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Hailey


«Hailey-»

Lo spingo forte dal petto facendolo barcollare indietro di almeno cinque passi e si scontra con la spalliera del divano. Chiudo la porta di casa sua infuriata, imbestialita, mi sento il diavolo in persona. E i suoi occhi confusi mi mandano all'inferno.

Cerca di ricomporsi mentre la mia figura lo raggiunge e gli urla contro.

«Dimmi la verità Paul, devi dirmela!»

«Di che stai parlando?!»

Digrigno i denti, il cervello mi esplode. Cerco di spingerlo nuovamente ma mi afferra per i polsi e in un gesto veloce mi atterra, bloccando ogni mia mossa e stando attento a non farmi male alla testa.

Ora il suo viso è cambiato, la mascella serrata. «Si può sapere che cazzo ti prende?»

Solo ora, che ritrovo il suo viso così vicino e cerco di liberarmi, noto il suo occhio gonfio, il labbro spaccato. E l'essere io la causa di questi segni, non mi fa sentire in colpa.

«Lasciami!»

«No, se non ti calmi.»

Con un ultimo strattone, però, mi libero da sola e resto inerme per qualche momento, prima di rialzarmi rifiutando l'aiuto che mi porge aprendo una mano verso di me.

«Hai deciso di uccidermi, ultimamente?»

«Non provocarmi.»

«Vuoi dirmi che succede, Hailey?»

Distolgo lo sguardo dal suo, devo calmarmi o davvero potrei strangolarlo. Che io lo guardi in viso e non riesca improvvisamente a pensare ad altro, se non al nostro bacio a Capodanno, mi fa imbestialire di più.

Respiro a lungo mentre lo vedo attendere con le braccia incrociate al petto e appoggiandosi sul bordo della spalliera del divano. Nel frattempo socchiudo gli occhi e tento di cercare un'altra emozione che non sia la rabbia. Stringo i pugni e quando li rilasso, respiro normalmente.

Mi osserva in viso ancora confuso e arrabbiato, la felpa leggermente stropicciata e i capelli in disordine. Mi avvicino a passo lento, fino a sistemare il mio viso a un palmo di distanza dal suo. Guardandolo dritto negli occhi, mi vengono in mente quelli di Harry, belli, chiari, pieni di me. Questi invece, sono familiari e così...

«Vuoi sedurmi di nuovo? Ti avverto, non ti respingerò solo perché mi hai usato esclusivamente quando ti faceva comodo.»

Inclino il capo e queste sono le parole che mi fanno spingere oltre mentre il formicolio alle mani è ormai incontrollato.

Prendo il suo braccio e lo trascino fino a farlo sedere sul divano. «Aspetta, che stai facendo?»

«Voglio ricreare alcuni momenti.»

Poso le mani sulle sue spalle e salgo a cavalcioni sulle sue gambe.

«Hailey...»

«Ti ricordi quando venivi», passo la mano sul suo petto, la faccio arrivare fino in vita, «al night club intendo», sgrana gli occhi e deglutisce, la mia mano va oltre la sua vita, si posa sulla sua eccitazione così presto evidente, sotto alla mia «quello di Alicante, dove ballavo e ti toccavo...» il suo petto si alza pesante, sembra star trattenendo il respiro, tenta di incastrare la pressione.

Sembra prendersi il tempo di godersi un'istante dove la mia mano gli riserva piacere, per poi quasi risvegliarsi da un lungo sogno, e velocemente fa aderire aderire la mia schiena alla pelle del divano. Ora è sopra di me, le labbra dischiuse, mi tiene i polsi fermi al petto.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora