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Sono sveglia da almeno cinque minuti, senza alcuna forza o voglia di aprire gli occhi. Ho un forte mal di testa che è come se cento omini stessero martellando imperterriti da mesi in ogni parte del mio cervello.

Sento la bocca asciutta e ho una gran sete, ma non riesco a muovere un muscolo. Avverto solo freddo alle braccia, perciò in modi impossibili e quasi estremi per me, mi convinco a cercare un lembo di coperta e a tirarmelo su fin sotto agli occhi.

Al contrario delle mie aspettative, questo mi riesce perfettamente e sospiro cercando di inghiottire invano, la secchezza in bocca. C'è però qualcosa di strano nelle mie lenzuola, per questo passo delicatamente la mia mano sopra e avverto il tessuto liscio, di seta, contro i polpastrelli.

Mi costringo quindi ad aprire almeno un occhio e noto immediatamente una grande finestra dove il cielo è azzurro ed il sole vi fa da protagonista. La tenda scura e trasparente, attutisce i raggi solari che tentano d'entrare, perciò fortunatamente, non mi recano fastidio.

Ci metto qualche altro secondo per cercare di collegare quelle stranezze; finché un allarme mi si accende nella testa e mi ricordo di non possedere in casa lenzuola di seta, ne di avere una finestra in quella parete, con quella tenda.

Più veloce di come avrei dovuto, mi sollevo sugli avambracci e mi guardo intorno.

Decisamente, non sono nella mia stanza e mentre ancora cerco di non allarmarmi con i miei soliti complessi, piuttosto cerco di recuperare ricordi della sera precedente, alcuni passi mi fanno drizzare le orecchie e mi distendo fingendo ancora di dormire.

La porta si apre lentamente, forse la persona cerca di non far rumore. Sento i suoi passi aggirare il letto, poi il rumore di un cassetto che viene aperto, quindi decido di rischiare e apro gli occhi.

Harry mi sta dando le spalle mentre rovista nei cassetti, successivamente, apre le ante dell'armadio.

La sua schiena è nuda, liscia; così tanto che la paragono alle lenzuola di seta che sfiorano ancora i miei polpastrelli. I capelli gli sostano come sempre sul collo, sono leggermente più scombinati, sempre meravigliosamente ricci. Sui fianchi, è posato un pantalone di tuta largo, grigio chiaro, che gli dà un'aria serena, comoda.

Non ricordo cosa è successo, non so se preoccuparmi. Comincio a provare ansia, ma cerco di non darglielo a vedere, di mantenere la calma.

Decido di richiamare la sua attenzione mettendomi a sedere, tenendo con un braccio il lenzuolo al petto. Non parlo, noto solo che mi getta un'occhiata oltre lo specchio lungo, posto sull'anta.

«Se hai bisogno del bagno lo trovi uscendo dalla stanza; la seconda porta a sinistra prima delle scale.»

La sua voce è più rauca del solito, le parole più lente, e sebbene io non lo stia vedendo bene in viso, un pò per il mio stato fisico attuale, un pò perché la stanza non è molto illuminata, noto la stanchezza che esso possiede, gli occhi gonfi.

«Come... come sono arrivata qui?»

«Tranquilla, non ti darò in pasto a nessuno.»

Noto dallo specchio che sorride e mi innervosisco, ma le immagini nella mia mente che mi vedono prenderlo a schiaffi, mi rilassano.

Poi, si volta cercando ancora qualcosa, e non posso far a meno di prendermi il diritto di guardare il suo torace scolpito, i suoi tatuaggi modellarsi ad ogni movimento. E che per mia sfortuna, mi fanno percepire una certa voglia di averli sotto di me.

«Stai cercando qualcosa?»

«Sì. Sono certo di aver lasciato ieri la mia-» si blocca e mi osserva quando con un movimento, lascio cadere il lenzuolo sulle mie gambe.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora