Capitolo 19

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~La distruzione~
Pt.1

La mattina dopo

Il giorno era arrivato.
Mi alzai frettolosamente dal letto e svegliai Rachel, che era rimasta al mio fianco per tutta la notte.
"Mmmh" si lamentó stringendo ancora di più il cuscino. "TI ALZII!" Urlai vicino al suo orecchio, cosa che la fece balzare e svegliare di scatto, ma con un leggero scoppio ritardato, facendo spaventare anche me.
"Mio dio mi farai prendere un'infarto, ma che hai degli spasmi?" Chiesi ironicamente
"No é che oggi è-"
"Si." Affermai subito capendo.
"Ma allora perché cazzo andiamo a lezione?" Ridacchiai alla sua domanda.
Era incredibile come subito se ne approfittava per non andare.
"Andiamo." Aggiunsi infine facendole finalmente poggiare i piedi sul pavimento.

Eravamo pronte, ma mi bloccai a vedere alla finestra uno strano colore che si era formato nel cielo. "Ei, che cosa-" inizió Rachel avvicinandosi, ma venne interrotta da me. "Merda."
Il cielo si era completamente annebbiato, era diventato tutto nero, e la cosa mi inquietava parecchio. Deglutii e ci guardammo entrambe preoccupate capendo la situazione.
Quella volta però non sarei stata zitta a vedere tutti morire, delle persone innocenti, avrei fatto il possibile per salvare delle vite.
Feci cenno a lei di seguirmi e ci dirigemmo velocemente in classe.
Sentivo odore di figuraccia ma alla fine con lei tutto si trasformava in qualcosa di divertente, quindi affrontai la sorte.
Non feci fiatare il prof e subito urlai sembrando fuori di senno.
Probabilmente non era quello il modo giusto di agire.
"PRENDETE QUELLE STRA MALEDETTE BACCHETTE E UCCIDETE PIÙ PERSONE POSSIBILE." Non avevo fatto molti giri di parole perché sarebbe arrivata mezzanotte se avrei aspettato che intendessero la frase.
"Si ma preferibilmente non quelli di questa scuola comuque." Precisò Rachel ridendo sotto i baffi, mentre era appoggiata allo stipite della porta.

Piton ci guardò sempre più stupito e arrabbiato allo stesso tempo facendoci un minimo preoccupare.
"MA COME OSATE INTERROMPERE-" iniziò a piagnucolare ma non c'era abbastanza tempo per ascoltare i suoi rimproveri.
"Ogni tanto mi ascolti invece di fare il coglione!"
"NON SI RIVOLGA MAI PIÙ COSÌ A ME."

Ovviamente non avrebbe mai potuto capire. Non ce la facevo più, sentivo la rabbia prendere il sopravvento su di me e che scorreva nelle mie vene, cosa che Rachel capí.
Non pensavo sarebbe stato così difficile cercare di aiutare delle persone, inoltre anche non babbane.
Le mie iridi cambiarono colore e automaticamente il professore si iniziò a spaventare indietreggiando.
Lo presi per il colletto e lo scagliai sulla cattedra con tutta la mia forza facendogli sfuggire un piccolo gemito di dolore.

"Guardi da quella fottuta finestra.
Se non mi ascolta l'unico che pagherà le conseguenze sarà lei, quindi invece di fare il demente aiuti i suoi alunni a salvarsi dalla distruzione di Hagwarts."
Sbiancó e lo lasciai barcollante.
Tutta la classe si scambió degli sguardi preoccupati ed iniziarono a valutare la verità nelle mie parole.

Urla provenienti dall'esterno però attirarono la nostra attenzione.

Ripresi il controllo su me stessa, ma in quel momento, da persona troppo emotiva, il panico si stava facendo strada dentro di me. La paura e l'ansia di non saper cosa fare mi terrorizzavano da morire. Sentivo l'aria diminuire e il fiato farsi pesante non permettendomi di respirare regolarmente.

"Rachel che cazzo facciamo ora?" Domandai completamente impanicata. Iniziò a piangere e riuscì a malapena a formulare una frase sensata.
"I-io n-non lo s-so..." Balbettò iniziando a gesticolare.
"Eieiei calmati."
La abbracciai cercando di tranquillizzarla ma era semplicemente impossibile essendo agitata anche io stessa, quindi la lasciai andare.
Non sapevo come comportarmi e cosa dire di fare agli altri visto che non sapevo nemmeno quel che avrei fatto io.

A farmi uscire dal tunnel dei miei pensieri fu la voce di Mattheo, che si era allontanato dagli altri ed era difronte a me.

Tutto il resto della classe era in piedi, creando confusione ed un accalcamento di persone, ed anche il professore, che finalmente era riuscito con un minimo di buon senso a credermi, si era deciso a muoversi.

"Mi dici che cazzo sta succedendo t/n?" Disse Mattheo con un tono fermo e abbastanza tranquillo.
"Io- non so davvero come spiegare..."
"Calmati e parla." Mormorò vicino al mio orecchio facendo percorrere una scossa per tutto il corpo.
"Questa scuola sta per essere distrutta da persone che io conosco e tutti voi morirete presto se non ve ne andate."

Permisi a delle lacrime di scendere e Mattheo si inizió a preoccupare per me e per quel che sarebbe successo.
"Questo perché?"
"N-non posso, lo capirai, ti prego ora ascoltami, porta tutti al sicuro, proteggiti, questo non è uno scherzo."
"E tu?" Mi chiese con tono basso. "Io devo rimanere qui."
"Perché."
"Non puoi capire la storia è troppo lunga, devi pensare solo a proteggere te stesso, Jake e Rachel, siete le persone più a rischio, l'unica persona che devi lasciare con me è Jenny."
Mi guardò preoccupato scuotendo la testa. "Non ti lascerò qui da sola, lo faremo insieme."

Aprì la porta facendo cenno a tutti di uscire. Tutti corsero disperati tra cui anche la mia amica che fino a poco tempo fa avevo tra le braccia.
Al di fuori dell'aula vidi l'inferno:
tutti i sudditi di mio padre stavano combattendo contro dei ragazzini, quasi tutti dell'età dei miei amici. Molti erano già morti e loro corpi erano distesi sul pavimento con una pozza di sangue alle spalle.

Erano pochi quelli che stavano riuscendo ad uccidere i nemici, tra cui Mattheo, Jake e Rachel, che buttando diversi incantesimi riuscirono a difendersi alla grande. Jenny era l'unica che si godeva la scena ridendo, stando dalla parte del diavolo.
Mi mossi anche io ed iniziai a combattere con loro, per quella scuola, per i miei amici, per me stessa.

A bloccare tutti fu l'arrivo di mio padre.

Tutti i soldati si fermarono e si accerchiarono intorno al grande capo come a formare una specie di barriera davanti a lui, e la sorella di Jake gli si avvicinò inchinandosi e poi alzandosi dinuovo per mettersi di fianco all'uomo.

Le bocche di tutti erano spalancate e il rumore dei fiati pesanti di quelli vivi era l'unica cosa che si riusciva percepire.

Eccolo li, il mio incubo, colui che mi aveva distrutto la vita, era lì per aria con delle grandi ali nere che lo circondavano e con una faccia che avrebbe potuto metter paura a chiunque incrociasse il suo sguardo.

Come segno di paternità i nostri occhi si illuminarono contemporaneamente e mi sorrise maliziosamente.
Le lacrime che mi rigavano il viso resero la mia vista più sfocata ma riuscii comunque a intravedere i volti spaventati di tutti quelli vivi.

Ora il grande segreto sarebbe stato svelato da lui stesso e non potevo fare assolutamente niente per fermare tutto quello se non piangere e sperare che sarebbe finito tutto al più presto.
Non vedevo mio padre da una marea di tempo, forse più di due anni, e non mi era mancato per niente.
Si avvicinò pericolosamente a me facendosi spazio tra tutti.
Eravamo a pochi metri di distanza e avevo tutti gli occhi meravigliati puntati su di me, su di noi.
"Cara figlia, finalmente insieme." Quasi bisbigliò ma riuscì lo stesso a farsi sentire.

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Spazio autrice

MA CIAO
scusate l'assenza ma avendo l'esame quest'anno sto impanicata.
poi la storia non mi piace più, né per la trama né per il modo in cui è scritta, quindi è una cosa abbastanza forzata, ma cercherò comunque di portarla a termine.
bacioni cuoricini<3

𝐷𝑒𝑣𝑖𝑙 || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora