- Ma allora quando vengono Josè e Juanmi mamma? -
- Allora, Juanmi molto probabilmente non ce la fa a venire, mentre Josè può darsi di sì, però la data precisa non la sa neanche lui. -
- Aaahh... rieccoci, siamo alle solite. Va bene allora vado a fare la spesa e comincio a prendere un po' di roba per il cenone. -
- Ok a più tardi tesoro. -
Vanessa uscì dalla cucina e per poco non mi vide. Mi ero appena svegliata, primo giorno di vacanze e mentre scendevo a fare colazione sentii quelle parole che mi fecero soffermare ad ascoltare la conversazione. Che stupida, non ci avevo pensato, era ovvio che a Natale ci sarebbe stata la possibilità che fossero venuti. Sbuffai, eh già perché in effetti la cosa mi scocciava molto, però non so perché, dentro di me, una sorta di felicità ed eccitazione stavano prendendo il sopravvento. In realtà lo sapevo benissimo, avevo bisogno di rivedere José. Non potevo farne a meno, mi mancava da morire e volevo sentire il profumo della sua pelle quando mi abbracciava. Me lo figuravo lì, di fronte a me mentre mi sfoggiava uno di quei suoi sorrisi che ti lasciano senza fiato e mi sorpresi a sospirare. Distolsi l'attenzione da quei pensieri per concentrarmi su un problema (grande come una casa) che avevo: come mi sarei dovuta comportare? Mentre inzuppavo un biscotto nel latte sentii il cellulare poggiato sul tavolo vibrare: era Nekana che mi chiedeva come stavo passando il mio primo giorno di vacanza. Mandai giù il resto della colazione in pochissimo tempo, afferrai il cellulare e nonostante il freddo (per la privacy questo ed altro) uscii in veranda e la chiamai.
- Allora, - mi fece lei - dormito bene? Non è una sensazione stupenda doversi svegliare sapendo di non dover andare a scuola? -
- Ahahaha, direi proprio di sì, il problema è ciò che ti aspetta una volta uscita da sotto le coperte... - conclusi la frase con un tono più cupo.
- Cioè? - Chiese lei un po' preoccupata.
- Beh diciamo che ho un problema...Un grosso, enorme, dinosaurico problema. -
- Eh, ma dimmelo che mi stai facendo preoccupare! -
- C'è una buona percentuale che questo Natale venga Josè ed io, beh...non so proprio come comportarmi. -
- Aaahh...tutto qui?! Mi hai fatto preoccupare da morire! -
- No, tu non capisci! -
- Ma sì, ho capito che sei in ansia, ma non puoi farti tutti questi problemi per la persona che ti ha trattato in quel modo. -
- Lo so Neka, però...-
- Piuttosto, lo sai che per tutte le vacanze di Natale non ci sarò? - disse lei cambiando discorso.
- No, ma perché dove vai? - chiesi leggermente stranita.
- Starò a Madrid per tutto il tempo! - mi riferì piena di entusiasmo.
- Figo... - le risposi io in tono moscio.
- Lo so! - continuò lei briosa come se non si accorgesse.
- Va beh, io ora devo andare, ci sentiamo in questi giorni. - dissi sospirando.
- Ok ci sentiamo! - e così dicendo chiuse la telefonata.
Non avevo da fare un bel nulla ed infatti senza curarmi del freddo, rimasi accucciata sul dondolo un altro po' a riflettere. Certo, che bell'aiuto! Non riuscivo ad afferrare il perché non mi capisse, sapeva che Josè per me era importante. Mah...
Rientrai in casa infreddolita e sgattaiolai nel corridoio del piano superiore, accoccolandomi sul parquet accanto ad un termosifone, come se fossi un gatto e feci un po' di ricerche su internet a proposito del mio problema. Chissà se il mondo virtuale aveva una risposta anche per questo.- Claudia!...Cla!...Ma si può sapere che ci fai lì per terra?...Cla!- era la voce di Encarna che mi chiamava e con un braccio mi scuoteva le spalle. In sottofondo sentivo Josè ridacchiare. Mugugnai ed aprii gli occhi...ma come, mi ero addormentata?
- Cosa? - sussurrai io non rendendomi conto.
- Tesoro mio, questa me la devi spiegare. - disse lei ridendo. Sì avevo il brutto vizio di cercarmi degli angolini belli, caldi e accoglienti della casa dove poter stare in santa pace. Lì mi trasferivo con cuscini, peluches, coperte, cibo, computer ed arsenale vario e ci rimanevo giornate intere a nerdeggiare. A quanto pare avevo trovato il mio posticino anche in quella casa.
- Mi...mi sono addormentata...- Dissi io ancora stordita dal sonno.
- Questo lo vedo cariña, ma perché proprio per terra? - proseguì lei ridendo.
- Ottima domanda. - dissi sogghignando.
- Ahahahah ma che pazza sei! - disse la donna schioccandomi un bacio sulla fronte. - Dai vatti a preparare che usciamo.
- E dove andiamo? - chiesi perplessa. Lei non mi rispose e mi strizzò solo l'occhio.
I misteri di Encarnata Callejón pensai divertita. Mi preparai ad uscire e finalmente ebbi l'occasione per indossare la mia nuova e fiammante giacca di pelle nera regalatami da Vanessa. Faceva la sua figura sopra una specie di maglioncino con il logo dei Bon Jovi, i jeans e gli anfibi. Sembravo uscita dagli anni 80! Mi sarei puzzata dal freddo ma non me ne fregava niente.
L'uscita, a quanto pare, non riguardava solo me ed Encarni perché ci seguirono anche tutti gli altri ed andammo a raggiungere Vanessa al mercato e alle bancarelle tipiche natalizie che spuntavano fuori verso il periodo di Natale. Certo, non c'era la neve di Milano o l'atmosfera di Napoli, ma comunque si respirava un aria di gioia tipicamente natalizia lì a Motril. Tenevo la mano alla mia sorellina e alla piccola Nina, mentre rimanevano incantate di fronte alle luci e agli addobbi colorati. Giulio e Josè nel frattempo si dilungavano i discorsi da "uomini" mentre Encarni e Vanessa sbirciavano la merce sulle bancarelle degli ambulanti. La giornata trascorse tranquilla mentre mancavano solo tre giorni a Natale. Dentro di me speravo con tutto il cuore che venisse ma era un desiderio che tenevo celato persino a me stessa, sarebbe bastato un suo sorriso sincero per cancellare con un colpo di spugna le sue parole taglienti, ma per scoprire quale sarebbe stata la sua reazione, avrei dovuto aspettare tre stressanti giorni dove sarebbe potuta arrivare la notizia di un suo impedimento o magari avrei solo scoperto che di me non gliene fregava niente. Su internet nessuno era propositivo e tutti consigliavano di buttarsi tutto alle spalle, finché non trovai una ragazza e mi colpì molto quello che aveva scritto. Scriveva di non farsi mai abbattere e, se quella persona riusciva veramente a renderci felici, di perseguire nei nostri sogni perché il destino ci avrebbe unito prima o poi. Beh non mi restava che capire quanto ne valesse la pena...Spazio dell'autrice
Scusate il capitolo un po' di passaggio, ma ovviamente, dato che la storia sta proseguendo in modo diverso da come l'avevo pensata inizialmente, sto cercando di raccogliere un po' le idee. Nel frattempo secondo voi che succederà? Josè tornerà da lei per Natale? :P
Buona lettura e spero che continuerete a seguire, votare e commentare la mia storia! <3
Vi ringrazio tutte, siete le migliori ;) <3
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Mi è bastato un tuo sorriso! || José Callejón
Fiksi PenggemarClaudia è una ragazza messa a dura prova dal destino a cui verrà tolto tutto fino a quando non vedrà il suo sorriso, quello dell'unico uomo che l'ha sempre fatta sognare con i suoi gol e che ora la farà sentire finalmente amata! Nota dell'autrice: S...