsegnargli la copia di chiavi di casa sua che mi era rimasta in borsa, lui rimase a bocca aperta come cretino ed io fui ancora più sconcertata. Ma cosa si aspettava? Che mi gettassi ai suoi piedi piangendo? Va bene tutto ma io ho una dignità e poi dopo tutto quello che mi è successo nella vita figurarsi se non riesco a far fronte a una situazione del genere, ero innamorata ma il mondo è grande e pieno di gente, avrei trovato sicuramente qualcun altro. E mentre lo dicevo una lacrima fuoriuscì senza il mio permesso dal mio occhio destro, rigandomi la guancia.

Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora