Capitolo 16

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T/N

Mi asciugai le gocce d'acqua salata dal viso e mi diressi da Rachel.
Il mio unico obbiettivo era quello di allenarla per bene, o non sarebbe stata mai capace di competere.
Riguardante Mattheo e Jake, avevo fiducia in loro, sembravano cavarsela molto bene nei combattimenti, ma anche volendo non potevo aiutarli, per quanto mi addolorava la cosa era così e dovevo farmene una fottuta ragione.

Raggiunsi la mia amica nel suo dormitorio , vedendola mentre si stava ancora disinfettando le ferite.
"Ti fanno tanto male?" Domandai sedendomi sul letto, mentre lei era in bagno con la porta aperta.
"Diciamo abbastanza."
Mi dispiaceva ma doveva abituarsi.

Andai anche io nel bagno e mi tolsi finalmente la divisa per mettermi qualcosa di più comodo, quello subito dopo una bellissima doccia rigenerante.
Alla fine scelsi di mettere un top nero con dei pantaloni lunghi della tuta, anche abbastanza larghi, ovviamente neri, ed un paio di scarpe da ginnastica bianche.

Rieccoci qui, io e lei, da sole, faccia a faccia, in quella stanza vuota in cui ogni rumore provocava un eco ripetitivo e fastidioso.
"Ribadisco, non avere paura di farmi male, usa tutte le maledizioni senza perdono che vuoi, non c'è nessuno che ci scoprirà perché questa volta ho insonorizzato la stanza, e saprò proteggermi."
Passó qualche secondo di vuoto e non successe niente.
"IMPERIO!"
Riuscii a colpirla e ormai non poteva far altro che eseguire qualsiasi ordine gli avrei dato.
"Ti ho detto che non bisogna perdere tempo." Silenzio da parte sua.
Sapeva le cose che doveva fare ma non riusciva a metterle in pratica e quello era un grosso problema, se non quello principale.

Il suo sguardo era spento e non riuscivo a capire se quel che avevo lanciato sarebbe stato efficace o meno.
"Ora ti obbligo ad essere spietata nei miei confronti, fammi male, aggrediscimi."
Mi guardó con un'aria malefica tutto d'un tratto.
L'incantesimo stava facendo il suo effetto quindi almeno con quello avrebbe potuto affrontare la sua paura.

"AVADA KEDAVRA!"
Mi urlò contro lei contro, mentre muoveva abilmente la sua bacchetta, stretta alle sue mani.

Mancava pochissimo al colpirmi, ma con le mie abilità riuscii a schivarlo.  Insomma non era la prima volta che cercavano di uccidermi ed ero stata allenata per quello per tanti lunghi e schifosi anni.
"Brava, deve essere questo il tuo atteggiamento. Continua sú dai." La incitai girandole intorno e andando sempre più vicino a lei.

"N-no."
Riuscì ad opporsi ai miei ordini perfino da stregata. Ma forse poteva essere un bene visto che probabilmente se sarebbe successo in quella guerra non gli avrebbero chiesto cose molto gentili.
"MUOVITI." Insistetti.
"NO!" Tuonò acida, con tono forte e deciso. "Allora suicidati, non riesci a fare nulla, ammasso di materia."

Stava lottando tra sé e sé, cercando di opporsi a quel che le dicevo.
Urla, lacrime versate inutilmente, piagnucolii e altri rumori impercettibili.
Le sue mani poggiate sulle sue orecchie arrossate come le sue guance, come per vietare di sentire delle voci che in realtà non esistevano.
Direi la sensazione più piacevole da provare per me che stavo assistendo a tutto ciò.

"N-NO, IO DEVO UCCIDERE TE!" latró ancora in quelle pessime condizioni.
"Allora forza, cosa aspetti sono qui."
A dir la verità ero tranquilla, almeno fino ad un certo punto.
"CRUCIO."
Subii sfortunatamente la maledizione, un fascio di luce verde mi colpì e non potevo fare a meno di cadere per terra.
Era come se tanti coltelli mi stessero punzecchiando la pelle, me la sentivo quasi bruciare, come se stessi perdendo uno strato di essa.

L'avevo sottovalutata e quindi dovevo sopportare quell' inferno. Ma dopotutto era quello che volevo, quello che volevo imparasse, quindi andava bene.
Non urlai e a malapena si sentivano dei rumori da parte mia. Stavo cercando di trattenermi in modo che lei continuasse, in modo da invitarla a fare di peggio.

𝐷𝑒𝑣𝑖𝑙 || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora