Capitolo 5

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L'indomani mattina andai da Josè ed Encarni. Arrivai dopo circa 20 minuti. La casa era una piccola villetta su due piani. La porta di entrata, dopo un minuscolo corridoio di qualche metro lungo dava direttamente sul grande e spazioso salotto. Al centro della stanza campeggiava un divano con penisola che a sua volta poggiava su un morbido tappeto ed era orientato in modo da avere di fronte la televisione che poggiava sul piano di vetro di un mobiletto basso e largo appoggiato al muro. A sinistra c'erano delle librerie e sul muro opposto a quello dov'era la tv c'erano le scale in legno che portavano al piano di sopra. Sotto alle scale vi si trovava un angolo studio con una scrivania piena zeppa di fogli sparsi ed un computer. Accanto alle scale c'era una porta che dava su un'altra stanza che aveva un tavolo da pranzo al centro e tutto intorno i vari piani di cottura, forno, frigorifero ecc... In fondo c'era un'altra porta che conduceva sulla veranda esterna in cui c'era un altro tavolinetto  e un piccolo dondolo bianco. Dava sul giardino che era molto grande. Sul muro a destra del salotto invece c'erano altre 2 porte. La prima era un piccolo ripostiglio mentre la seconda dava su di un ampio bagno. Al piano di sopra, invece, arrivando in cima alle scale c'era un piccolo spiazzo su cui davano quattro porte: rispettivamente le camere da letto (più o meno tutte della stessa grandezza) e il bagno. Tutto questo si trovava in una bella stradina a pochi passi dal mare. 

Passai altre due settimane tra lo sfaccendare a casa degli abuelos, l'andare in ospedale e le uscite con Nekana. Ormai era già metà Luglio.

Una mattina in particolare, arrivai al negozio dopo aver depositato i miei fratelli dai loro amici e cominciai a lavorare fino alle 6 del pomeriggio, ora in cui staccai per andare a comprare delle medicine per mia madre poi andai da loro e cominciai a sistemare un po' casa e a cucinare. Grazie a questo nuovo lavoro avevo già più soldi e potevamo farci passare anche qualche sfizio ogni tanto. I padroni di casa mi raggiunsero un'ora più tardi insieme ai miei fratelli. Purtroppo accidentalmente dimenticai le medicine sul tavolo e mi sa che Encarni le vide. Lei non aveva mai approfondito molto la mia vita privata, io gli avevo solo detto che i miei lavoravano tutto il giorno e che io lavoravo per risparmiare soldi che mi servivano per un lungo viaggio che stavo progettando. Quando vidi che le stava guardando con aria preoccupata e sbigottita, io andai lì di fretta e furia e gli presi il sacchetto dalle mani, poi per evitare domande gli chiesi:

- Encarni ma tu non volevi parlarmi? -

- Ah si! - disse lei un po' rintontita - Volevo dirti che venerdì prossimo dovresti rimanere ad aiutarmi un po' di più in casa perchè arrivano i miei ragazzi che si trattengono per 2 settimane. Ti va bene?

- Certo! - risposi io sorridendo.

- Perfetto! - esultò lei

Arrivò finalmente domenica e Nekana mi propose di uscire. Accettai volentieri e andammo fuori a mangiarci un gelato passeggiammo a lungo parlando del più e del meno e facendo battute. Ad un certo punto però mentre camminavamo lungo una stradina Neka si fermò di colpo e prese a fissare il vuoto poi aprì la mano lasciando cadere il gelato per terra. Si portò lentamente le mani sul volto e si accovacciò e cominciò a singhiozzare. Io la guardavo incredula. Non avevo idea di cosa stesse succedendo e per un attimo rimasi spiazzata, poi però lanciai il gelato per terra e le andai vicino abbracciandola forte. Quando si calmò un po' la presi sottobraccio e la accompagnai a sedersi su di un muretto poco distante.  Per me era bruttissimo vederla in quello stato. In poche settimane avevo imparato a volerle bene era la mia unica amica qui e oltretutto non conoscevo nemmeno la causa del suo dolore il che mi faceva stare ancora più male per lei.  Pochi istanti dopo però, fu proprio lei a dirmela. Mi raccontò che verso i primi di Maggio in questo punto mentre stavano andando a trovare i suoi nonni da Madrid, una macchina gli tagliò la strada facendoli cappottare. I suoi genitori persero la vita morendo sul colpo ed era per questo che i fratelli erano in ospedale. In seguito all'incidente, rimanendo soli, sono stati costretti a trasferirsi qui dai nonni. 

- Mi mancano tanto Clà. - disse con la voce rotta dal pianto. 

Io non sapevo che dirle ma non riuscivo proprio a vedere la mia migliore amica in quello stato. A quel punto scoppiai a piangere pure io e le raccontai la mia storia. Le dissi che i miei erano separati in casa da quando ero piccola e quindi era un litigio continuo. Lui era spesso violento e alzava le mani su di noi e su mia madre. Poi quando finalmente si separarono e lui sparì completamente dalla nostra vita, scoprimmo che mia madre aveva un tumore e per trovare una cura siamo dovuti venire fino a qui. Io dovevo occuparmi di tutto cercando di sbarcare il lunario. Rimanemmo abbracciate a lungo. Ad entrambe il destino ci aveva messo di fronte a dure prove ma quello che non ti uccide ti fortifica no? Ci giurammo di esserci sempre l'una per l'altra.
Anche lei come me aveva sofferto molto. Decidemmo di andare al cinema e andammo a vedere una commedia divertentissima e passammo il resto del pomeriggio a divertirci come due pazze. Beh infondo ci voleva. Ridere scaccia cattivi pensieri.

- Cazzo Neka, è tardissimo! Domani ho un sacco di lavoro da fare ufff...-

- Perchè? Ma dici al negozio? -

- No a casa loro perchè venerdì arrivano i loro figli. -

- Embè? Vi preparate già da adesso? E che razza di casa c'hanno?! -

-  Aahahah vabbè che loro sono già in fibrillazione però ci sono davvero un mucchio di cose da fare. -

- Ahahah e vabbè dai. Ma quanti anni hanno i figli? Se sono simpatici come Encarni e Josè e belli sopratutto, allora me li devi presentare. - disse molto convinta.

- Ma quali presentarteli?! Non li conosco, non li ho neanche mai visti e poi so che sono grandi! - 

- Eh vabbè, mica c'è bisogno di alterarsi tanto. - disse lei ridendo.

- Mmmgh... - mugugnai io mettendo il muso per finta e poi scoppiando a ridere insieme a lei. 

Mah chissà veramente come sono sti due.

Spazio dell'autrice :) (se così mi posso definire )
Grazie a tutte le persone che seguono e hanno votato la mia storia. Siamo arrivati ad un punto cruciale perchè tra non molto arriverà il vero protagonista di questa storia, colui a cui è dedicata! Se vi piace o se volete darmi qualche consiglio o farmi qualche critica oppure semplicemente fare un po' di amicizia scrivete un commento Grazie mille davvero!
Un bacio dalla sottoscritta ;)
Luna980


Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora