Occasione

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Come aveva detto Hannah, non ero sicuramente il tipo di persona che si arrende facilmente. Tuttavia, in quel caso la faccenda era ben diversa. Non era questione di arrendersi, era questione di perdere tempo. Perché sì, ogni minuto speso a pensare a lui, guardarlo o fantasticare su cosa sarebbe potuto accadere, era davvero tempo perso.
<Mi dispiace Ziv, davvero> mi disse Hannah molto mogia la mattina dopo. Feci spallucce, meno ci pensavo meglio era, decisi di buttarmi alle spalle tutto.
Nonostante con il Capitano fosse finita in quel modo, la convinzione che forse "amare" non fosse tempo sprecato mi rimase, per cui decisi di affidarmi al tempo. Se era destino, qualcosa si sarebbe smosso da solo, o almeno, io sicuramente non avevo più intenzione di correre dietro a nessuno.
Rinvigorita dalle mie nuove condizioni, anche se la mia anima era ancora avvolta da un velo di amarezza a causa degli eventi passati, mi concentrai su me stessa. Molto. Infatti, il mio rendimento era un po' calato nelle ultime settimane, nonostante rimanessi tra i cadetti migliori.
Non mi ci volle molto tempo per rimettermi in pari: a mente leggera, o quasi, riuscii a tornare la migliore tra tutti i cadetti lì al campo, e mi tornò quella voglia irrefrenabile di allontanarmi, andare fuori dalle mura, vedere il vero mondo. Ero felice.
Il rapporto con Levi non cambiò affatto. Durante gli addestramenti, quelle poche volte che si rivolse a me lo fece con tono aspro e di superiorità come di frequente. Io decisi di non rivolgergli nemmeno una parola, e così feci. Solo un altro paio di volte fui costretta a fare un combattimento corpo a corpo con lui, e una volta riuscii anche ad atterrarlo. Era inutile negare che quando eravamo a contatto ravvicinato il mio cuore batteva molto più velocemente del normale, ma non importava. Il cervello aveva preso totalmente il comando, non lasciando spazio al cuore.
Andò tutto secondo i piani, almeno fino a un caldo giorno di metà giugno.

Quel giorno, era molto atteso, da diverse settimane addirittura. Il motivo era semplice: una festa. Come di consuetudine, per l'inizio dell'ultimo quadrimestre di addestramento per le reclute all'ultimo anno, era prevista una piccola festicciola. Ovviamente non era niente in grande stile, non erano previsti balli o abbigliamento elegante. Tuttavia, si sapeva sarebbe stato servito dell'alcol, e questo a molti bastava per essere entusiasti. La mia opinione su quella festa era sempre stata una: era un piccolo "contentino" per non far pensare, almeno a quelli che si sarebbero uniti al corpo di ricerca, a quello che avrebbero dovuto affrontare qualche mese dopo. In ogni caso, non volevo perdermi la festa, quindi decisi di andare.

Quella sera non ero troppo nello spirito di festeggiare, per cui non toccai nessuno dei bicchieri di vino che mi furono offerti. Ovviamente anche i nostri superiori ebbero la possibilità di festeggiare e non esitarono a farlo, anche se, a dire la verità, nessuno di loro sembrava avere intenzione di ubriacarsi, a differenza della maggior parte delle reclute. L'unica tra loro ad essere caduta nel tranello dell'alcol fu Hanji. Nonostante fosse parecchio lontana da me e dal mio gruppo di amici, riuscii a vedere perfettamente che non riusciva nemmeno a reggersi in piedi. Anche Petra sembrava essere un po' frastornata, ma era comunque abbastanza sobria per prendersi cura di Hanji. In ogni caso le sue cure non servirono per molto, perché a nemmeno metà serata Levi si caricò in spalla Hanji per portarla nella sua stanza. Quando vidi la scena dovetti trattenermi dallo scoppiare a ridere, Hanji sembrava un inerme sacco di patate.

Il tempo volò, e in un attimo, tra chiacchiere e scherzi, era già notte fonda. Hannah era leggermente alticcia, e se ne andò via con Thomas, lasciandomi sola.
<Ehi Ziv... verresti con me un secondo? Dovrei parlarti un attimo> disse una voce alle mie spalle. Mi girai e vidi che era Aiden, tutto rosso in viso. Un po' era sicuramente per l'imbarazzo, ma in parte era anche perché doveva aver bevuto parecchio, a giudicare dall'odore che aveva addosso.
Non ebbi il cuore di dirgli di no, perciò lo seguii. Mi portò vicino ai dormitori, in una stradina adiacente a quella dove io e Levi ci eravamo baciati. Una volta arrivati, cominciò il suo discorso, anche se era molto imbarazzato. Non credo avrebbe mai avuto il coraggio di dirmi quelle cose da sobrio.
<Senti... io volevo dirti che è da un po' che... diciamo... penso a... t-te. Tu mi piaci davvero tanto perché sei una ragazza veramente speciale> disse, facendosi coraggio dopo l'esitazione iniziale. Lo lasciai continuare.
<Sei davvero una bella ragazza, ma non intendo insomma... il tuo aspetto... anche se sì, è innegabile che anche quello sia fantastico... vedi tu sei bella dentro. Mi piaci davvero tanto tanto Ziv> disse guardandomi con quei teneri occhi verdi.
Non sapevo cosa rispondere, davvero. Se gli avessi detto che non provavo niente per lui, avrei forse perso un'occasione? In fondo a lui importava davvero molto di me, ed era una delle poche persone a cui interessava come fossi dentro, e non fuori. Inoltre era innegabile fosse molto attraente. In ogni caso, non ebbi il tempo di prendere una decisione, perché provo a baciarmi. Non me l'aspettavo davvero, ma ormai era troppo tardi per tirarsi indietro. Cosa avevo da perdere tanto?

Ebbene, baciando Aiden vidi la riposta a quella mia ultima domanda proprio a qualche metro da noi. Levi. Ci guardò imbambolato per qualche secondo, poi fuggì via una volta incrociato il mio sguardo.

Fu uno dei momenti più difficili della mia vita, nonostante ne avessi affrontati tanti. Cosa avrei dovuto fare? Stare con Aiden e scordarmi per sempre del Capitano, nonostante quello che c'era stato? O avrei dovuto rincorrerlo, nella vana speranza che quel suo gesto significasse qualcosa?
Ero davvero combattuta, ma tutto d'un tratto la risposta mi apparse ben chiara nella mente, divenne quasi scontata. Ebbene, nonostante stessi baciando Aiden, mi accorsi che non sentivo niente, nemmeno un briciolo di quello che avevo provato qualche settimana prima con Levi. Niente energia, niente brividi, niente cuore che va a mille. Anzi, stavo addirittura riflettendo sul da farsi. Era chiaro dunque cosa volessi veramente.

Appena lo capii, mi staccai dal bacio.
<Scusami> dissi fuggendo via. Mi si spezzò il cuore a dover compiere quel gesto. Tenevo molto a Aiden, e sapevo perfettamente come ci si sentiva ad essere lasciati lì, senza nessuna spiegazione. Speravo solo fosse abbastanza ubriaco da dimenticarsene il giorno successivo.

Cominciai dunque a correre, più forte di quanto corsi mai. Credevo sarei riuscita a raggiungerlo, ma, purtroppo, non vidi un ramo a terra e mi schiantai al suolo, producendo un tonfo fortissimo. Sentii come minimo di essermi slogata la caviglia, quindi rimasi lì distesa, a pancia in giù, con la faccia tra la terra. Mi sentii uno schifo. Non solo avevo lasciato Aiden probabilmente con il cuore spezzato a causa della mia fuga, ma avevo perso anche Levi, e avevo come la sensazione non mi avrebbe mai più rivolto la parola dopo quella sera. A quel punto non riuscii più a trattenere tutto quel dolore, e cominciai a piangere, bagnando il terreno.

<Stai bene mocciosa?>
Ebbi un tuffo al cuore. Era lui, era davvero lì, affianco a me. Mi girai di scatto, provocandomi un forte dolore alla caviglia, su cui posai di scatto la mano gemendo.
<Ferma, ferma, così ti farai ancora più male> disse aiutandomi a rimettermi seduta. Mi asciugai le lacrime, e cominciai a buttare fuori tutto il dolore che avevo dentro, urlandogli in faccia.
<Perché eri lì? Perché sei scappato? Perché scappi sempre? Cosa vuoi da me?>
Lo vidi stupirsi di fronte a tutta quella rabbia che buttavo fuori, dovevo avere gli occhi iniettati di sangue.
<Proprio non lo capisci? Io non posso permettermi di innamorarmi di te!> mi urlò scuotendomi per le spalle.
Ebbi un tuffo al cuore. E così, era sempre fuggito solo perché aveva paura di innamorarsi?
Avevo ancora gli occhi lucidi, ma distinguevo perfettamente il suo sguardo su di me. Mi sembrava di annegare guardandolo. Mi tranquillizzai.
<Cosa c'è di male nell'innamorarsi?> gli chiesi ingenuamente. Lo vidi tranquillizzarsi dopo avermi sentito usare quel tono calmo.
<C'è di male che provoca dolore, e tanto. Non pretendo tu lo capisca>. A quel punto staccò il suo sguardo dal mio, posandolo sul terreno.
<Credo di capirlo invece>
A quelle mie parole mi guardò di nuovo negli occhi, visibilmente colpito. Mi lasciò continuare.
<Ma sei davvero sicuro che fuggire migliori le cose? Che non ti provochi solo un dolore più grande da colmare? Da alcune cose non puoi nasconderti Levi>
A quel punto lo vidi davvero molto turbato. Dovevo aver colpito nel segno. Sapevo che in fondo avevo ragione, ma farglielo capire sarebbe stato impossibile.
<Non importa, in ogni caso la tua scelta l'hai fatta, l'ho visto prima. E se posso dirti la mia, hai fatto la scelta giusta. Sembra davvero un bravo ragazzo, potrebbe farti felice> disse, tornando impassibile come al suo solito. Odiavo davvero il modo che aveva di sminuire le cose, e così mi fece infuriare nuovamente.
<Non lo capisci proprio? Non c'è mai stata nessuna scelta! La mia unica scelta sei sempre stata tu, e tu soltanto!>
Rimase in silenzio, perciò continuai.
<Non posso obbligarti a provare dei sentimenti per me, non posso obbligarti a darmi retta. Per cui, ora dimmi, guardandomi negli occhi, che non provi niente per me, e ti lascerò in pace, te lo prometto. Non ti rivolgerò mai più la parola, non mi farò più vedere, sparirò dalla faccia della terra se necessario, te lo giuro Levi>

Come temevo sarebbe accaduto, fissò subito il suo sguardo sul mio, e cominciò a parlare. Lo guardai molto intensamente, per imprimere il suo sguardo, il suo volto, nella mia memoria. Sapevo sarebbe stata l'ultima volta che avrei potuto guardarlo.
<Io...> cominciò, per poi fermarsi bruscamente. A quel punto vidi di nuovo la stessa guerra della prima volta in quelle profonde pozze blu.

<Perché mi fai questo?> chiese prima di lanciarsi su di me in un bacio appassionato.

Ombre - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora