Quando la mattina mi svegliai, la mia testa rimbombava come fossi dentro un tamburo. La luce del sole mi accecò, quindi schiacciai la testa sotto il cuscino.
Dopo diversi minuti, quando mi accorsi di essere nuda, mi tornò tutto alla mente, come una martellata in fronte.
I miei ricordi erano piuttosto annebbiati, tuttavia riuscii a ricordarmi la maggior parte dei dettagli.
Mi ricordai di come, una volta entrati in camera, mi avesse piano piano aperto la zip che avevo sulla schiena, riempiendomi la schiena di baci, uno alla volta, lasciandomi con solo le mutandine addosso. Mi ricordai di come io gli strappai la camicia in un colpo solo, facendogli volare via qualche bottone e scoprendo i suoi pettorali, che poi avevo devastato di baci.
Mi ricordai delle sue braccia muscolose che mi cingevano le gambe, impedendomi di scappare per via del piacere provato mentre divorava la mia intimità. Mi ricordai della sua stretta ferrea tra i miei capelli, che mi spingeva a fare entrare sempre più a fondo il suo membro nella mia bocca. Mi ricordai della ferocia con cui mi aveva scopato, sul letto, sulla scrivania, sulla poltrona. Mi ricordai della sua mano che mi tappava la bocca, per reprimere le urla dei miei orgasmi. Mi ricordai delle mie unghie, che gli scorticarono la schiena quasi fino a farlo sanguinare. Mi ricordai anche del gemito soddisfatto che emise dopo essere venuto, buttandosi al mio fianco e intrappolandomi tra le sue braccia prima di addormentarsi.
Lo avevo voluto e lui si era dato a me completamente, così come io mi ero data a lui. Mi sembrò quasi di poter ancora percepire il calore dei nostri corpi mentre si scontravano ripetutamente.Come un fulmine a ciel sereno, ricordai ancora. Ricordai quel particolare. Poteva sembrare piccolo, insignificante, in mezzo a tutto quel turbine di piacere, eppure sconvolgeva tutto, dalle fondamenta.
Ricordai quella frase, che mi disse mentre era sopra di me, che mi sarebbe rimasta impressa per tutta la vita, fino alla fine dei miei giorni.
<Ti odio mocciosa, mi hai fatto innamorare>
Questo fu quello che lui mi disse. Lo avevo fatto innamorare. Era vero? Se lo fosse stato, cosa sarebbe successo tra di noi?Mille domande mi inondarono la mente, ma ero ancora troppo stordita dalla sera prima per dedicare loro una riflessione approfondita. La soluzione migliore mi sembrò pensarci davanti a un buon the nero e qualche boccone.
Smontai quindi dal letto, ma dovetti aggrapparmici subito perché le gambe, tremanti, faticavano a tenermi in piedi. Dopo essermi quindi vestita e riportata ad uno stato quanto modo decente, scesi a fare colazione.Quando aprii il portone mi ritrovai tutti gli occhi addosso, come la sera prima, anche se non ne capivo il motivo dal momento che non indossavo un vestito ma la solita divisa con cui tutti mi vedevano sempre. Prima che potessi chiedermi altro, o cercare Levi con lo sguardo, una mano strattonandomi mi fece sedere a fianco a lei.
Era Hannah, con al suo fianco Aiden, seduti da soli su un intero tavolo. Dalle loro facce, in parte imbarazzate e in parte intimorite, capii subito che qualcosa non andava, e quel qualcosa riguardava me.
<Che sta succedendo?> chiesi loro subito preoccupata. Cominciarono entrambi a bisbigliare di qualcosa a testa bassa, ma non capii niente.
<Per favore, vi ho fatto una domanda, che sta succedendo?> gli chiesi di nuovo, alzando un po' il tono. Dopo qualche esitazione lei mi degnò di una risposta.
<Tutti sanno di voi>, cominciò, <tutti sanno di te e il Capitano>
<Come avrebbero fatto a saperlo scusa? Hanno tirato a indovinare?> chiesi loro, provocando a entrambi un forte rossore in volto.
<Ehm... veramente... eravate piuttosto ubriachi entrambi ieri sera e non vi siete molto preoccupati della privacy, diciamo>
A quelle parole alzai un sopracciglio confusa, come per invitarla a continuare.
<Senti Ziv, siete stati piuttosto espliciti. Una mano sul petto, una sulla coscia, un braccio attorno al collo, uno attorno ai fianchi. Senza contare il fatto che siete saliti insieme e siete stati visti mentre vi baciavate in corridoio, in un bacio che immagino non fosse molto casto>
<E senza contare... come dire... che tutti hanno visto lui stamattina> aggiunse Aiden prima che io potessi dire qualcosa dopo le parole di Hannah.
<Lui? Cosa c'entra ora?> chiesi sempre più confusa ogni minuto che passava. In risposta, mi dissero di guardare tre tavoli alle loro spalle, dove si trovava Levi.
Dopo aver allungato un po' il busto, riuscii a vederlo. Nonostante la distanza, anche da lì potevo notare quello di cui parlavano Aiden ed Hannah.
Un graffio, sul collo. Un graffio che la sera prima non c'era. Un graffio fatto da una mano umana, che non avrebbe mai potuto procurarsi durante un combattimento. Un graffio che gli avevo fatto io, come era evidente a tutti.
A quel punto, esasperata, alzai gli occhi al cielo e replicai.
<Ok, va bene, sarà anche evidente quello che c'è tra di noi ora, ma che ha la gente da guardare? Non ha mai visto due persone piacersi?> chiesi infuriata.
<Senti, sarò diretta con te. Le uniche persone che sanno di voi e di tutto quello che è successo da un anno a questa parte, sono sedute qui proprio di fianco a te. Tutti gli altri, non ne hanno idea e, non comprendendo la situazione, credono semplicemente tu fossi il suo bottino di serata, e ora ti credono una facile>
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Ombre - Levi Ackerman
FanfictionLei, una fredda e rigida ragazza disposta a sacrificare tutto pur di realizzare il suo sogno: diventare un soldato. Lui, un cupo e distaccato capitano che ha nascosto i propri sentimenti per tutta la vita. Quando i loro sguardi si incrociarono però...