Abbiamo parlato tutta la sera, mi sono trovata benissimo con lei.
Gaia non ho idea di dove sia, ho provato a scriverle, a chiamarla, ma non mi ha risposto.
"Dai ci sentiamo, ciao amo" Anna mi da un bacio sulla guancia e vado da Sacky.
Sono particolarmente felice.
"Ehy piccola, perché sei così allegra? " Mi chiede alzandomi il mento con le dita.
"Domani chiarisco con Oni"
"Sono contento" Dice abbracciandomi.
"Vogliamo il limone" Urla qualcuno.
Scoppio a ridere e Sacky pure.
"Quello dopo, in privato" Urla lui di rimando.
"Non è vero, è un coglione" Dico io.
Scoppia a ridere e andiamo nella sua auto.
"Allora, devo parlarti di una cosa prima di partire.
Non provo assolutamente nulla per Villa.
Le prime volte che ci baciavamo, sentivo qualcosa.
Ma ora no, zero, come baciare un ragazzo qualsiasi, è anche per questo che sono felice.""Mi sta dicendo che sei felice perché sei single? "
Scoppio a ridere.
"No, sono felice perché non mi interessa nessuno"
"Brava piccola, andiamo a mangiarci un kebab? Sto morendo di fame"
Annuisco.
"Cosa facciamo per il tuo compleanno? Mancano solo due giorni"
"Non lo so, stavo pensando ad una specie di locale con un po tutti i ragazzi di zona sette" Dice lui.
"Ci sta, ti ho già comprato il regalo, non vedo l'ora di dartelo. "Dico battendo le mani come una bambina.
"Comunque la festa la fai il giorno stesso o quello prima? " Gli chiedo io.
Intanto metto questa foto sulla storia, con sotto la nuova canzone di Keta.
"Il giorno prima, ovviamente la sera, così quanto scatta la mezzanotte ti insegno come si apre uno spumante senza fare danni"
Scoppio a ridere e gli faccio un dito medio, facendolo ridere.
Dopo aver mangiato, mi faccio portare a casa di mia madre.
"Penso che starò qui stanotte, buonanotte" Dico dandogli un bacio sulla guancia.
"Buonanotte piccola"
Esco dall'auto e riparte.
Citofono.
Appena mi apre entro in casa.
"Che ci fai qui tesoro? Pensavo fossi arrabbiata con me"
"Infatti, lo sono eccome" Dico andando verso la cucina.
Trovo un pacchetto di sigarette sul tavolo e un accendino marrone.
Quell'accendino non può essere di mia madre, lei detesta quel colore.
Non mi dite che c'è mio padre.
Tiro fuori le mie sigarette e il mio accendino rigorosamente rosa.
Ne accendo una.
"Scusami ma tu da quando fumi? "
"Circa da quando ho quattordici anni, seriamente non lo sapevi? " Chiedo prendendo un tiro.
Nega con la testa.
"Sono qui per parlarti"
Mi siedo sul tavolo della cucina e mi fa cenno di continuare.
Sento un lieve rumore provenire dall'armadio.
Non guardo in quella direzione, sarei troppo sgamabile.
Sembrerà una bambinata, ma credo che ci sia mio padre dentro quell'armadio.
"Io non li voglio nella mia vita.
Puoi anche dire a quell'uomo, che non reputo neanche padre, che ho mollato la scuola, non abito più qui, sono in brutte compagnie, ho passato più notti in questura che a casa, diglielo, perché te lo giuro, il giorno in cui me lo ritroverò davanti, mi verrà semplicemente da sputargli in un occhio, a lui e a tuo figlio.
L'ho visto in discoteca a capodanno, è rimasto il solito bastardo. ""Me l'ha detto, anche se mi ha detto pure come sei diventata tu.
Manipolatrice, egoista, meschina, arrogante.
È questa la ragazza che ho cresciuto? ""Apparte che l'ultima cosa che si può dire di me è che sono una persona arrogante, ho la testa sulle spalle e i piedi per terra, nulla di più.
Tu non mi hai cresciuta.
Sono cresciuta da sola, sbagliando e imparando dai miei sbagli.
Non ho mai avuto limiti, non mi hai mai insegnato nulla, adesso non so che cazzo faccia una madre normale.
Forse sarei una persona diversa se una volta mi avessi detto un no. "Abbassa la testa, sto alzando la voce.
Mi arriva una chiamata.
È Vale.
"Vale posso richiamarti dopo? "
"Dove cazzo sei? "
"Da mia madre, anzi se puoi, tra una ventina di minuti vieni a prendermi? "
"Sisi, ma perché non sei tornata? "
"Poi ti spiego, ti devo dire anche delle altre cose"
"Va bene, tra dieci minuti parto"
Metto giù la chiamata.
"Sarò breve, dato che tra poco arrivano a prendermi.
Se pensi che dopo che si sono fatti vivi saremo la bella famigliola felice, pensi proprio male.
Perché io non voglio averci niente a che fare, ho già troppi problemi, parlare con quei due coglioni me ne creerebbe altri dieci.
Non ho bisogno di persone come loro nella mia vita, non dovresti averne bisogno neanche tu.
Però fai come vuoi mamma, la vita è tua.
Tieni a mente che una vita mia ce l'ho pure io, quindi non saremo mai una famiglia"Le scende una lacrima.
Possibile che non mi faccia nessun effetto vedere mia madre piangere?
"Hai ragione Gaia.
Ma io amo tuo padre e voglio bene a tuo fratello, nonostante tutto"Mi arriva un messaggio.
È Vale, è qua sotto.
"So che ho ragione, io ho sempre ragione.
Un ultima cosa, puoi dire a tuo marito che se si nasconde nell'armadio, almeno non deve fare rumore e non deve lasciare le sigarette e il suo accendino del cazzo sul tavolo della cucina?
Grazie"
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Zona Sette [COMPLETA]
FanfictionGaia Bianchi, diciassette anni, da Roma si trasferirà a Milano, dato il suo passato. è una delle ragazze più belle d'Italia, il suo viso angelico ne è la prova. può sembrare buona e tenera, ma tutti quelli che la conoscono possono affermare che è...