Yelena'a pov
Guardo l'orologio, sono le 21.30. Usciamo da casa di Nanaba, ringraziandola prima, e ci dirigiamo verso la mia motocicletta. Accendo il motore e in 20 minuti siamo a casa.
P:" Hey ehm Yelena...grazie"
Y:" Grazie di cosa?"
P:" beh di tutto...di avermi portata alla festa e di avermi fatta divertire."
Y:" ah figurati, mi ha fatto molto piacere."
P:" ah volevo chiederti se ti va di rimanere da me stanotte, mia mamma è fuori per qualche giorno."
Y:" Oh...va bene."
Mi prende la mano ed entriamo in casa. Chiude la porta alle nostre spalle e mi dice di sedermi sul divano.
P:" dobbiamo parlare di una cosa. Hai presente quando prima mi hai chiesto chi erano le persone nella foto? Ecco, volevo raccontarti un po' di cose su di me, ma ho paura che conoscendo la mia storia cercherai di starmi lontana e..."
Abbraccio forte Pieck e le do un bacio sulla guancia.
Y:"Pieck, qualsiasi cosa tu abbia fatto o ti sia successa io rimarrò al tuo fianco. Se te la senti puoi raccontarmi la tua storia, non lo dirò a nessuno. Puoi fidarti di me."
P:" va bene...un po' di anni fa vivevo in un'altra città. La mia vita era abbastanza normale e tranquilla, avevo un padre, una madre e un fratello, Marco. Il fatto è che un giorno Marco si suicidò...decidemmo di trasferirci e da quel momento mio padre cominciò a diventare sempre più strano, a bere, a drogarsi e ad essere violento, tanto che fummo costretti a farlo ricoverare in un centro di recupero. Mia mamma rimase al mio fianco ma dopo poco tempo uscì di testa anche lei. Certo non quanto mio padre, ma abbastanza da cominciare ad ignorarmi, a comportarsi male e a fumare. Una notte non riuscivo a dormire e mia madre aveva lasciato un pacchetto di sigarette sul bancone della cucina. Decisi di provare una e da lì...non riuscii più a smettere di farlo. È disgustoso ma mi fa stare quasi bene."
Non dico niente per evitare di dire qualcosa che la faccia stare male e la abbraccio forte un'altra volta.
Y:" Ci sono io ora. Non ti devi preoccupare. Fumi tuttora?"
P:" da quando ti conosco sto meglio con te che con le sigarette. Lo faccio poche volte...è anche per questo che ti devo ringraziare."
Y:" Pieck...vuoi sentire la mia storia?"
P:" d'accordo."
Pieck si appoggia sulla mia spalla e le accarezzo i capelli mentre racconto.
Y:" vediamo...mia madre, fin da quando ero bambina, ha sempre avuto problemi di alcolismo. Al tempo non conoscevo mio padre, in famiglia c'eravamo solo io, lei e mia sorella Zofia. Spesso ci mantenevano i nostri nonni paterni, perché le nostre condizioni economiche erano disastrose. Quando morirono tutti e due di incidente stradale ci lasciarono una grande eredità. Cominciammo a vivere meglio e a poterci permettere qualche cosa in più. Tuttavia, un giorno quello che sarebbe stato mio padre tornò a casa dopo anni. Mia madre mi disse che ci aveva abbandonate quando io ero ancora in grembo. Quando arrivò c'eravamo solo io e Zofia in casa. Eravamo piccole non ci avevano avvisate dei pericoli. Sentimmo bussare e aprimmo la porta. Entrò un uomo molto alto e biondo...non mi ricordo altro di lui a parte che era visibilmente ubriaco. Disse di essere nostro padre e che cercava mia madre. Ma lei non era in casa, e così cominciò ad insultarci perché secondo lui eravamo noi ad aver fatto fare l'incidente ai nostri nonni, con lo scopo di guadagnare molti soldi. Continuavamo a dire di no ma lui insisteva e aveva un tono sempre più arrabbiato. A un certo punto mi prese per il polso e mi fece sbattere violentemente la testa sul pavimento. Zofia cercò di intervenire ma l'uomo tirò fuori un coltello e lo puntò verso di lei. In quel momento arrivò mia madre e lui cominciò ad insultarla e a minacciarla. Lei disse che le responsabili dell'incidente eravamo solo io e Zofia e che lei non c'entrava niente. Intanto io avevo preso il telefono e chiamato la polizia. In cinque minuti arrivò e porto mio padre via. Ricorderò per sempre le sue ultime parole:" Vi verrò a prendere." Da quel momento ho sempre vissuto nel terrore che potesse ripresentarsi a casa mia, e con la tristezza di sapere che mia madre ci avrebbe sacrificate per salvare la sua vita."
P:" e Zofia dov'è ora?"
Y:" si è trasferita in un altro stato. È andata a vivere in Inghilterra con il suo fidanzato. Non ci sentiamo quasi mai, non vuole neanche tornare qui per le vacanze. Ha ancora paura di mio padre."
P:" e lui si è mai ripresentato?"
Y:"no, ha ancora 7 anni di carcere. Quando uscirà andrò via di casa."
Pieck, ancora abbracciata a me, mi guarda con le lacrime agli occhi. Le dico di non piangere e le do un bacio sulla fronte. Quanto vorrei scappare con lei.
Y:"Pieck..."
P:" sì?"
Y:" mi piaci tantissimo."
P:" e tu anche di più."
Le prendo il viso tra le mie mani e le do un bacio a stampo ma intenso. Ci stacchiamo e ci stendiamo sul divano, io ovviamente sto con i piedi fuori perché sono una giraffa.
P:" ma quanto sei alta hahah esci pure dal divano"
Y:" tanto. E tu sei così bassa che ci starebbero due Pieck su questo divano."
Mi da un pugnetto sulla spalla e comincia a darmi piccoli schiaffetti sul viso. Dopo mi da un bacio sulla guancia e mette la testa sul mio petto. Ci addormentiamo sul divano per la stanchezza.
_______________________________________
☆Angolo autore☆
Buongiorno a tutti, spero che questo nuovo capitolo vi sia piaciuto. Scusate per averci messo una settimana ad aggiornare ma ultimamente non ho più voglia di fare niente lmao. Ultimamente mi sto fissando con la Mikannie e potrei avere una sorpresa ;) ma niente spoiler♡
STAI LEGGENDO
La felicità fatta persona [Pikulena]
Fiksi Penggemarfanfiction su pikulena (AU) :)) non svelo altri dettagli buona lettura ;) ⚠️TW: contenuti sensibili (in alcuni capitoli potrebbero essere descritti episodi di violenza e dipendenza)⚠️