Pugno

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Purtroppo, la mattina dopo dovemmo già ripartire, poiché al quartier generale ci aspettavano diversi incarichi da svolgere. Mia madre chiaramente capì la situazione, ma ci fece promettere di tornare almeno per le feste di natale. Non volevo dirle "non so nemmeno se saremo ancora vivi per dicembre", per cui mi limitai ad annuire.

Appena tornammo, ci riunimmo nella nostra squadra, e andammo nell'ufficio di Erwin, che ci spiegò la nostra prossima missione.
<Bene, ora vi spiego. Ho deciso di assegnare voi e un altro paio di squadre alla prossima operazione. È piuttosto facile, ma visto che non avete altri compiti urgenti, andrete a dargli man forte. Dovrete andare fuori dal Rose, nell'area tra le due mura prima di Shiganshina. Sarà solo una perlustrazione, in teoria l'area dovrebbe già essere libera. Tutto chiaro?> ci spiegò Erwin. Noi annuimmo, ma Levi sembrò perplesso.
<Perché Erwin una perlustrazione proprio  ora?> gli chiese.
<Non importa questo ora, è solo una tappa per un piano più complesso che vi spiegherò una volta tornati> gli rispose. Lui annuì.
Usciti dall'ufficio, notai che Levi era piuttosto infastidito.
<Ehi, che ti succede?> gli chiesi tirandogli una manica della camicia.
<Tsk. È solo che odio quando Erwin fa così. Pretende che andiamo dove vuole e quando vuole, senza nemmeno degnarci di sapere il vero motivo per cui lo stiamo facendo. Non ha mai commesso un errore e i suoi piani sono sempre geniali, ma non mi dispiacerebbe sapere per cosa combatto>
Gli presi la mano, e lo fermai in mezzo al corridoio.
<Senti, capisco ti infastidisca questo suo atteggiamento, ma in fondo so che ti fidi di lui quindi non ti preoccupare, sa quello che fa. Facciamo questa cosa e sbrighiamocela in fretta, così una volta tornati ci illuminerà sul suo piano> lo rassicurai.
<Hai ragione, andiamoci a preparare dai> mi disse mettendomi una mano sul fianco per farmi riprendere a camminare.
Passammo il resto della giornata a prepararci per il giorno successivo. Prima di cena, scoprii anche che una delle due squadre che erano coinvolte nella faccenda era quella di Hannah e Aiden. Pensai che avrei potuto sfruttare quell'occasione per vedere come andavano le cose tra loro.

La mattina successiva, partimmo. Vista la bassa importanza dell'operazione, fu un viaggio piuttosto tranquillo. Come Erwin aveva previsto, non incontrammo nessun gigante. Per pranzo, ci fermammo in una zona riparata dagli alberi. Mi sedetti con la mia squadra, tuttavia osservai da lontano i miei due migliori amici.
Erano soli, seduti l'uno di fianco all'altra, e ridevano continuamente: sembravano davvero divertirsi, abbastanza da scordare di essere fuori dalle mura. Una volta che entrambi ebbero finito di mangiare, vidi Hannah posare la testa sulla spalla di Aiden. Lui, in risposta, le diede un bacio sulla fronte. Cominciarono entrambi a fissarsi negli occhi e, dopo qualche secondo, si baciarono. Un'ondata di affetto mi avvolse il petto, ero tremendamente felice. Evidentemente, lei mi aveva ascoltato e si era lasciata andare. Guardandoli, non riuscii a fare a meno di sorridere.
<Mocciosa, che hai da guardare? Sembri una stalker> mi richiamò Levi, tirandomi una leggera gomitata.
Presa dal momento, emozionantissima per la scena a cui avevo assistito, mi girai di scatto, presi il suo volto tra le mani e con una mossa repentina lo portai sul mio, baciandolo sulle labbra per pochi secondi.
Quando lo guardai dopo esserci staccati, notai che aveva praticamente gli occhi fuori dalle orbite. Effettivamente, eravamo seduti in cerchio con la nostra squadra ed era la prima volta che ci vedevano esprimerci in modo così esplicito. Non riuscendo più a resistere alla faccia del soldato più forte dell'umanità completamente sconvolta per uno stupido bacio, scoppiai a ridere. Ovviamente, il resto della squadra, che aveva assistito alla scena, mi seguì a ruota libera. L'unico a rimanere lì impalato e completamente inebetito, fu proprio Levi.
<Su Capitano! Non faccia così e si lasci un po' andare, non è sicuramente una novità per noi la vostra relazione. Sappiamo tutti che è completamente cotto di lei> gli disse Eren, tentando di riscuoterlo dallo stato in cui si trovava.
<Stupidi mocciosi, voi non sapete proprio niente> rispose Levi con tono offeso, incrociando le braccia al petto. Subito dopo mi lanciò uno sguardo truce, tuttavia mentre lo faceva non riuscì a fare a meno di sollevare un angolo della bocca. Eren aveva ragione: lo avevo completamente in pugno.

Poco dopo, ripartimmo.
La situazione degenerò rapidamente. Quando eravamo quasi giunti alla fine dell'area da ispezionare che Erwin ci aveva indicato, subito dopo un villaggio abbandonato, comparvero moltissimi giganti.
Eren si trasformò per darci una mano, ma non fu comunque abbastanza, perché erano davvero troppi. Le due squadre che ci accompagnavano non erano sicuramente tra le più forti, quindi la responsabilità ricadde subito su di noi.
Come non fossimo già abbastanza in svantaggio, l'area in cui ci trovammo a combattere era completamente piana, quindi senza possibili appigli per i nostri rampini.
Ognuno di noi diede indubbiamente il meglio di sé, ma non servì a farci rimanere illesi.
Io e Levi abbattemmo diversi giganti, ma quando mi ritrovai ad affrontare un classe 10 metri, la situazione precipitò.
Come al solito, avevo appeso il rampino al braccio del gigante, lanciandomi verso il suo collo. Una volta che gli ebbi tagliato la nuca, per evitare di finire schiacciata sotto il suo enorme peso, liberai il gas spingendomi a tutta velocità all'indietro, di spalle. In quel modo non riuscii a vedere che, per evitare un pericolo, mi stavo letteralmente lanciando dentro la bocca di un altro. Feci appena in tempo a girare la testa che vidi le fauci del gigante alle mie spalle aprirsi, per prendermi al volo e divorarmi senza dover fare nemmeno uno sforzo.
Stavo quasi per entrare, senza nemmeno avere la possibilità di reagire, quando ad un tratto sentii una forte fitta alle costole. Fui certa di sentirne almeno una spezzarsi di netto.
Era stato Levi che, per salvarmi la vita, si era librato in aria e mi aveva tirato un calcio per spostarmi dalla traiettoria che il mio corpo aveva assunto.
Incapace di utilizzare il dispositivo per il movimento tridimensionale a causa del dolore lancinante che provavo, caddi a terra da diversi metri senza riuscire a smorzare l'atterraggio.
L'ultima cosa che vidi fu proprio lui, mentre sguainava le spade deciso ad uccidere il gigante da cui mi aveva appena portato in salvo, poi persi i sensi.

Ombre - Levi AckermanDove le storie prendono vita. Scoprilo ora