Capitolo 21

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~Un nuovo inizio~

1 anno dopo.

Era passato un anno dopo quella tragedia, ed era da tutto quel tempo che non vedevo più nessuno tra quelli che conoscevo, erano tutti spariti dalla mia vita.

Riguardo a me? Ero cambiata ed ero ritornata più stronza di prima.
Ormai non avevo un posto fisso, giravo per le strade ed ero diventata una vera e propria assassina.
Uccidevo chiunque intralciava il mio cammino con il mio amato coltellino, si quello con cui minacciai Rosita tanto tempo fa, e poi bruciavo semplicemente i loro corpi per non dare sospetti.
Una volta fui persino scoperta mentre mi stavo liberando di un cadavere e per poco non mi arrestavano, infatti ero ricercata ovunque. Ero diventata importante, anche se in un modo alternativo.

Stavo oltrepassando la solita strada dove trovavo sempre gli stessi coglioni di tutte le volte, ma sentii una presenza diversa quella volta.
Iniziai a prepararmi psicologicamente a lottare, sapevo che c'era qualcuno che non aveva buone intenzioni.
Ed infatti le mie idee non erano infondate.

Una ragazza di media altezza, capelli marroni e lunghi con un strano trucco sul viso, mi saltò addosso come un Koala.

Mi stava per soffocare ma riuscii a liberarmi e a prendere quel suo ventaglio con delle punte affilate, puntadoglielo contro.
"Chi cazzo sei?" Urlai io non avendo idea di ciò che stesse succedendo.
"Questo lo scoprirai." Disse come ultima cosa prima del buio.
Improvvisamente un'altra presenza dietro di me mi tappó la bocca e fu lì che iniziai a perdere i sensi, a vedere tutto sempre più sfocato e pian piano chiusi gli occhi cadendo tra le braccia di quello che era riuscito a farmi svenire.

Mi risvegliai in un luogo chiuso, sembrava una...macelleria? Guardai in basso e notai che ero legata ad una dannata sedia con dello scotch sulla bocca.
Misi a fuoco le immagini e distinsi sei sagome di fronte a me, ma non riuscii ancora ad identificarne i volti.

Uno tra essi, il più avanzato d'età e robusto, mi tolse il pezzo di carta dalle labbra e finalmente potevo iniziare a lamentarmi. "Ma che cazzo di problemi avete?" Vidi bene le persone che mi stavano tenendo una pessima compagnia e notai la stessa ragazza che mi era saltata addosso prima.

"Cara T/n, ti sei svegliata."
Feci una faccia stranita dal fatto che sapessero già il mio nome.
"Ti vorremo fare una proposta."
"Mmm, se mi slegate magari potrei ascoltare." Lui annuí ma uno dei ragazzi protestò.
"Assolutamente no, maestro Lin non se ne parla, potrebbe scappare." Esclamò colui che non voleva lasciarmi in pace.
"Si hai ragione, allora mi ascolterai anche con queste corde, diciamo che hai una bella reputazione...sei contenta della tua vita?"

"Sul fatto della reputazione si è vero, ma beh per il fatto della contentezza sulla mia vita ci ripenserei, mi fa altamente schifo, vivo con l'inconsapevolezza di morire di fame o uccisa da qualcuno, è da quasi un anno che non incontro nessuno dei miei amici, i miei genitori sono morti, ho ucciso mio padre, ora mi dica lei se potrei essere più felice."

"Porta rispetto ragazzina."
Disse la mora di prima.
"Potete anche andare a farvi fottere." usai la mia strafottenza come unica arma della quale disponevo.
"Come os-" Il maestro le fece segno di tranquillizzarsi e si stette zitta.
"Insisto, ora ti domando, vuoi entrare a far parte di una scuola dove ti daremo cibo, acqua e potrai fare nuove conoscenze?" Mi propose quest'ultimo.
"Dovrei accettare l'invito ad una scuola da dei pazzi psicopatici che mi hanno fatto svenire e poi risvegliare in una stanza con degli animali morti appesi alle pareti?"

Quest'affermazione provocó la risata di alcuni dei ragazzi presenti ed uno prese la parola.
"Mi piace." Era un tipo un po' bassino, con i capelli simili alla trasformazione di Dragon Ball a parlare.

Sorrisi e poi l'altra ragazza, quella con dei capelli neri e dei tatuaggi un po' sparsi, rispose, come a convincermi.
"Andiamo cos'hai da perdere?"
Ed effettivamente aveva ragione, anche se morivo in quel momento per colpa di quegli stronzi, sarei morta più tardi per chissà che ragione quindi perché rifiutare.

Alzai gli occhi al cielo e restai in silenzio per un po' .
"Si ok, accetto, tanto come ha detto quella tipa non ho nulla da perdere."
"Perfetto allora ora posso sl-"
Cercò di dirmi Lin ma
capendo cosa volesse dire decisi di far vedere la corda tra le mie mani ormai slacciata e mi alzai.

"Oh intendevi dire slegarmi? Tranquillo già fatto." I ragazzi sorrisero, anche quella con i capelli neri, ma Maria no. Dio.
Non ebbi il tempo di uscire dalla stanza che sempre lei mi spinse al muro.
"TIENI RISPETTO O TI FACCIO FUORI CON LE MIE MANI." Urló puntandomi sotto il mento la sua arma.

"Oh e arrivata la tipa scassapalle che vuole già iniziare a comandarmi-"
"Il mio nome è Maria porca puttana!"
La spinsi molto forte in modo da farla allontanare da me e continuai mettendole il mio amato coltellino alla gola.

"Bene MARIA, prova dinuovo a mettermi le mani addosso e puoi giurarci che con questo coltello qui ti taglio la gola."
Feci un sorriso falso e la lasciai andare facendola barcollare.
"Uuuu Maria brucia essere battuta dalla nuova arrivata." A rispondere fu un ragazzo con una cresta verde, un sorriso contagioso stampato sul viso e di media altezza anche lui.
"Taci inutile ammasso di materia." Rispose infastidita lei andandosene. Osservai ogni passo che fece mentre la sua figura divenne sempre più piccola ai miei occhi.
"E così di natura, comunque i vostri nomi?"
"Will."
"Saya."
"Lex."
"Billy."
"Beh, mi state già tutti simpatici."
Sorrisero e guidata da Saya andai nel bagno dove dentro, sul lavandino vicino la doccia, c'era una divisa, simile a quella degli altri.
"Tu ora lavati e preparati, poi ti farò fare un giretto."
Annuii e mi lasciò fare quello che dovevo fare. Entrai nella vasca e mi rinfrescai con dell'acqua gelida, facendo cadere ai miei piedi tutte le impurità. Presi del bagnoschiuma con la fragranza di muschio e ne misi quantità ingombranti su tutto il corpo.
Volevo eliminare tutto lo sporco e l'odio che avevo accumulato nel tempo.

Uscii e mi misi la divisa formata da una gonna da appena sopra le ginocchia di un marrone talmente scuro che si avvicinava al nero, una camicia bianca, che lasciai un po' sbottonata sopra, ed una giacca dello stesso colore del sotto, ma con una striscia rossa che delimitava il colletto.
Mi soffermai un attimo a guardare lo stemma. Che cosa stavo realmente facendo? Quella non era una scuola normale, dove gli alunni si sedevano e studiavano le classiche materie da liceo.

Dopo qualche minuto di riflessione raggiunsi nei corridoi Saya e iniziò a farmi girare un po' tutto l'istituto spiegandomi quella cosa dei club, ma non ci capii un gran che, troppi nomi.
"Devo per forza essere in un gruppo?"
"Se vuoi essere un ratto..."
"Vada per quello, non voglio avere un gruppo." Mi guardò un po' stranita ma poi proseguimmo.

"Dimmi la verità, che cosa insegnano qui?"mi fermai per chiedergli questo.
"A diventare un assassino professionista."
"Cosa?" Alzai troppo il tono.
"Abbassa la voce! Comunque si quindi abituati." Rallentó il passo per affiancarmi e siccome non vide nessuna risposta da parte mia continuó." Tu per cosa sei precisamente importante nel mondo dei criminali?"
"Ho ucciso più di quaranta persone nell'arco di un anno."
"Cosa?!"
"Abbassa la voce!" Dissi imitandola.
Fece una leggera risata e continuiammo il lungo giro, siccome la scuola era molto vasta.

Una cosa che aveva davvero attirato la mia attenzione era un ragazzo, che non avevo ancora avuto la possibilità di vedere in volto, ma dalle spalle virili e i capelli ribelli che sporgevano...diamine sembrava proprio un figo.

Arrivó poi il momento di farmi conoscere gli altri, e anche se non molto volenterosa accettai.
"Em, T/n la smetti di guardarlo?" Mi chiese ad un certo punto, ma non risposi, quindi per attirare la mia attenzione schioccó le dita davanti alla mia faccia ripetendo la frase una volta dissolta dai miei pensieri.
"Eh? Chi, cosa ma che dici?"
"Mmm vedo che già ti piace, ma mi dispiace dirti una cosa."
"Cosa?" Domandai un po' preoccupata.
"É già fidanzato."
"Con?" Ero sempre più curiosa.
"Maria."
"Dio proprio quella?" Ruotai gli occhi e involontariamente le mie mani da libere passarono a chiudersi in due pugni, facendone uscire le nocche bianche. Dovevo subito farmi passare la cosa. Quanto diamine poteva essere stupido un uomo per mettersi con lei?

"Vuoi che lo chiamo?" Notò il mio interesse verso il ragazzo.
"Nah." Avevo un brutto presentimento e anche se nella maggior parte dei casi avevo ragione lo ignorai.
"MATTHEO!" Urlò lei e sussultai dalla improvvisa azione.
Speravo solo che fossero coincidenze e che non fosse realmente lui.

Si giró al richiamo ed eccolo.
Merda.

𝐷𝑒𝑣𝑖𝑙 || Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora