«Signorine, buonasera.»
La voce del nostro titolare di lavoro, incombe sulle nostre postazioni, guadagnandosi occhiate truci da parte di Charles.
«Non sei per niente simpatico.»
«E tu non dovresti rivolgerti a me in questo modo, potrei licenziarti seduta stante.»
Il più piccolo si infurbisce, spingendosi vis a vis con Paul, «non lo faresti. Sai che la mia assenza qui, ti farebbe perdere almeno il novantanove virgola novantanove percento della clientela femminile.»
«Moccioso.»
Si guarda intorno salutando qualcuno tra i clienti.
Paul Black. Trentaquattrenne in forma, un metro e ottanta di fascino e muscoli. Titolare del pub, affascinante uomo d'affari, sempre educato e vestito per bene. Si è sempre comportato a modo; mai un gesto o una parola detta di troppo, o sbagliata. Una persona innocua, sì. Se non fosse per gli incontri strani che organizza nella saletta verde del pub. All'interno della quale, è vietato entrare a qualsiasi essere umano, eccetto a se stesso e ai suoi esclusivi ospiti.
«Tra venti minuti, arriveranno i miei ospiti. A uno di loro, in particolare, non piace che gli si vengano servite delle bevande che siano state preparate al di fuori del suo campo visivo. Per questo motivo, mi serve uno di voi in saletta.»
«Nah», interviene immediatamente Charles, «io passo, le belle ragazze necessitano del mio fascino qui.»
Paul alza gli occhi al cielo rassegnato e si appoggia con un braccio al bancone mentre ci guarda con aria seria e sicura. Strofina le dita sulla sua barba poco folta e tossicchia quasi nervosamente, mentre noi siamo ancora sorpresi da questa sua richiesta.
«Posso farlo io se vuoi, Paul.»
Jake si propone, buttandosi un canovaccio sulla spalla.
Vedo Paul tornare serio e farsi pensieroso. Poi mi guarda.
«No. Voglio la presenza di Hailey.»
Mi fa segno di andar con lui, iniziando a camminare verso la saletta.
Mi appresto a seguirlo, ma una presa delicata sul mio polso, arresta le mie intenzioni.
«Sai che saranno tutti uomini là dentro?»
Fisso la sua mano e poi torno a catalizzare la mia attenzione sul suo viso.
«Non vedo dove sia il problema.»
«Intendevo solo che se non dovessi sentirti a tuo agio puoi uscire da lì in qualsiasi momento e andrò io al posto tuo.» Mi dice poi, lasciandomi il polso e sorridendo gentilmente.
«Grazie, Jack.»
Seguo il mio capo all'interno della sala e mi chiudo la porta alle spalle. Guardandomi attorno, ispeziono un ambiente minimal, abbellito da una grande vetrina appesa al muro, povera di bottiglie di alcolici, e tre tavoli accerchiati da delle sedie in pelle nera. Due quadri che raffigurano uno la città di New York e l'altro la statua della libertà in tutta la sua unicità fanno da protagonista alle mura rigorosamente verde petrolio.
Paul sistema un tavolo e solo ora noto che sarà quello dove preparerò gli ordini, poiché alcuni bicchieri di cristallo e vari attrezzi, sono in bella vista; puliti e ben disposti. Proprio come piace a me.
Mi supera sfiorandomi la spalla e taglia il silenzio appoggiandosi contro un altro dei tavoli.
«So che è stata una richiesta improvvisa e senza precedenti, Hailey. Ma voglio solo fare bella figura. Mi serve stupire i miei ospiti; il più grande in particolare.» Racconta incrociando le braccia al petto.
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𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hs
Fanfiction«Se non vuoi che pensi, che tu sia Alicante, dovresti almeno avere la decenza di non piazzarmi la tua schiena nuda davanti agli occhi.» Deglutisco e trattengo il respiro mentre i suoi occhi lasciano i miei e si alzano nel cielo stellato. «Ricordi co...