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Qualche strada più avanti, mi pento di non aver accettato il passaggio di Harry.

Il freddo, arriva dritto alle vene, e mi è vano qualsiasi tentativo di nascondere il viso sotto al colletto del giubbotto per ripararlo dal vento gelido. Ora la strada non è per niente popolata, auto non ce n'è e qualche gatto randagio fruga nei cassonetti dell'immondizia, facendomi mettere in allarme ad ogni rumore.

Mi pento di essermene andata via in quel modo, decidendo di voler restare da sola proprio adesso, a quest'ora della sera, con il freddo che mi attanaglia la mente. Non so quanto sono distante da casa e, in realtà, ora che mi guardo attorno non so nemmeno se sto prendendo la direzione giusta.

Maledico me stessa, quando sento il rumore di un auto lontana e che mi porta automaticamente a voltarmi. E proprio in quel momento, essa sembra rallentare l'andatura.

Continuo a camminare, accelerando però il passo e nascondo le mani infreddolite nelle tasche, il cuore inizia a battere più forte, ma non mi scalda.

Non è un auto che conosco, tanto meno quella di Harry.

Cerco di non allarmarmi, di non farmi troppe paranoie. Ma quando mi guardo dietro di nuovo e noto che l'auto si è spostata ancora di poco, non mi resta che ascoltare la mia testa.

Mentre l'ansia sale noto che la strada davanti a me, fortunatamente, si apre verso altre direzioni e gettando un'altra occhiata all'auto, la trovo più vicina. Per questo, decido di svoltare alla mia destra e iniziare a correre.

I capelli mi volano sul viso, sto correndo contro vento e mi riesce difficile farlo più forte. Sento il cuore in fiamme, i polmoni che si affaticano sempre di più. Mi volto giusto quando l'auto compare nella mia stessa direzione.

Corro a più non posso e noto della gente lungo il gradino sul quale sto correndo, questo non mi tranquillizza lo stesso. Non so chi mi stia seguendo e non penso nemmeno che sia solo una mia impressione poiché ora l'auto sta per raggiungermi.

E proprio quando penso di poter svenire, mi immergo tra la gente ferma fuori da questo locale che mi rallenta e cerco quindi di scansarli per continuare a fuggire. Quando li oltrepasso, lasciandomi dietro numerosi sguardi indagatori, una presa forte sul mio braccio però, mi tira verso sé. E quando sto per urlare, nel buio della strada, la mia bocca viene coperta da una grande mano e la mia schiena sbattuta al muro.

Sgrano gli occhi e la figura davanti a me mi sta osservando con gli occhi grandi e chiari, allarmati.

Tento di dimenarmi e per questo mi tiene stretta con il suo corpo. Siamo incastrati da due muri stretti, ruvidi e umidi, adiacenti al locale.

Mentre ancora mi dimeno, lui guarda verso la strada e a quel punto notiamo l'auto che mi stava seguendo, passare a velocità.

Torna con gli occhi su di me ed io smetto di muovermi sentendo il cuore fuori dal petto, il respiro corto, la gola che brucia.

Restiamo ancora a guardarci per qualche secondo, io mi sento incapace di pronunciare qualsiasi sillaba, lui di parlare o muoversi. Non capisco bene cosa sto percependo da questo suo gesto. Mi ha salvata? O mi sta trattenendo qui per farmi raggiungere dai miei inseguitori?

E se è così, cosa ci faccio ancora ferma nei suoi occhi? E chi sono, poi, i miei inseguitori?

Lascia il mio viso, battendo più volte le ciglia come a risvegliarsi da un momento che forse non è stato bello neanche per lui. Toglie la mano dalle mie labbra.

«Cazzo», digrigna i denti e la sua reazione mi porta a guardare oltre la strada. L'auto è ferma, ancora in moto, la probabilità che qualcuno sia sceso a cercarmi, c'è.

𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hsDove le storie prendono vita. Scoprilo ora