Ordini

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Il giorno successivo, venne di nuovo Hanji a svegliarmi, con i suoi soliti modi decisamente bruschi. Erwin voleva parlare con me.
Mi misi la divisa e, dopo aver fatto colazione, andai nel suo ufficio.
Appena entrata vidi che non era solo, c'erano Levi e altri soldati, che non avevo mai visto fino a quel momento. Tra di loro c'era un ragazzino con i capelli neri e gli occhi di un turchese acceso. In base ai racconti che avevo sentito, doveva certamente trattarsi di Eren Jaeger.
<Bene Ziva, vieni pure, ora dovremmo essere tutti> disse mentre chiudevo la porta.
Quello che sostanzialmente ci disse fu che, viste le numerose recenti perdite, noi saremmo stati la nuova squadra Levi.
<Ziva, per quanto riguarda te, vorrei anche conferirti un titolo più elevato, te lo sei meritato. Dal momento in cui uscirai da questo ufficio, sarai ufficialmente un Caporale>
In quel momento volevo saltare di gioia e urlare, tuttavia fui costretta a mantenere un certo contegno.
<Grazie comandante, non la deluderò> risposi brevemente.
Successivamente, Erwin ci parlò del vero motivo per cui ci aveva convocato. In quanto nuova squadra Levi, avremmo dovuto organizzare l'operazione successiva: il recupero a sorpresa dell'ospite del gigante femmina, Annie Leonhart, nel distretto di Stohess.
Una volta forniteci le ultime istruzioni, Erwin ci fece segno di andarcene e obbedimmo prontamente.
Camminando nel corridoio fuori dal suo ufficio, mi si affiancò Levi, tirandomi una leggera spallata.
<Tsk. Caporale dunque. Complimenti mocciosa, anche se resti l'incapace di sempre> mi sussurrò all'orecchio.
<Vedremo Capitano chi salverà più volte il culo all'altro> gli dissi in tono di sfida, socchiudendo gli occhi.

Dopo pranzo, decisi di salire nella mia camera per schiacciare un pisolino, perché ero ancora molto provata dalla missione del giorno prima.
Ero quasi arrivata alla mia stanza, quando una voce alle mie spalle richiamò la mia attenzione.
<Ziv>
Mi girai immediatamente, quella voce, anche se in quel momento era più roca del solito, la conoscevo fin troppo bene. Era di Hannah.
Ancora incredula da quella visione, rimasi impalata dov'ero a fissarla.
Dopo qualche secondo, lei scoppiò in lacrime e si diresse verso di me. Mi abbracciò.
<Ti prego perdonami, mi dispiace così tanto essermela presa con te... Ero troppo ottusa da capire che mi avevi salvato la vita, e, nonostante ciò, hai deciso di salvarmi di nuovo. Non so come avrei fatto senza di te... Spero un giorno mi potrai perdonare per i miei gesti> mi implorò con la voce rotta dal pianto.
<Hannah, tranquilla. L'importante ora è solo che tu stia bene> le dissi per calmarla.
Quando sentii le mie parole, pianse ancora più forte. L'unica cosa che riuscii a capire in mezzo a quei lamenti fu solo "grazie". Era evidente avesse bisogno di sfogarsi, quindi non la fermai.
Dopo avermi totalmente inzuppato la divisa, si calmò. La accompagnai in camera e, a quel punto, mi chiese cosa fosse successo mentre era ricoverata.
Le raccontai tutto, tralasciando solamente la parte che prevedeva me e Levi nudi sul letto. Non volevo mentirle, solamente non ritenevo necessario informarla di una cosa che non si sarebbe mai più ripetuta.
Dopo quella chiacchierata eravamo entrambe molto stanche, perciò andammo entrambe a dormire.

Stavo dormendo profondamente, quando un forte bussare mi svegliò. Senza che avessi il tempo di dire "avanti" si fiondò dentro la mia camera Levi.
<Tsk. Sei ancora a letto, lo sapevo. Muoviti mocciosa, è ora di cena ormai>
<Cosa? Già ora di cena?! Bé mi sa che questa volta la salterò, sono davvero troppo stanca. Grazie dell'avviso Capitano ma sarà per un'altra volta...> gli risposi girandomi di nuovo verso la parete.
Non sentii nessuna risposta e mi sembrò molto strano. Non era normale che mi desse retta al primo colpo.
Infatti, non feci in tempo a girarmi per controllare se fosse ancora lì che mi aveva preso e sbattuto a terra. Fece un male cane.
<LEVI! Mi spezzerai la schiena se farai un'altra volta così brutto bastardo!> gli urlai mentre ero piegata sul pavimento.
<Senti mocciosa, ora fai parte della mia squadra quindi devi fare come dico io. Domani abbiamo una missione importante, quindi hai bisogno di mangiare per accumulare un po' di energia> mi disse. Dopo averlo detto, lo vidi arrossire pesantemente.
<Ora mettiti qualcosa addosso e scendi a cenare> mi disse andandosene.
A quelle parole, mi guardai.
Che imbarazzo. Avevo la solita maglietta larga per dormire e, dopo avermi sbattuta a terra, si era alzata. Si vedevano completamente le mutande, che tra l'altro non erano nemmeno molto coprenti.
Dopo essermi tirata su, eseguii i suoi ordini e scesi in mensa. Una volta finito, tornai finalmente sotto le mie amate coperte.

La mattina successiva, partimmo per Stohess. Ovviamente non erano presenti tutti i membri del corpo di ricerca, bensì solo le persone strettamente necessarie, ovvero la squadra Levi e qualche altro membro importante.
Annie purtroppo fu troppo furba per finire nella trappola programmata, quindi si ingaggiò uno scontro tra i due giganti, lei ed Eren, nel bel mezzo del distretto. Fu devastante sia per la città che per la popolazione.

<Mentre combattono, restate tutti sui tetti! Eren ce la farà!> ordinò Levi a tutti noi.
Mi fu difficile eseguire gli ordini dal momento che restare impalata a vedere altri combattere non mi era mai andato a genio. Tuttavia, diventò impossibile stare ai comandi di Levi quando vidi un bambino piccolo proprio nel bel mezzo di una strada presa d'assalto.
Lo notai perché, nonostante l'enorme baccano prodotto dai due giganti, riuscii a sentire distintamente il suo pianto. Quando mi girai a guardarlo, vidi che era di fianco ad una roccia. Sotto la quale c'era sua madre.

Prima di lanciarmi in quel difficile salvataggio, controllai Levi fosse distratto. Purtroppo, non lo era per niente. Doveva aver sentito pure lui il pianto del bambino e quindi aver capito subito le mie intenzioni, cominciando a fissarmi.
<Ziva non ti azzardare...> fu l'unica cosa che riuscì a dirmi prima che io mi fiondassi giù dal tetto.
Un altro secondo di esitazione e quel bambino sarebbe morto. Infatti, a causa del combattimento con Eren, Annie continuava ad indietreggiare, facendosi sempre più vicina al piccolo. Annie all'improvviso fu costretta a fare un enorme passo indietro. Il suo enorme piede stava proprio per posarsi su di lui, schiacciandolo a morte.

Feci appena in tempo a salvarlo, mettendo a grosso rischio la mia stessa vita.
Lo portai lontano, in un posto sicuro, lo tranquillizzai e poi feci ritorno alla mia postazione.
Non avevo ancora posato un piede a terra che qualcosa mi trascinò via, facendomi sbattere contro una parete.
Era Levi, incazzato come non l'avevo mai visto. Mi prese per il colletto, sollevandomi e cominciando ad urlarmi contro.
<Caporale o no, sei fuori! Non ti voglio più vedere qui! Se sei un membro della mia squadra, devi fare quello che dico! Non ti avevo dato un ordine difficile, eppure sei riuscita a non fare quello che ti ho chiesto! Spero tu ti sia goduta il tuo primo giorno in questa squadra, perché sarà anche l'ultimo>
<Scusa Levi se non riesco a guardare le persone morire come te! Scusa se non sono come i vecchi membri della tua squadra! Scusa se io sono sopravvissuta mentre Petra è morta! Sai che ti dico? Non voglio essere la seconda scelta di nessuno, quindi sarò io stessa a dire ad Erwin di cambiarmi di squadra> gli dissi per ribattere, con tanta rabbia quanta ne aveva messa lui.
<Hai esagerato questa volta> disse andandosene.
Poteva arrabbiarsi finché voleva, non mi importava. Ero troppo accecata dal dolore dopo l'ultima missione per ricordarmi di ciò che mi aveva fatto. Aveva sempre detto che non si poteva innamorare, eppure l'avevo beccato con la faccia appiccicata a quella di Petra. L'idea di esserci andata a letto lo stesso dopo quello, mi fece ribrezzo. Mi ero fatta usare da lui solo per permettergli di riempire il vuoto causato dalla scomparsa di colei che desiderava veramente. Mi resi conto di odiarlo. Sì, lo odiavo da morire.

Ombre - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora