Passai qualche ora a camminare ripetutamente avanti e indietro nella mia stanza, tentando di trovare qualcosa a cui aggrapparmi per evitare di dovermene andare. Tuttavia, non riuscii a trovare nemmeno una soluzione. Ero un soldato e meritavo di essere trattata come tale, lo dovevo a me stessa. Decisa e ancora molto infuriata, mi avviai.
Quando arrivai nel suo ufficio, era come Erwin già se lo aspettasse. Arrabbiata com'ero, evitai ogni tipo di convenevole.
<Rassegno le mie dimissioni> gli dissi categorica, mettendo le mani sulla sua scrivania.
<Me lo aspettavo, so cosa è successo> mi rispose con il solito tono severo ma calmo.
<Oh bene, mi fa piacere che anche lei comandante si interessi alla mia vita sentimentale!> gli dissi infastidita, roteando gli occhi.
<Veramente non intendevo affatto questo. È solo che sai, è stato difficile ignorare il fatto che tu abbia spedito in infermeria due soldati in una sola mattinata, uno per ustioni e l'altro per rottura del naso e di una costola>
Imbarazzata per via dell'accusa che gli avevo fatto, abbassai leggermente lo sguardo.
<In ogni caso, io oggi me ne andrò Erwin. Dopo tutti i sacrifici che ho fatto per questo esercito, essere trattata in questo modo è semplicemente disgustoso> continuai.
<Lo capisco e hai perfettamente ragione. Il rispetto tra soldato e soldato è uno dei pilastri dell'esercito: se questo manca, è impossibile proseguire. Ti ringrazio di avermi informato della tua scelta, ma ti inviterei comunque a non abbandonare questa strada, perché il tuo è un talento naturale. Con la tua capacità, unita alla buona parola che metterò su di te, potresti già ricevere un grado piuttosto elevato all'interno della Guarnigione o della Gendarmeria. Se ti potesse fare piacere quindi, non esiterò a informare subito i miei colleghi>
Era stato davvero molto comprensivo e non me lo aspettavo. Sinceramente non avevo mai preso in considerazione l'idea di unirmi a un altro corpo, tuttavia probabilmente sarebbe stata la soluzione migliore. Avrei in parte dovuto rinunciare al mio sogno e sarei dovuta rimanere dentro le mura, ma avrei comunque potuto rendermi utile.
<Grazie di cuore comandante, credo accetterò la sua proposta. Spero di rivederla presto>
Successivamente, ci stringemmo la mano e uscii dal suo ufficio.
A quel punto, andai nella mia camera per l'ultima volta. Misi tutti i miei pochi oggetti personali in una scatola e mi tolsi l'uniforme, tornando ai miei soliti vestiti informali.Stavo già quasi per partire a cavallo, quando mi ricordai di una cosa fondamentale. Hannah e Aiden. Non avrei mai e poi mai potuto andarmene senza salutarli.
Non mi ci volle molto per trovarli, dal momento che tutto il corpo di ricerca era radunato in giardino. Infatti, di lì a poco sarebbero tutti dovuti partire per una spedizione importante. Fu davvero una fortuna che fossero ancora lì.
<Hannah, Aiden!> dissi per richiamare la loro attenzione tra la folla.
<Ziv, perché non hai la tua divisa? Saremmo già dovuti partire mezz'ora fa> mi chiese subito Aiden. Successivamente gli spiegai la situazione e anche di come probabilmente sarei entrata in un altro corpo.
<Ci mancherai tantissimo, lo sai?> mi dissero subito. Ovviamente, non si erano opposti alla mia scelta perché capivano quanto mi facesse soffrire restare lì.
<Anche voi, ma non vi preoccupate, passerò spesso a salutarvi. Prendetevi cura l'uno dell'altro> raccomandai loro.
<Comunque, perché non siete ancora partiti?> gli chiesi per soddisfare un'ultima curiosità.
<Stiamo aspettando il Capitano. Manca solo lui, ma nessuno lo trova> mi rispose.
Annuii e dopo un lungo abbraccio ed avergli augurato buona fortuna, me ne andai.Non ero ancora uscita dalla folla, che una mano mi prese per il polso.
<Ti prego non andartene> mi disse una voce alle mie spalle. Era lui, evidentemente appena arrivato. Mi girai.
<Che cosa vuoi Levi?> gli chiesi scocciata. In fondo, a lui che importava?
<Sono stato un coglione, avevi ragione. Ma ti prego, non puoi andartene, io ho bisogno di te qui, al mio fianco> mi disse fissandomi con i soliti occhi cupi.
<Non esiste Levi. Ti odio, non puoi fare così ogni volta. Non puoi venirmi a prendere sempre sul filo del rasoio, un passo prima che io me ne vada, facendo finta non sia successo niente prima> gli dissi tirando via il polso di scatto dalla sua presa.
<Siamo in due allora. Perché ti odio anch'io, e tanto. Il motivo te l'ho già detto ieri sera>
Il mio cuore saltò un battito. Mi aveva mentito, lui ricordava. Avrei voluto urlargli mille cose cattive per tutto quello che avevo dovuto passare a causa sua, per avermi mentito, per avermi spezzato il cuore. Eppure, di fronte a quelle parole, l'unica cosa che riuscii a fare fu rimanere a bocca aperta.
<Sì, sono maledettamente innamorato di te>Non riuscii a rispondergli che mi mise le mani sui fianchi e mi avvicinò a lui. Ci guardammo intensamente per qualche secondo. Prima di allora mi sentivo persa, eppure in quel momento, guardandolo negli occhi, mi sembrò tutto si potesse aggiustare. Nonostante tutto, in quel momento mi sentivo nel posto giusto al momento giusto. Nel frattempo, era come se guardandomi il ghiaccio nei suoi occhi si fosse sciolto, facendo spazio a qualcos'altro. Facendo spazio a me.
Mi baciò, e il mio cuore prese fuoco. Pezzetto dopo pezzetto, si riaggiustò.
In quel momento, dei brividi mai provati prima mi percorsero.
Capii di averla trovata.
Capii di avere trovato la mia libertà, che stavo cercando da tutta la vita. La mia libertà era lui, e sapevo che da quel momento in poi non sarei più riuscita a farne a meno.<Ti ho convinto a restare?> mi chiese staccandosi dal bacio e poggiando la sua fronte sulla mia.
Io approfittai del momento, e diedi uno sguardo intorno a me. Tutti ci stavano fissando a bocca aperta.
<Non saprei, ritenta> gli dissi sorridendo, quasi per metterlo alla prova.
A quelle parole, posò con leggerezza la mano sulla mia guancia, e mi baciò di nuovo, dolcemente.
<Va bene, mi hai convinto> ammisi dopo un po' di tempo. A quelle parole, il suo volto si contrasse in un leggero sorriso.Subito dopo, senza che io avessi il tempo di realizzare la cosa, mi prese in braccio, tenendomi come un sacco di patate.
<Levi! Che cazzo stai facendo?> gli chiesi ridendo. Tuttavia, la sua attenzione andò a tutti gli altri, che ci stavano fissando sempre più spaesati.
<Soldati! Ormai è troppo tardi per partire. Visti i recenti avvenimenti, non possiamo permetterci di arrivare con il buio. Quindi, sciogliete le righe e prendetevi il resto della giornata per riposarvi, partiremo domani mattina> disse loro con il suo solito tono categorico e serio, anche se aveva il mio corpo sulle spalle. Nonostante fossero straniti, eseguirono tutti l'ordine appena dato e si dileguarono.
<Tu invece, ora vieni con me> disse.
Nonostante non riuscissi a vederlo perché avevo la visuale occupata dalla sua schiena muscolosa, capii subito che si riferiva a me.Dopo aver camminato un po', mi rimise a terra, in un angolino tranquillo.
<Erwin non si arrabbierà con te per aver rimandato l'operazione a causa mia?> gli chiesi subito.
<Tsk. Arrabbiarsi? In un modo o nell'altro, ho riportato tra le sue file il secondo soldato più forte dell'umanità, quindi deve solo ringraziarmi>
Quando finì di parlare, ci sedemmo per terra. Io mi sedetti tra le sue gambe, posando il busto sul suo petto. Lui, anche se ancora un po' titubante, mi avvolse tra le sue braccia.<Levi, cosa faremo ora?> gli chiesi dopo un po'. D'altronde, aveva confessato di essere innamorato, ma non aveva fatto nessun tipo di allusione a che rapporto avremmo avuto d'ora in poi. Sicuramente non era il tipo di persona da chiedermi di diventare la sua ragazza o cose del genere. Nonostante probabilmente lo conoscessi meglio di chiunque altro, su di lui c'erano ancora un mondo di cose tutte da scoprire, e lo stesso valeva per me.
Prima di rispondermi, mi strinse un po' più forte, avvicinando di più i nostri corpi.
<Proveremo a rincominciare tutto da capo. Questa volta, però, lo faremo insieme>
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Ombre - Levi Ackerman
FanfictionLei, una fredda e rigida ragazza disposta a sacrificare tutto pur di realizzare il suo sogno: diventare un soldato. Lui, un cupo e distaccato capitano che ha nascosto i propri sentimenti per tutta la vita. Quando i loro sguardi si incrociarono però...