Entrando nella villa di Thomas Delgado, la prima volta, ricordo di aver avvertito quel senso di inadeguatezza sui volti della gente che si apprestava ad esibirsi come fosse proprio quest'ultima, l'attrazione del posto.
Stasera, non vedo nulla di diverso. La gente è sempre tanta, invidiosa, ferma con i calici tra le mani sporche di chissà quali e quanti segreti. Passa ore ad adocchiarti per farti ogni scanner sociale man mano che sfili davanti a loro. La mia schiena nuda, mi permette di avvertire quella scarica ansiosa d'adrenalina che percorre la mia spina dorsale, e che si propaga, si stende, straripa, quando noto immediatamente il piano superiore occupato solo da alcuni uomini – nipoti di Delgado – che chiacchierano e bevono, non dando la minima idea di esser lì a perlustrare.
Per questo, camminando sotto braccio al fianco di Paul, mi vien da pensare che magari non per forza sono lì per non lasciare che gli invitati salgano a sbirciare curiosi l'intero piano.
Forse, funziona un pò come quando vai nei locali, e trovi i privè. Dove vi siede la gente che ha già prenotato.
I nipoti di Delgado, in questo caso, possono permettersi un intero piano all'interno della villa e per ogni festa o occasione. E questo, non desterebbe poi così sospetto. Certo, se non fosse che la mia testa sta tentando in tutti modi di capire se c'è davvero quella famosa stanza di cui parlava Candice.
Se fossero lassù, esclusivamente perché loro possono, allora perché aprire un'intera villa al pubblico, eccetto quel dannato piano?
Quando penso che nulla sia peggio dell'inadeguatezza degli ospiti, catturo una figura in piedi di guardia accanto Thomas Delgado che sta seduto al solito tavolo, con altri uomini. Christopher Wood sembra già avermi puntato da quando ho messo piede qua dentro, e anche da questa lontananza posso percepire l'aria negativa che si porta dietro e l'odio che ripone sulla mia figura.
E' immobile, attento e dritto, come una statua che mi piacerebbe veder ricoperta di cagate di uccelli. Ma il suo smoking costoso, nero come i suoi occhi inviperiti, è impeccabile così come la capigliatura e il viso. Si potrebbe anche dire di lui che non è un uomo brutto, certo, se non fosse che è un totale errore umano, venuto al mondo per sbaglio. Il nostro contatto visivo si staglia nell'aria e dura poco, ma quel poco, basta a farmi notare un ghigno sul suo labbro che disegna quando nemmeno mi guarda più. E mentirei, se dicessi che questo, non abbia smosso ansia e inquietudine sulla mia pelle.
Al contrario mio, l'immensa folla è serena e tranquilla, finge d'esser elegante, e si muove davvero lentamente in mezzo a una pista da ballo improvvisata al ritmo della musica country, rock, che risuona. L'abitacolo è accogliente esclusivamente grazie al grande lampadario di cristallo che pende su ognuno delle teste presenti e che emana una luce calda e rilassante. E che mi fa viaggiare con i pensieri oscuri, e mi fa chiedere cosa accadrebbe se effettivamente questo si staccasse. Quanti dei presenti colpirebbe? Farebbe scender giù immediatamente i nipoti che vagano sopra di noi sicuri?
Forse è grazie a queste intenzioni che cerco di studiare nella mia testa, che mi dimentico di centinaia di sguardi posati addosso a me e ne pesco uno che trovo in automatico come se l'attrazione forte che ci ha sempre in qualche modo legati, ritrovati e assorbiti, mi abbia richiamato come una folata di vento fresco in mezzo al caldo tempestoso del Sud Italia in piena estate.
Dal suo sguardo, non percepisco niente se non il riflesso delle mie sensazioni ora che lo vedo. E' stretto in un pantalone bianco e largo, che lo slancia ancora più del solito, dove all'interno una camicia nera nasconde il suo busto, rimanendo chiusa esclusivamente grazie agli ultimi bottoni che spariscono in vita. Il blazer è altrettanto bianco come il pantalone, e striscia aderente sulle sue ampie spalle. Non lo so cosa c'è in quest'uomo che lo rende così immensamente affascinante e bello, con qualsiasi indumento addosso, con ogni emozione seria sul viso, e con qualsiasi tipo di movimento adorni le sue intenzioni.
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𝘿𝙚𝙫𝙞𝙡'𝙨 𝙂𝙡𝙤𝙬 || hs
Fanfiction«Se non vuoi che pensi, che tu sia Alicante, dovresti almeno avere la decenza di non piazzarmi la tua schiena nuda davanti agli occhi.» Deglutisco e trattengo il respiro mentre i suoi occhi lasciano i miei e si alzano nel cielo stellato. «Ricordi co...