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«Delgado vi insegna pure a passare con il rosso ad un incrocio?»

Scendiamo dalla sua auto e ci dirigiamo verso il locale mentre qualche goccia di pioggia fredda, mi giunge sul viso. Tiene la porta aperta per me e lo supero, sentendo la sua voce rauca dietro.

«Non c'era nessuno.»

«E' il codice stradale. Ti fermi pure se il semaforo resta acceso sul rosso per un'ora nel bel mezzo di un deserto.»

Lo vedo alzare gli occhi al cielo mentre mi fa segno con una mano di andare al banco. Il locale non è molto grande, è poco affollato, la poca illuminazione rende l'aria serena e intima e una leggera musica soft naviga lungo gli spazi. Raggiungiamo il bancone e ci sediamo sugli sgabelli.

«Un amaro, e un martini con quattro olive, per favore.»

Aggrotto le sopracciglia. E sa che lo sto guardando, quindi accenna un sorriso, ma continua a guardare di fronte a sé rimanendo con i gomiti appoggiati alla superficie e regalandomi il suo profilo.

«Come sai che lo prendo con quattro olive?»

«Quasi tutti, lo prendono con quattro olive.»

«Ah.»

Ride nel silenzio, poi mi bea di nuovo della sua voce tornando serio.

«Due li mangi prima del primo sorso. Gli altri, quando il tuo bicchiere è ormai vuoto.»

«Questo non lo fanno tutti, invece. Giusto?»

«Ti conosco più di quanto tu voglia ammettere a te stessa.»

Sospiro e accavallo la gamba mentre mi appoggio allo schienale. Nel frattempo osservo le sue dita afferrare il bicchiere con il liquido dentro e ne prende immediatamente un sorso. Io faccio lo stesso con il martini – dopo aver mangiato le olive – ma non riesco a togliere via il mio sguardo dalle sue mani.

«Lo so che te l'ho già detto, ma hai delle belle mani.»

Vedo la sua mascella serrarsi, e finalmente o per sfortuna, si volta a guardarmi con la solita aria che ti rivela che lui sembra leggere tutto di te. Ma tu non puoi leggere niente di lui.

«Me l'hai già detto sì, parecchie volte.»

Sospiro perché capisco a cosa si sta riferendo, e cerco invano di cambiare immediatamente discorso sentendo il cuore battere più forte. Ero stata un'illusa a pensare che il consiglio di Candice sarebbe stato facile da seguire.

«Io ne ricordo solo due.»

«Se tu mi dici chi sei in realtà, ti racconterò di tutte le volte che me l'hai detto.»

«La sera del compleanno di Candice, quando mi hai raggiunta fuori, hai insinuato di sapere perché mento nel dire che non sono la tua lei. Perché... perché dovrei mentire?»

Il suo sguardo mi accalda il profilo. L'aria tra noi si è fatta più seria e capisco che se devo scoprire, devo azzardare.

«Davvero me lo stai chiedendo?»

Lo guardo. Annego la mia mente nei suoi occhi verde smeraldo, come lui annega la sua nell'amaro.

«Perché Alicante è una latitante.»

«Che ha fatto?»

«Non mi sembra il luogo adatto per parlarne.»

«Dove vorresti andare, allora?»

Mi guarda ed io faccio lo stesso dimenticandomi quasi di battere ciglio. La sua espressione sembra sorpresa, con il cipiglio molto più visibile e stretto, gli occhi lucidi a causa dell'alcol, le labbra socchiuse.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora