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Mi svegliai durante la notte, non riuscivo a dormire. Decisi di andare in cucina e bere dell'acqua. Mi sedetti su una sedia e appoggiai la testa sul tavolo ancora mezza addormentata.

Mentre fissavo il vuoto scorsi un pacchetto di sigarette che mia madre aveva lasciato distrattamente sul bancone. Mi avvicinai e lo presi in mano. La tentazione di provare a fumare fu troppa, e lo feci. Il gusto che mi lasciò in bocca fu orrendo, ma per qualche motivo mi ritrovai a fumarne tre una dopo l'altra. Alla quarta decisi di rimetterla dentro e misi giù il pacchetto dove l'avevo trovato, pensando alla reazione di mia madre quando avrebbe scoperto che mancavano delle sigarette dal pacchetto. Tornai a dormire e questa volta mi addormentai.

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*5 settembre 2020*

Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso. L'episodio che diede inizio alla mia dipendenza dal fumo.

Forse dovrei ripresentarmi meglio. Sono Pieck, ho 16 anni e ho da poco cambiato scuola. Dopo due anni di liceo scientifico mi resi conto che non è quello che volevo fare veramente. Nonostante il possibile rischio di dover ripetere l'anno o rimanere indietro con il programma, decisi di cambiare completamente scuola. Optai per un liceo artistico non molto distante dal mio quartiere. Questo perché mi sono convinta che voglio fare la tatuatrice. Sono sempre stata brava a disegnare, e ultimamente è divenuta più che una semplice passione. Riesco a esprimere tutte le mie emozioni disegnando. È l'unico modo che ho per sfogarmi.

Dalla terza media sono cambiate molte cose. Con Anka ho perso i rapporti dopo essere andata al liceo. Lì non mi sono mai fatta tanti amici. Avevo solo un amico, il mio migliore amico. Si chiamava Moblit ed era veramente una brava persona. Era pure un bel ragazzo. Purtroppo si dovette trasferire all'estero quando la madre fu chiamata a lavorare come manager in una prestigiosa azienda situata non so dove.

Ormai mi rimangono solo i disegni e le sigarette. Quelle schifose e fastidiose sigarette che odio tanto ma che non riesco a smettere di fumare. Guardo sempre con schifo il pacchetto e me lo ritrovo poi in mano, come se fosse una cosa naturale. Dalla prima volta che ne provai una, cominciai a farlo sempre più frequentemente. Finché a un certo punto dovetti comprarmi i pacchetti da sola, con l'aiuto di un mio amico poiché sono minorenne, per non destare sospetti in mia madre, che è rimasta la stessa di sempre. Ma non mi da più fastidio, ormai ci ignoriamo reciprocamente. Io vivo la mia vita e lei la sua.

Tra una settimana comincerà l'anno scolastico. Spero di trovarmi una classe migliore di quella in cui stavo prima, anche se tengo le mie aspettative basse per non rimanere troppo delusa se fa schifo.

Vedo il telefono illuminarsi, è arrivata una notifica. È una e-mail della mia nuova scuola. Ci sono tutte le informazioni che devo avere, come la piantina della scuola. Probabilmente dovrò trovare da sola la mia classe. Sento che sarà alquanto imbarazzante.

La felicità fatta persona [Pikulena]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora