𝐷𝑒𝑣𝑖𝑙 || Mattheo Riddle

Capitolo 22

Non aveva ancora capito chi fossi siccome stava guardando la ragazza al mio fianco, ma appena passó lo sguardo su di me ci bloccammo a guardarci stupiti dalla situazione.
Mi iniziai veramente ad agitare.
Sentivo il cuore che martellava nel petto e le gambe deboli.
Non ci eravamo lasciati nel migliore dei modi un anno fa.

"Oh siete vivi?"
Saya passò una mano davanti al mio volto e cercai di trattenermi dalla rabbia improvvisa che mi avvampó
"COSA CAZZO CI FAI TU QUI?" Gli urlai contro attirando l'attenzione di tutti i passanti. "IO? MA COSA CI FAI TU QUI, MI TROVO IN QUESTO POSTO DA MOLTO PRIMA DI TE."
"SIAMO SERI?"
"OH CI PUOI SCOMMETTERE."
"V-vi conoscete?" Ci pose questa domanda Saya
"Già." Rispondemmo in coro e ci scambiammo una smorfia infastidita.

Lo guardai con un'aria omicida, non avevo liberato per bene tutto l'odio verso di lui. Osservandolo bene mi ricordai bene tutto il male che mi aveva afflitto prima di lasciarci, lì esplosi.
Non agii fisicamente, almeno all'inizio, ma verbalmente.
Il controllo sulle mie iridi?
L'avevo acquisito e quindi se non lo necessitavo riuscivo a non fargli cambiare colore.

"Vedo che sei andato avanti comuque, anche fidanzato con Maria complimenti, proprio con quella troia."
"Non azzardarti a chiamarla così. "
Mi prese per il collo e mi sbatté sull'armadietto fortemente, facendo aderire la mia schiena alla superficie dura.
Mi era mancata la sua aggressività ma non ora, non era proprio il momento adatto. Ripresi infatti in mano la situazione.

"Con me non funziona più così."
Presi il suoi polsi e li strinsi cosi tanto che si arrese e lasciò la presa sul mio corpo, ma non sarebbe finita così la cosa. Afferrai dinuovo il suo braccio e lo girai buttandolo a terra e mettendo il mio piede sul suo petto.
Tutti ad osservare, increduli dal fatto che una ragazza fosse riuscita ad avere così tanto potere su di lui.
"Vaffanculo Riddle." Esclamai avendo ormai il controllo.
"Leva questo fottuto piede!"
Fece in modo di farmi cadere, ma non lo feci, riuscii a fare una ruota e a rimettermi in piedi senza toccare nessun'altra parte del corpo per terra se non le mani.
"Quanto ancora continueremo?"
Mi chiese con ormai metri di distanza.
"Fin quando non mi chiedi almeno scusa per tutte le cose che mi hai fatto e continui a fare." Risposi incrociando le braccia. "E cosa avrei fatto?"
Volevo realmente capire se era serio.

"HAI UCCISO JAKE CAZZO! TUTTO QUESTO TEMPO L'HO PASSATO SOFFRENDO PER LUI, PER TE, PER TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO FATTO INSIEME E CHE NON POTEVAMO CONTINUARE A FARE, QUELLO CHE AVREI DOVUTO DIMENTICARE, HO SOFFERTO PER IL FATTO CHE FORSE PROVAVO QUALCOSA PER TE, TU INVECE COSA HAI FATTO? TI SEI FIDANZATO DIMOSTRANDOMI CHE NON TE NE FREGA UN CAZZO DI ME, COME VUOI CHE REAGISCA?!"
Tutti ci guardavano sempre più stupefatti, ma nessuno intervenne.

Una lacrima rigó il mio viso ricordando quel che era successo, ma la asciugai subito non volendomi far vedere debole. Nessuno meritava le mie lacrime.

Non rispose e lo vidi abbassare la testa.
"Bene, fanculo!"
Me ne andai e mi chiusi in bagno piangendo come una fontana. Volevo  stare sola, era una delle mie poche crisi. Mi sedetti a terra, con la testa appoggiata al muro, gli occhi chiusi e le mani attorno alle ginocchia, che erano a sua volta vicino al mio petto. Sembravo una patetica bambina, ma quando ero in sua presenza le mie emozioni prendevano sempre il sopravvento.

Quel momento di solitudine passò subito però perché poco dopo mi raggiunse Saya.
Mi mancava Rachel per tutto il conforto che mi dava in quelle situazioni...
"Eii che sta succedendo?"  Appoggiò una mano sul mio ginocchio abbassandosi alla mia altezza
"S-saya..."
Alzai lo sguardo guardandola bene in faccia. Mi abbracciò, forse era realmente quello che mi serviva, non avevo quella sensazione di protezione da troppo tempo ormai. Avevo superato uno dei periodi più difficili per me in solitudine ed avevo sempre pensato fosse stata la cosa giusta. Ma se in realtà non era così?