~Converse bianche~

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<Coraline!?> lo sento esclamare probabilmente sorpreso dalla mia chiamata
<ehm...si sono io...> cerco di asciugare con il dorso della mano le lacrime che poco fa mi bagnavano costantemente le pallide guance, tra noi cala un silenzio che trasuda disagio pur stando parlando attraverso un telefono, ma viene interrotto proprio da Damiano
<...Va bene se ci vediamo al Roseto di Roma?... er parco...>

Accetto impulsivamente la risposta così appena la chiamata finisce comincio ad incamminarmi verso il parco, ma neanche due passi dopo mi fermo poiché realizzo che casa mia che si trova poco più avanti di "Piazza di Spagna" a piedi dista di quasi 3 km da "Roseto di Roma Capitale" e purtroppo nessuno può darmi un passaggio: Diana stasera è occupata con quel Nicolas, di mio padre ancora nessuna traccia, probabilmente è a lavoro e con quella ex matrigna stronza non ci parlo neanche, piuttosto preferisco andarci a piedi. Ormai rassegnata ricomcio il tragitto finché non mi viene in mente che in qualche antro della mia cantina si dovrebbe trovare il mio vecchio skateboard...

Appena Apro la polverosa porta della cantina gli scricchiolii di quest'ultima mi fanno rabbrividire, non ho mai amato i posti bui e stretti... dopo alcune mie esitazioni entro nella piccola stanza dal odore quasi muffoso, accendo la luce che comincia a sfarfallare *Non é un fottutissimo horror, non é un horror, calmati, respira...* mi ripeto cercando invano di calmarmi, tra i mille scatoloni comincio a cercare in fondo, sono circa 8 anni che non prendo in mano il mio skateboard sicuramente in questo lasso di tempo qua dentro si saranno accumulate un sacco di cianfrusaglie inutili, dopo alcuni minuti la luce si spegne completamente e io rimpiango di essere entrata qui dentro "Cazzo, cazzo,cazzo..." sussurro tastando disperatamente le mie tasche in cerca del telefono, appena lo trovo accendo la torcia e tiro un'urlaccio quando illumino un vecchio pupazzo di Babbo Natale mezzo distrutto, mi ricompongo e quando ormai ho perso le speranze finalmente lo ritrovo, quasi mi viene da piangere quando vedo che sorregge uno vecchio scatolone con su scritto "Brianna" il nome di mia madre, con il mio solito pizzico di curiosità appoggio il mio zaino per terra e tolgo lo scotch dalla scatola, quando lo apro intravedo alcuni suoi vestiti e ricordi tra cui le vecchie all star anni 80 bianche che usava da ragazzina, ricordo che quando ero piccola mi diceva che quando sarei diventata grande me le avrebbe regalate, tolgo gli orribili stivaletti verdi che ho ai piedi e mi infilo le converse bianche e constatando che mi calzano quasi a pennello le allaccio, riprendo il mio zaino, spolvero lo skate ed esco definitivamente dal mio palazzo...

" sussurro tastando disperatamente le mie tasche in cerca del telefono, appena lo trovo accendo la torcia e tiro un'urlaccio quando illumino un vecchio pupazzo di Babbo Natale mezzo distrutto, mi ricompongo e quando ormai ho perso le speranze fina...

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In questo modo mi sono risparmiata quasi un quarto d'ora di viaggio ma arrivo comunque in ritardo, non ci siamo dati un vero orario ma dal momento che c'ho messo circa venti minuti credo di essere in ritardo... sono all'entrata del parco, girandomi intorno vedo una figura famigliare avvicinarsi a me, non la riconosco fin quando non alza lo sguardo facendo incontrare i nostri occhi e ogni volta che succede il mio corpo non riesce a rimanere indifferente, si vicina ulteriormente a me con il suo sorriso stampato sul volto, indossa dei jeans a zampa d'elefante scuri, una canotta bianca e una giacca grigia abbastanza appariscente, e questo in un certo senso mi sorprende, mi sorprende capire che pur non essendo su un palco rimane coerente con se stesso, sa chi è e lo dimostra...si, dimostra chi é lui, ma effettivamente io chi sono? Oltre ad essere un ex tossica, distrutta interiormente e una violinista ormai mancata, io chi sono?
"Ehy ciao..." mi saluta dolcemente Damiano facendomi quasi trasalire
"Ciao" ricambio tartassandomi la mano per la tensione che ogni volta si crea tra noi. Prendo in mano lo skate "schiacciando" il pop con il piede e senza aprir bocca entriamo nel Roseto passeggiando tra i giardini stracolmi di rose di ogni colore pur essendo fine ottobre, questa volta sono io a spezzare il silenzio "...sai, oggi mio padre e la mia matrigna hanno divorziato" con la coda dell'occhio intravedo Damiano voltarsi verso di me continuando comunque a camminare "é fantastico! Sono felice per te!" Mi dice realmente soddisfatto ma poi continua "maa..." a quel punto giro anche io il volto, prima di continuare tentenno "e se non ci fosse nessun "ma" per una volta?" Cerco di dire il più seria possibile "bhe probabilmente non mi avresti manco chiamato!" Ribatte lui cominciando a ridere, sulle mie labbra si forma un sorriso e forse solo ora capisco di cosa ho bisogno per sentirmi un minimo libera (o forse un minimo protetta?)...

"Fra due settimane dovrei avere un provino di violino, sognavo questo momento da quando sono piccola... inoltre per entrare a far parte di un importante orchestra" dico con a mia sorpresa dell'amaro in bocca, Damiano assume lo sguardo di un bambino a cui é appena stato regalato il giocattolo che pretende da un'intero anno "Tu suoni!? il violino!?" Alle sue parole sorprese sorrido annuendo ma purtroppo appena cerco di continuare sento già gli occhi pizzicare per dar spazio alle lacrime "peccato che non ho più un violino...e neanche i soldi, di certo non li voglio scroccare a qualcuno, non ho nemmeno un lavoro...e quindi non lo so, non so che fare, forse sarebbe meglio rinunciare al provino..." l'espressione di Damiano cambia in un colpo, diventa quasi cupo e si accende una sigaretta "non dovresti..." continua lui espirando il fumo dalle narici "se veramente é il tuo sogno dovresti batterti fino alla fine, e anche se non riuscirai a raggiungerlo potrai dire di averci provato con tutta te stessa, ma se veramente ci metterai tutta te stessa riuscirai a prenderti quello che vuoi" rimango colpita dalle sue parole, su di queste sento un velo di malinconia e rimpianto, rimaniamo in silenzio mentre continuiamo a camminare tra le rose e decido di non continuare il discorso "provino"
"Qual è il tuo brano preferito?" Mi domanda improvvisamente Damiano prendendomi totalmente alla sprovvista, ma dopo aver realizzato la domanda mi affretto a rispondere "ohh...sarò banale ma Bohemian Rhapsody dei Queen"
"Banale!? Non é da tutti ascoltare i Queen ai giorni d'oggi, e soprattutto se suoni il violino!" La sua reazione mi fa istintivamente sorridere "invece tu? Qual è il tuo pezzo preferito" ci pensa su per qualche secondo con un'espressione parecchio buffa, sono pronta alla cazzata... "È difficile sceglierne qualcuna in particolare ma sicuramente tutte quelle etichettate Måneskin" mi dice con tono serio e sicuro, ma il suo sguardo trasuda ironia facendomi ridere, forse une delle poche volte che rido davanti a lui, anzi una delle poche volte che rido in generale "eddai sono seria! La sua faccia assume una smorfia indegnata "signorina guardi che non stavo mica scherzando io!" Mi risponde con la classica voce della vicina isterica, facendomi sorridere ancora di più "che scemo!..." ribatto come una che ormai ha perso le speranze, appoggio a terra lo skateboard e ci salgo allontanandomi di qualche metro da Damiano "e mo' do stai anna'?" Alza la voce alle mie spalle per farsi sentire "lontanto da tutto l'egocentrismo che emani!" Stavolta urlo io allontanandomi maggiormente mentre sento la sua risata farmi sorridere...

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